Nel Novecento era in voga l’idea della tensione tra le concezioni greca e biblica del Tempo: la prima prevalentemente ciclica, la seconda lineare, protesa in avanti. Anche le grandi utopie moderne possono essere lette come versioni secolari della visione biblica del Tempo. Oggi, la critica postmoderna tende a vedere l’eredità biblica del Tempo lineare, che sfocia nella realizzazione piena dell’umano, come una pericolosa mistificazione. Quali sono, a tal proposito, le risposte dei cristiani e delle cristiane?
Bibbia
Goffredo Fofi. Scrittore, critico letterario e cinematografico, giornalista. Direttore della rivista Gli asini. Tramite miss Louise Wood, quacchera, segretaria per l’Italia dell’American…
di Fulvio Ferrario. Professore di Teologia sistematica e Decano della Facoltà valdese di teologia di Roma. Nel tempo della pandemia stiamo imparando…
di Matteo Pierro, autore del libro “Fra martirio e resistenza: La persecuzione nazista e fascista dei testimoni di Geova” (Lariologo, 2002) Chi…
di Fulvio Ferrario. Professore di Teologia sistematica e Decano della Facoltà valdese di teologia di Roma. La sensibilità culturale e l’apertura ecumenica…
Gli animali sono ben presenti nel Nuovo Testamento, dove in genere assumono un ruolo simbolico, sia esso positivo o negativo. Se certo non faceva parte di quella cultura la sensibilità animalista che si sta sviluppando oggi, questo non ci impedisce di cogliere, soprattutto dietro alcune parole di Gesù, attenzione e amore per il creato.
Nel suo ultimo libro, il teologo e pastore metodista Peter Ciaccio affronta il complesso e prolifico rapporto che c’è fra Bibbia e cinema
Sulle questioni teologiche sempre più spesso si assiste a prese di posizioni superficiali, motivate daun certo analfabetismo religioso(di ritorno). Tale “boicottaggio antiteologico” sembra essere incoraggiato in primis dalle stesse Chiese, come se la teologia fosse materia ostica e astratta, quando essa è – in realtà – un modo di essere, davanti a Dio.
All’interno della concezione del perdono ebraica è possibile individuare tre elementi distintivi: l’obbligo di perdonare è sottoposto al pentimento da parte di chi ha compiuto l’offesa; non tutte le colpe possono essere perdonate; non è possibile perdonare a nome di qualcun altro. D’altro lato chi è stato offeso non deve essere eccessivamente duro.
Pubblichiamo volentieri questa lettera inviataci dall’ingegner Roberto Paggi, che si riferisce all’articolo di Giovanni Franzoni pubblicato su Confronti di giugno 2017.
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