intervista a Gianfranco Pasquino (professore emerito di Scienza politica dell’Università di Bologna)
a cura di Adriano Gizzi
Lei sostiene che la riforma del Senato peggiora l’esistente perché porta a un bicameralismo «sicuramente imperfetto e squilibrato». E, in alternativa, indica come esempio da seguire quello del Bundesrat tedesco. Quali sono gli elementi di questa riforma che non la convincono?
«La riforma del Senato nasce da due motivazioni: 1) accarezzare l’antipolitica riducendo il numero dei parlamentari e le relative nient’affatto ingenti “spese”; 2) togliere al Senato il potere di votare o no la fiducia al governo per ovviare all’inconveniente causato nelle elezioni del febbraio 2013 dalla legge elettorale (una maggioranza chiara alla Camera, frutto del premio di maggioranza, e una situazione di stallo al Senato, ndr). Sono motivazioni occasionali e deteriori che, infatti, non hanno nulla a che vedere con la creazione convinta e pensata di una Camera delle autonomie né con il miglior funzionamento del sistema politico».
Costituzione
Mondo cattolico – o, almeno, una sua parte, quella parte che potremmo definire “conciliare” – spaccato sul voto da dare nel referendum sulle riforme costituzionali sul quale si voterà a ottobre, dato che anche la Camera (il 12 aprile) ha approvato definitivamente quanto già varato dal Senato. Il 21 marzo, infatti, è stato presentato a Roma un “Appello dei Cattolici del No” che invita appunto a respingere – nel referendum – le modifiche alla Costituzione caldamente invece sostenute dal governo Renzi. Il 18 aprile, poi, è stato reso noto un altro e ben diverso Appello, che critica nel merito il precedente e, invocando il rispetto della laicità, ribadisce il rifiuto di motivazioni religiose sia per votare NO che per votare SI’.
Pubblichiamo integralmente i due testi, con le firme che fin qui hanno raggiunto; e gli indirizzi email ai quali chi lo voglia può inviare la propria adesione.
intervista a Stefano Ceccanti, costituzionalista
Il professor Ceccanti è docente di Diritto costituzionale italiano e comparato e di Diritto parlamentare all’Università La Sapienza di Roma ed è stato senatore del Pd nella scorsa legislatura. Lo abbiamo intervistato sulla riforma costituzionale all’esame del Parlamento e sull’Italicum, la legge elettorale approvata all’inizio di maggio.
Professor Ceccanti, quali sono a suo giudizio i principali vantaggi della riforma costituzionale che propone il governo?
Questa riforma risponde a due esigenze di fondo. La prima si collega alla forma di governo: è irrazionale avere un’elezione di due camere diverse che incidono entrambe sulla formazione dell’esecutivo, perché i risultati elettorali possono dare esiti diversi, anche qualora si votasse con un sistema identico per entrambi i rami del Parlamento. Questo vale a maggior ragione oggi che l’elettorato è diventato molto più mobile, ma anche in passato – nel ‘94, nel ‘96 e nel 2006 – abbiamo visto risultati diversi tra Camera e Senato. Si tratta quindi di una cosa palesemente insensata, che bisogna rimuovere…
intervista a Giulio Ercolessi
Formatosi politicamente nella sinistra liberale, nella Lega per il divorzio e nel Movimento federalista europeo, Giulio Ercolessi è stato segretario del Partito radicale nel 1973-74. All’inizio degli anni ’80 ha abbandonato la politica attiva, intensificando però la sua attività pubblicistica. Instancabile «globetrotter» del pensiero liberale, in questi decenni ha partecipato come relatore a centinaia di incontri e convegni, scrivendo articoli e saggi – con il proprio nome o utilizzando uno pseudonimo – per riviste quali Critica liberale (di cui ha anche codiretto il supplemento «Gli Stati Uniti d’Europa»), MicroMega, Lettera Internazionale e Confronti. Tra i suoi libri, ricordiamo L’Europa verso il suicidio? Senza Unione federale il destino degli europei è segnato (Dedalo, 2009) e soprattutto Sfascismo costituzionale. Come uscire vivi da un azzardo politico temerario. Una proposta liberale, appena pubblicato per Aracne editrice. Ercolessi è anche membro del board del Forum liberale europeo (Elf), l’organizzazione che riunisce i circa quaranta centri di studi politici europei facenti capo all’Alde (il variegato partito dei liberali al Parlamento europeo).
«Quanto sangue, quanto dolore per arrivare a questa Costituzione! Dietro ad ogni articolo di questa Costituzione, o giovani, voi dovete vedere giovani come voi caduti combattendo, fucilati, impiccati, torturati, morti di fame nei campi di concentramento, morti in Russia, morti in Africa, morti per le strade di Milano, per le strade di Firenze, giovani che hanno dato la vita perché la libertà e la giustizia potessero essere scritte su questa carta. «Quindi, quando vi ho detto che questa è una carta morta, no, non è una carta morta, questo è un testamento, un testamento di centomila morti.
Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati, dovunque è morto un Italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lí, o giovani, col pensiero perché lí è nata la nostra Costituzione»
Piero Calamandrei
discorso sulla Costituzione agli studenti di Milano, 1955
di Enzo Marzo (direttore di Critica liberale) – «Sono più di trent’anni che ci si arrabatta per modificare la Costituzione nelle parti essenziali, senza che nessuno sia mai riuscito a stravolgerla dal punto di vista formale. Ma dal punto di vista sostanziale naturalmente le cose stanno diversamente. Per cui sono dell’idea che oggi non si tratti tanto di difendere la Costituzione, ma di ripristinarla», sostiene il costituzionalista Gustavo Zagrebelsky. E qui il discorso ritorna a quelle classi politiche che non solo nella Seconda repubblica ma anche nella Prima hanno poco amato la Costituzione e l’hanno sistematicamente violata creando nei fatti una sua caricatura che andrebbe demolita. Ci sono riusciti a ridurla a un pezzo di carta. Per «ripristinare» i princìpi costituzionali occorre prima di tutto smascherare questo fantoccio.
«Critica liberale» – mensile di sinistra liberale – ha pubblicato l’articolo che vi riproponiamo, dove si mette a confronto il testo formale della Costituzione con la «sostanza» che si è prodotta dal ‘48 ad oggi con una progressione sempre più veloce, fino a diventare la vera Costituzione.
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