#Portichiusi: dall’Università di Firenze due voci fuori dal coro ASSEGNATI I PREMI DI LAUREA“ARCHIVIO DISARMO-TULLIO VINAY” In giorni in cui nel…
Integrazione
di Rando Devole
Nell’epoca delle fake news, delle isterie mediatiche e dei fenomeni virali su internet è difficile affrontare temi delicati come l’islam e l’integrazione, che interpellano innanzi tutto la ricerca della verità, le analisi pacate e gli approfondimenti competenti.
di Alice Tinozzi
Il 12 aprile è stata presentata a Roma la campagna “Ero straniero – L’umanità che fa bene”, promossa da: Radicali italiani, Fondazione casa della carità “Angelo Abriani”, Acli, Arci, Asgi, Centro Astalli, Cnca, A buon diritto, Cild, con il sostegno di sindaci e organizzazioni, tra cui Caritas e Fondazione Migrantes.
di Paolo Naso
A fine dicembre il ministro Alfano ha confermato la Consulta per l’islam, composta da rappresentanti di varie associazioni di musulmani attive in Italia, e nominato un “Consiglio” di esperti invitato a proporre provvedimenti e buone pratiche. Tra coloro che lo compongono, vi sono vari collaboratori di Confronti e un ex direttore della nostra testata, Paolo Naso, chiamato a coordinare questo nuovo organismo.
di Giovanni Sarubbi (direttore del periodico www.ildialogo.org)
Prove di «stati generali del dialogo cristiano-islamico». Questo è stato lo spirito del convegno organizzato da Confronti il 13-14 novembre 2015 a Roma, presso la Facoltà valdese di Teologia, dal titolo «Da musulmani immigrati a cittadini italiani: la sfida dell’integrazione e del dialogo». C’erano gli studiosi di islam; c’erano i cristiani di varie confessioni: la cattolica, la protestante; c’erano i musulmani: l’Ucoii, la Coreis, la Grande Moschea di Roma; c’erano le istituzioni: il Ministero dell’Interno e la Presidenza del Consiglio.
L’avvio del convegno, nel pomeriggio di venerdì 13, è stato positivo. Interessanti e precise le relazioni degli esperti, ricche di spunti e numeri su cui riflettere. Massimo Introvigne, parlando sul tema «immigrazione e mutamento del mosaico religioso», ha presentato al convegno, in anteprima, gli aggiornamenti sulla consistenza delle minoranze religiose esistenti oggi in Italia che, pur essendo 838 gruppi, rappresentano all’incirca il 3% di tutta la popolazione italiana. Significativa la consistenza di cittadini italiani di fede musulmana che sono oggi stimati in 245mila persone (dati Cesnur 2015), più che raddoppiati rispetto alle ultime statistiche note.
Da musulmani immigrati a cittadini italiani: la sfida dell’integrazione e del dialogo
13-14 novembre 2015
Facoltà valdese di Teologia – via Pietro Cossa, 40/42 Roma
intervengono:
Stefano Allievi, Luca Anziani, don Cristiano Bettega, Roberto Catalano,
Izzeddin Elzir, Fulvio Ferrario, Annalisa Frisina, Gian Mario Gillio,
Marisa Iannucci, Massimo Introvigne, Giovanna Maria Iurato, Adel Jabbar,
Zouhir Louassini, Ugo Melchionda, Anna Nardini, Paolo Naso, Enzo Pace,
Claudio Paravati, Abdellah Redouane, Maryam Turrini
ALL’INTERNO IL PROGRAMMA DEI LAVORI
intervista alla ministra per l’Integrazione Cécile Kyenge a cura di Mostafa El Ayoubi – «Riguardo all’integrazione, i figli degli immigrati devono essere considerati come una risorsa e quindi la cittadinanza è il punto fondamentale. Se vogliamo fare delle buone politiche per l’integrazione, dobbiamo avere anche degli strumenti per attuarle. I giovani, quando iniziano la scuola con uno strumento così forte come quello della cittadinanza, vuol dire che iniziano con lo strumento dell’integrazione che gli permette di affrontare il percorso scolastico con un approccio di pari opportunità. Mentalmente, anche dal punto di vista dei rapporti con i compagni, non viene coltivata quella paura dell’altro, quella diversità di accesso ai diritti, accesso ai servizi… quindi sono tutti uguali. I figli degli immigrati devono essere considerati come una risorsa e quindi la cittadinanza è il punto fondamentale.
di Marina Boscaino – «La scuola è lo specchio della società, è la prima palestra dell’integrazione (…); è giusto che si discuta di questi tempi, perché è necessario che la società capisca che il futuro è multietnico. Dobbiamo dare agli insegnanti gli strumenti per lavorare sull’integrazione» (www.direttanews.it); così la ministra dell’Istruzione Carrozza in una recente intervista. Ma nella scuola pseudo-rottamata alle parole corrispondono raramente i fatti…
Proseguono le polemiche sulla proposta di legge sulla cittadinanza ai nati in Italia sostenuta dal ministro per l’Integrazione Cécile Kyenge. Urbinati insegna Scienze politiche alla Columbia University di New York e per Laterza ha appena pubblicato «La mutazione antiegualitaria. Intervista sullo stato della democrazia».
Si scrive in abbondanza sulla strana maggioranza che governa il nostro paese dopo le ultime consultazioni elettorali. La politica dell’impunità di Berlusconi (che il Pdl cerca di attuare con l’appoggio addirittura del suo avversario storico, il Pd) è il segno massimo della mostruosità di questo connubio. Ma la stranezza si manifesta anche su altre questioni, per esempio quella dell’inclusione nella cittadinanza dei figli degli immigrati nati in Italia. Qui la distanza tra Pdl e Pd è perfino più radicale. Infatti mentre sull’impunità di Berlusconi il tema del contendere è la legalità (una cosa che in una buona democrazia dovrebbe unire destra e sinistra), sull’inclusione la differenza è tutta politica e ideologica. E la contraddizione insita in quest’alleanza è irrisolvibile.
Recinzioni, telecamere di sorveglianza, pass: questo il modello campo nomadi «targato Roma», la cui gestione verrà presto affidata alla Croce Rossa per…
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