di Gian Mario Gillio
“Tutte le normative che disciplinano i diritti costituzionali, in particolare se riguardano la libertà di espressione, dovrebbero essere approvate dal Parlamento. Uno dei motivi di preoccupazione riguarda senz’altro il ruolo dell’AGCOM nella predisposizione di sanzioni in materia di proprietà intellettuale. In quanto autorità indipendente, l’AGCOM ha la responsabilità di applicare le disposizioni in vigore previste dalla legge. È solo a tal fine che l’AGCOM ha il potere di adottare regolamentazioni amministrative proprie.” Così ha rilevato Frank la Rue, Relatore Speciale delle Nazioni Unite per la promozione e la tutela della libertà di opinione e di espressione, presentando in Conferenza stampa – lunedì 18 novembre alla SIOI (Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale) – la sua relazione conclusiva nata dalle osservazioni e dalle considerazioni raccolte dopo la lunga settimana di consultazioni e incontri istituzionali avuti con rappresentanti del mondo accademico e membri delle organizzazioni della società civile nel nostro paese.
Il documento presentato è l’anticipazione delle raccomandazioni che verranno inviate al governo e al parlamento italiano sulle riforme necessarie nell’ambito della libertà d’espressione e pluralismo dei media. Queste, poi, verranno inserite nella Relazione ufficiale sull’Italia che il relatore presenterà a giugno all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. A settembre, infatti, il nostro paese dovrà sottoporsi alla Universal Periodic Review (UPR) sui diritti umani dello Human Rights Council (HRC) dell’Onu, quindi l’elaborato di La Rue, sarà un documento di grande importanza, in quanto le varie Ong italiane potranno citarlo e inserirlo nelle loro relazioni che invieranno allo HCR per la UPR di settembre.
Frank La Rue, anche in materia di disposizioni anti-trust, ci ha tenuto a sottolineare: “Sono a conoscenza della modifica introdotta nel dicembre 2012 alla legge Gasparri, che vietava la proprietà incrociata di emittenti nazionali e carta stampata. La nuova legge – per La Rue – ha eliminato il divieto per le emittenti televisive, presenti su più canali nazionali, di detenere o acquistare azioni di aziende editoriali di giornali. Ritengo tale modifica – prosegue il Relatore speciale dell’Onu – una battuta d’arresto, e vorrei ribadire le preoccupazioni già sollevate dalla Commissione di Venezia, secondo cui la nuova normativa potrebbe consentire ai gruppi dei mezzi radiotelevisivi di espandersi nel settore delle stampa. Pertanto – ha concluso –, vorrei raccomandare l’introduzione di una riforma legislativa del sistema di regolamentazione dei mezzi radiotelevisivi, specialmente per quanto attiene alle disposizioni anti-trust. Ciò consentirebbe all’Italia di superare l’eccessiva concentrazione dei media e l’eventuale creazione di monopoli, che limitano la diversità e il pluralismo della libertà di espressione e mettono a rischio la democrazia”.
Per quanto concerne la questione delle “querele temerarie”, problema serio per i giornalisti che effettuano inchieste, La Rue non si è risparmiato in critiche: “parimenti importante è esaminare la questione della lite temeraria. Se utilizzata i modo improprio, la lite temeraria può diventare una forma di ‘molestia giudiziaria’ nei confronti della stampa o di chiunque eserciti la propria libertà d’espressione. Anche se il ricorso viene respinto, l’impatto economico delle spese per la difesa può avere un affetto paralizzante sul giornalista o sul mezzo di comunicazione in specie su chi si occupa di giornalismo investigativo […]”.
La Rue si è poi soffermato su temi quali: l’accesso alle informazioni; la depenalizzazione della diffamazione; le dichiarazioni di incitamento all’odio; la trasparenza della proprietà dei mezzi di comunicazione; la protezione dei giornalisti ed ha concluso: “Riconosco – ( il testo integrale potete consultarlo sul sito: www.articolo21.org ) – che questo è per l’Italia un periodo di transizione. Vorrei quindi incoraggiare tutte le autorità statali a cogliere questa opportunità per rafforzare i diritti umani e le libertà fondamentali, segnatamente per quanto attiene al loro impegno a proteggere il diritto alla libertà di espressione”.