L’11 luglio 1995 è la data in cui, 19 anni fa, comincia il genocidio di Srebrenica. Alla fine di cinque giorni di torture e uccisioni, oltre 10.000 maschi bosniaci musulmani dai 12 ai 76 anni saranno spietatamente uccisi dai soldati serbo-bosniaci e dai paramilitari serbi, per poi venire barbaramente inumati in fosse comuni.
Abbiamo chiesto a giornalisti, scrittori, amici un pensiero per ricordare Srebrenica, quei giorni. In alcuni casi, abbiamo semplicemente tratto un pensiero da testi pubblicati nei libri editi dalla Infinito edizioni, in particolare “Srebrenica. I giorni della vergogna”. Dal 27 giugno fino a dopo l’11 luglio, pubblicheremo questi pensieri.
Speriamo gradirete quest’iniziativa e vorremo, tutti insieme, ricordare, per chiedere e avere giustizia. Al contempo, se qualcuno vorrà partecipare con un suo pensiero, lo valuteremo e, nel caso, lo pubblicheremo, allungando volentieri la lista dei pensieri raccolti e dedicati a una delle fasi storiche più atroci vissute dall’Europa del dopo seconda guerra mondiale.
Buona lettura
Infinito edizioni
Confronti ha aderito all’iniziativa “Srebrenica, 19 anni dopo – pensieri per l’anniversario”, promossa da Infinito Edizioni in occasione del 19esimo anniversario del genocidio di Srebrenica, con un suo pensiero che riportiamo di seguito. Troverete gli altri 18 bellissimi contributi alla sezione “news” del sito di Infinito Edizioni (www.infinitoedizioni.it).
«Adesso vi portiamo in un posto speciale». Con questa promessa, complici e visibilmente orgogliose delle bellezze del nostro Paese, ci dirigemmo verso il colle Aventino in compagnia delle nostre amiche bosniache della Cooperativa Potočnica*, S. e N. La primavera era alle porte, ma aveva da poco piovuto e un venticello fresco trasportava, insieme all’odore inebriante della terra bagnata, l’intenso profumo degli aranci in fiore. Quando Roma si aprì imponente sotto di noi, i loro sguardi si accesero. L’emozione prese il sopravvento e fu facile anche per loro lasciarsi travolgere dall’entusiasmo. Fu un roteare di risate contagiose e un po’ “bambine”. Nicoletta si sbracciava, desiderosa di mostrare loro tutto ciò che lo sguardo era in grado di afferrare. Fu a quel punto che, inaspettatamente, S. incupita in volto disse: «È tutto così bello qui, ma quando verrete in Bosnia noi potremo mostrarvi solo pietre e le tombe dei nostri cari… ». Non è così, cara amica. Il tuo Paese ha molto da mostrare non solo a noi, ma al mondo intero: il coraggio con il quale continuate a r-esistere e a fare Memoria, la solidarietà che vuole andare oltre quei confini definiti a tavolino, il lavoro attraverso il quale la terra martoriata tornerà fertile. Ciò che state coltivando oggi darà frutti ai vostri figli e nipoti. Continuiamo insieme a lavorare e a credere che quel futuro sarà possibile.
* Potočnica è il nome di una cooperativa agricola femminile che ha sede a Potočari, la frazione di Srebrenica dove sorge il Memoriale delle vittime del genocidio dell’11 luglio 1995. In bosniaco Potočnica denomina una pianta, il Myosotis, in italiano il “nontiscordardime”
Stefania Sarallo
Giornalista della testata Confronti