di M. Iannucci
«Gender Jihad. Storia, testi e interpretazioni nei femminismi musulmani»
di Marisa Iannucci
Il Ponte vecchio
200 pagine, 13 euro
La condizione delle donne nei paesi a maggioranza musulmana si presenta oggi problematica sotto diversi aspetti: disagio sociale, povertà, analfabetismo, violenze domestiche, scarsa partecipazione alla vita pubblica e politica, limitazioni alla libertà personale e discriminazioni sul piano giuridico presenti in molte leggi dello statuto personale. Queste questioni sono altresì oggetto di un forte dibattito interno nei paesi musulmani, che coinvolge forze sociali sia laiche che religiose, conservatrici e riformiste. Negli ultimi tre decenni, le donne musulmane hanno iniziato a porre nuove sfide all’interno della società, affrontando le politiche religiose tradizionaliste e la strumentalizzazione della religione per fini discriminatori con una riflessione che ha trovato proprio nell’ Islām nuova energia per il rinnovamento e ne ha fatto la propria strategia di liberazione.
Femministe, islamiste, attiviste per i diritti delle donne hanno in comune il puntuale ricorso all’Islam delle origini, lo studio meticoloso delle fonti scritte, e la loro reinterpretazione. Partendo da una lettura dei testi in una prospettiva di genere, si riafferma l’uguaglianza come messaggio originario dell’Islām al fine di farla prevalere sulla tradizione patriarcale che, escludendo le donne dal mondo del sapere, avrebbe marcato inevitabilmente la produzione esegetica e la giurisprudenza. Il libro ripercorre il jihad di genere, esaminando i versetti coranici più discussi, e le loro interpretazioni classiche e moderne; riproponendone gli argomenti fondamentali, nelle parole delle donne ai tempi della Rivelazione nel VII secolo, delle voci storiche del femminismo arabo del ‘900, fino alle tesi delle teologhe e attiviste del movimento, eterogeneo quanto globale, dei nostri giorni.