intervista a Bernice Albertine King (figlia di Martin Luther King)
a cura di Paolo Emilio Landi (redazione Protestantesimo)
«Mio padre diceva che dobbiamo al più presto passare da una società incentrata sulle cose a una incentrata sulle persone»
C’è un’immagine di Martin Luther King che tutti conosciamo, ma ce n’è un’altra meno facile da accettare, penso soprattutto ai discorsi degli ultimi anni, in particolare quello sulla guerra in Vietnam (Beyond Vietnam, tenuto nella chiesa di Riverside a Manhattan, il 4 aprile 1967, un anno esatto dal suo assassinio, ndr) . Quali sono gli elementi meno digeribili della sua figura?
È vero. Questo è successo quando ha cominciato a parlare del problema della distribuzione della ricchezza, non solo negli Stati Uniti ma nel mondo, a causa dell’ingiustizia economica che emargina in particolare, e sfortunatamente, le persone di origine africana in ogni parte del mondo. Questa è la prima cosa.
La seconda è da riferire al suo discorso, davvero coraggioso, contro la guerra in Vietnam, quando disse che si stava finanziando una guerra che distruggeva la vita quando invece sarebbe stato necessario finanziare programmi sociali per salvaguardare la vita.
Penso che allora venne percepito come una minaccia, negli Stati Uniti e nel mondo. Questa è la parte della figura di mio padre di cui non si parla molto: della sua critica economica per l’emancipazione delle persone di colore, il suo indicare il problema, ovviamente, nel materialismo eccessivo e nel militarismo. Parlò al riguardo del triplice male: povertà, razzismo e guerra.
I tre mali sono ancora lì oggi! Come spiegarlo dopo 50 anni?
Qui entra in scena la chiesa, penso. Non quella istituzionale, intendo le persone di Dio, che devono cominciare ad essere più coraggiose e possibilmente profetiche, e rappresentare il cuore e lo spirito di Dio; e vivere il valore del Vangelo. Mio padre diceva che dobbiamo al più presto passare da una società incentrata sulle cose a una incentrata sulle persone.
Noi viviamo in un mondo in cui stiamo perdendo il senso di umanità e il rispetto per i diritti umani e delle persone. La considerazione delle persone. Questo è ciò di cui si occupa il Vangelo, il suo centro: la salvaguardia e la considerazione delle persone.
Se noi non mostriamo meglio noi stessi e ci assimiliamo al mondo della società secolare, continueremo ad assistere agli stessi problemi.
È bello avere il Martin Luther King Day, ma sarebbe anche meglio avere un giorno per tutti e due, per suo padre e sua madre.
Questo è davvero interessante. Apprezzo molto quel che dice, perché il MLK che tutti conoscono è visto come un’icona. E questo grazie al lavoro di mia madre. Quando morì era una delle persone più odiate degli Stati Uniti. Oggi è una delle persone più amate del mondo intero!
Questo perché per 39 anni dopo l’assassinio mia madre ha continuato il lavoro di allora attraverso il “King Center”, e istituzionalizzando la festività per celebrarne la memoria, non solo negli Stati Uniti, ma in oltre 100 nazioni in tutto il mondo. Per tutto ciò mia madre merita di certo considerazione!
intervista rilasciata alla rubrica “Protestantesimo” di Rai Due
(pubblicato su Confronti di aprile 2018)
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