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Sorvegliare i confini d’Europa

by Simone Uggeri

di Simone Uggeri. Esperto in Human Security ed Intelligence.

Il Sistema d’informazione Schengen è una banca dati che aiuta le autorità dell’Ue a consentire (o negare) gli accessi da paesi terzi. La sempre crescente collezione massiccia di dati biometrici al fine di individuare “a colpo d’occhio” le intenzioni di chi viaggia, ci proietta in scenari da film di fantascienza. Il “Precrime” diventerà realtà?

Per i cittadini comunitari, valicare i confini dei Paesi dell’Unione europea non è più un problema fisico o burocratico. Grazie all’accordo di Schengen, siglato nel 1985 e poi integrato nel funzionamento dell’Ue, i cittadini degli Stati membri possono circolare liberamente in tutto il territorio unitario senza dover passare per alcuna frontiera. Dieci anni dopo il trattato fu introdotto il Sis (Sistema d’informazione Schengen), una banca dati che aiuta le autorità a consentire o negare gli accessi provenienti da paesi terzi; anche Romania, Bulgaria e Croazia, seppure non ancora nell’accordo Schengen, utilizzano già il sistema Sis.

Questa necessità deriva dal fatto che i confini dell’Unione europea sono valicati da più di 700 milioni di persone l’anno, un numero che mette a dura prova l’efficacia e la rapidità della sorveglianza di frontiera. Per questo l’Unione sta finanziando diversi progetti per potenziare le capacità di polizia: attraverso il programma Horizon 2020, la Commissione europea ha versato circa 80 miliardi di euro per l’innovazione; tra questi progetti, 10 sono concentrati sulla sicurezza dei confini, con un budget totale di circa 41 milioni di euro.

Il progetto lussemburghese iBorderCtrl è senza dubbio quello più controverso: un algoritmo promette di identificare le mistificazioni dei viaggiatori valicanti i confini, con lo scopo di perfezionare e velocizzare le operazioni di polizia di frontiera.

Una tecnica a metà tra la macchina della verità e il software “Precrimine” del film Minority Report, pare.

Secondo quanto riportato sul sito ufficiale di iBorderCtrl, la procedura di utilizzo comprende due fasi: la prima è la registrazione precedente al valico, la seconda è il controllo effettivo delle autorità alla frontiera. La registrazione prevede che gli individui e i veicoli che vogliono entrare nell’Ue si registrino su base volontaria al sistema, fornendo i propri dati personali che saranno poi incrociati con le informazioni presenti nel sistema Sis. Inoltre, gli utenti avranno un “colloquio breve” con un avatar via webcam, capace di rilevare informazioni vere da quelle false.
La seconda fase si svolge al valico delle frontiere dell’Unione, in cui le autorità integrano le informazioni preregistrate con i risultati dei controlli in persona. iBorderCtrl fornisce agli agenti di frontiera un kit portatile che valuta l’autenticità delle informazioni rilasciate dai civili, quali l’ufficialità dei documenti di viaggio, la verifica del riconoscimento facciale del viaggiatore tramite i passaporti e il rilevamento non invasivo di mistificazioni. I dati raccolti sono poi criptati, trasferiti in sicurezza e analizzati al momento, fornendo un sistema automatizzato di supporto decisionale per i funzionari di frontiera.

Il progetto è attualmente in fase di collaudo, fino al prossimo agosto 2019, in Ungheria, Grecia e Lettonia, dove le guardie di frontiera stanno imparando ad utilizzare il software attraverso simulazioni realistiche, modellate su casi verosimili.

Tralasciando le gravi preoccupazioni derivanti dalla collezione massiccia dei dati biometrici dei viaggiatori, crediamo sia prioritario interrogarsi sulla validità del rilievo “intelligente” delle menzogne operato da questo software. Secondo quanto rilevato dai ricercatori di iBorderCtrl affiancando i funzionari di frontiera durante la fase di sviluppo, le bugie dei viaggiatori sono rilevabili da non meglio specificati “micro-gesti”. Questa tecnica è stata tradotta in algoritmo, programmata nel software, e implementata come metodo valido per riconoscere potenziali rischi.

Il problema è che in circa un secolo di ricerche accademiche psicologiche e psichiatriche nessuno studio scientifico ha mai certificato la precisione necessaria per considerare questa tecnica uno strumento valido o quantomeno accurato, come riportato dal National research council di Washington, DC.

Considerando che, secondo le stime, il settore della sicurezza nell’Unione europea raggiungerà la quota di circa 130 miliardi di euro entro il 2020, riteniamo sia importante capire che le tecniche di rilievo di mistificazioni sono finzioni cinematografiche senza una solida base scientifica riconosciuta internazionalmente.

[pubblicato su Confronti 12/2018]

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