I 18 anni de "I dialoghi di Trani". Intervista a Rosanna Gaeta - Confronti
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I 18 anni de “I dialoghi di Trani”. Intervista a Rosanna Gaeta

by Stefania Sarallo

Prenderà il via martedì 17 settembre, per concludersi domenica 22 settembre, la XVIII edizione dei Dialoghi di Trani, la più nota rassegna culturale del Mezzogiorno e tra i festival letterari più apprezzati in Italia. Scrittori, filosofi, magistrati, scienziati e giornalisti si incontreranno intorno ad un tavolo, in una piazza, nel cortile di un palazzo o in una chiesa di Trani e nei comuni della Puglia federiciana (Andria, Bisceglie e Corato), per riflettere sul significato dell’«essere responsabili».

I Dialoghi si caratterizzano, tra le altre cose, per il dinamismo e la prontezza con cui anno dopo anno l’iniziativa ha saputo evolversi e innovarsi. Abbiamo chiesto a Rosanna Gaeta, ideatrice e direttrice artistica dei Dialoghi, di anticiparci le novità di questa ultima edizione.
I cambiamenti quest’anno riguardano soprattutto le numerose collaborazioni che si sono aggiunte a quelle precedenti – dichiara Rosanna Gaeta –, a partire dalla Cittadella di Assisi, con la quale abbiamo avviato una forma di partenariato e che sarà con noi con Walter Ganapini, con Mons. Giovanni Ricchiuti, vescovo di Gravina e presidente nazionale di Pax Christi, e don Tonio dell’Olio, presidente della Pro Civitate Christiana. Il loro dialogo, che partirà dall’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco, anticiperà i temi che saranno trattati nel corso della conferenza internazionale “The Economy of Francesco”, che la Cittadella tratterà il prossimo anno. Un’altra collaborazione interessante è quella con l’Accademia di Romania, che ci porta un autore rom, Valeriu Nicolae, il quale racconta nel suo romanzo La mia esagerata famiglia rom la difficoltà di appartenere a questa etnia. Ancora, tra le collaborazioni nuove, cito quella con il CoReCom, con cui organizziamo alcuni incontri interessanti sulla comunicazione responsabile. Da quest’anno, inoltre, il Teatro pubblico pugliese porterà uno spettacolo all’interno dei Dialoghi.
Ci sono alcune novità che interessano anche la sessione Dialokids: eventi e workshop destinati a bambini, ma anche ai docenti, sui libri d’artista, per esempio; ma anche un laboratorio sensoriale per bambini intitolato “Il pane all’acqua di mare. Fare il pane insieme è fare il mondo”, gestito da Lula Pane, una nuova panetteria aperta a Trani da Luca Lacalamita, che dopo essere stato per diversi anni pastry chef presso l’Enoteca Pinchiorri di Firenze ha deciso di tornare e aprire una sua attività. Radio3 è sempre stato partner, ma quest’anno sarà presente al Festival con un suo proprio format, Tutta l’umanità ne parla, che andrà in onda da Trani. Le collaborazioni precedenti verranno mantenute, quella con MicroMega, con Paolo Flores d’Arcais che presenterà il suo ultimo libro, e con la Scuola Holden, con un corso gestito da Paolo Di Paolo; e poi il giornale la Repubblica, che tra i molteplici ospiti che ci propone curerà per la prima volta una sessione dedicata alla poesia.

La manifestazione, fortemente connessa al territorio, ai luoghi, si ripropone di valorizzarli. Come lo fa e come interagisce con la comunità nel suo complesso?
Sono diverse le attività locali che attivano laboratori. Ho già citato quello gestito dalla panetteria Lula pane; poi c’è un laboratorio gestito da psicoterapeuti, un altro ancora di danza, gestito da un’associazione che si chiama Boa Onda. Altre forme di collaborazione sono quelle con le scuole del territorio. Una parte degli studenti, infatti, si occupa dell’accoglienza, della gestione degli eventi e dell’ospitalità. Inoltre i ragazzi degli ultimi anni delle scuole superiori intervisteranno gli autori, in collaborazione con Rai Cultura.
Si moltiplicano anche i luoghi. La maggior parte degli eventi si svolgerà a Palazzo Beltrani e nella Biblioteca Comunale, ma a questi si aggiunge anche la Cattedrale di Trani, dove il maestro Ramin Bahrami terrà una conferenza-concerto e il teologo Vito Mancuso una lectio magistralis. Quest’anno poi, finalmente, avremo tra le location anche una piazza, la bellissima piazza Addazi, prossima alla Cattedrale, dove a concludere il Festival ci saranno Gustavo Zagrebelsky e Alessandro Baricco, ma da cui interverranno anche Concita De Gregorio, il direttore di Repubblica Carlo Verdelli, Moni Ovadia… eventi per i quali è prevista la partecipazione di un numero molto elevato di persone. Per quanto riguarda invece gli spazi più ristretti, limitati a un pubblico di una cinquantina di persone al massimo, ci sono le letture dei quotidiani, che si tengono di mattina nei caffè cittadini, dove un giornalista e un autore sfogliano e commentano il giornale mentre il pubblico magari sorseggia un caffè.

Dopo la paura, il leitmotiv di quest’anno sarà la “responsabilità” che, come di consueto, sarà declinato da diversi punti di vista e angolazioni. Nella società di oggi, che sfugge a ogni responsabilità, che ruolo hanno i festival di letteratura nel creare il senso di consapevolezza e responsabilità sociale, soprattutto da parte dei giovani?
La partecipazione al Festival offre la possibilità di riflette sui temi proposti, che sono sempre legati all’attualità, e dà la possibilità di ampliare i propri orizzonti in maniera anche un po’più complessa, soprattutto per quel che riguarda gli interventi degli autori, che sono o dialoghi serrati o si presentano sotto forma di lectio; questo sia per i giovani ma anche per il pubblico adulto. Si crea un’atmosfera molto particolare ai Dialoghi: un silenzio assoluto, un’attenzione da parte del pubblico che viene percepita in maniera molto positiva dagli autori. Per i giovani inoltre credo che il sentirsi parte integrante di una comunità possa spingere in direzione di una maggiore responsabilità sociale. Quest’anno poi si parlerà di responsabilità di impresa, ma anche di convivenza e uguaglianza, con filosofi e sociologi come Salvatore Veca, Elena Pulcini e Francesco Remotti; e ancora di economia responsabile, a partire Stefano Zamagni con il suo libro “Responsabili” e questa nuova visione dell’economia, ma anche con Antonio Calabrò; il dialogo organizzato in collaborazione con la Cittadella di Assisi va pure in questa direzione.

I Dialoghi sono anche capaci di uscire dal territorio per interagire con altre manifestazioni culturali e festival. Come lo ha fatto quest’anno?Ha partecipato ad altri eventi?
Da alcuni anni i Dialoghi ricevono due inviti, uno al Salone del libro di Torino, perché ci chiedono di curare un evento durante i tempi del Salone, e un altro dalla Fondazione Feltrinelli, che si terrà nel mese di ottobre prossimo. Una cosa assolutamente nuova, invece, è l’invito che abbiamo ricevuto un mese fa dall’Istituto italiano di cultura a Madrid, dove sarò ospite il prossimo 31 ottobre per rappresentare i Dialoghi.

Sono diversi i festival della letteratura, rassegne ormai storiche come quelle di Udine, Torino, Trento e Ferrara, che devono fare i conti con le nuove amministrazioni leghiste, con le quali entrano spesso in collisione. Come si inserisce il Festival di Trani in questo scenario politico? Ha risentito di questo clima non proprio favorevole?
Da noi non c’è un’amministrazione locale leghista e la Regione Puglia è governata dal Centro-sinistra, quindi per noi non sono cambiate le cose politicamente. Ciò non vuol dire, tuttavia, che non ci ritroviamo a dover fare i conti con problemi economici anche grossi, visto che purtroppo i finanziamenti sono abbastanza contenuti. Il problema al Sud è proprio questo: mancano le risorse e i soggetti finanziatori. A sostenere economicamente i Dialoghi sono stati soprattutto soggetti privati, il contributo Pubblico purtroppo non supera il 30-40% dei finanziamenti ricevuti.

Per info: www.idialoghiditrani.com
Scarica il programma qui: http://www.idialoghiditrani.com/programma.php

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