Il vero obiettivo di Ratzinger è opporsi al Sinodo tedesco - Confronti
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Il vero obiettivo di Ratzinger è opporsi al Sinodo tedesco

by Luigi Sandri

di Luigi Sandri. Redazione Confronti.

Si scrive “Amazzonia”, ma si legge “Germania”. Questa ci sembra la chiave – altri ne hanno altre, e avranno le loro ragioni – per situare senso e prospettive del caos ecclesiale provocato da un libro, centrato soprattutto sulla difesa del celibato sacerdotale, firmato Benedetto XVI e cardinale Robert Sarah, e poi “disconosciuto” dal pontefice emerito e invece confermato, riguardo all’apporto di questi, dal porporato guineano.

Due giorni prima che il 15 gennaio uscisse, a Parigi, a firma dei due, Des profondeurs de nos coeurs [Dalle profondità dei nostri cuori], l’editore francese anticipava ai media pagine del libro, affermanti: 1) vi è legame ontologico tra sacerdozio ministeriale e celibato; 2) è perniciosissimo ammettere in Amazzonia l’ordinazione sacerdotale di diaconi già sposati. Ora, quest’ipotesi era stata approvata – con 128 “sì” contro 41 “no” – dall’Assemblea che, in ottobre, riflettendo sui problemi di quell’enorme regione (7,8 milioni di kmq!), aveva constatato che in molti villaggi dispersi nella foresta il prete celibe arriva una volta ogni uno o due anni. E Francesco, che aveva valutato positivamente quell’eccezione alla regola del celibato sacerdotale obbligatorio per i presbìteri della Chiesa latina, sta(va) appunto limando la sua esortazione postsinodale su quel tema. Dunque, l’opinione pubblica ecclesiale, e a ragione, ha visto nel libro in questione una pressione per dissuadere Bergoglio dall’approvare quel “sì”. Insomma, un papa emerito contro un papa regnante!

Tuttavia monsignor Georg Gänswein, segretario particolare del papa dimissionario dal 2013, nonché prefetto della Casa pontificia (in questo ruolo voluto da Francesco) si è affrettato a dire che Ratzinger non aveva affatto firmato quel libro, e ha insistito perché il suo nome fosse tolto dalla copertina.

Ma Sarah ha confermato – pubblicando le fotocopie di varie email – che il suo “coautore” ben sapeva dell’operazione, e aveva passato al cardinale pagine sue di riflessioni su sacerdozio-celibato. E dunque? In paziente attesa di un’inchiesta della Magistratura vaticana per appurare i fatti, noi riteniamo che Sarah abbia detto la verità (ché, se lui avesse costruito prove false, andrebbe privato della porpora e ridotto allo stato laicale!). E ipotizziamo che lo stesso Francesco, o il segretario di Stato Parolin, siano intervenuti su Ratzinger, o su Gänswein (segretario, o anche suggeritore, traduttore e interprete dei desiderata del “suo” papa che in aprile compirà 93 anni), perché fosse ritirata l’imbarazzante firma. La quale è di una persona che, per sua scelta – è bene sottolinearlo – papa non è più; sarebbe comunque ecclesialmente esiziale.

Annosa questione del celibato sacerdotale “latino” a parte, lascia esterrefatti che Sarah e Ratzinger – o chi ha scritto occultandosi con il suo nome – non sappiano che Chiese cattoliche orientali hanno da sempre il clero uxorato: saranno di “serie B”, o spezzano il legame “ontologico” tra sacerdozio e celibato? È scandaloso, poi, che Benedetto e Sarah ignorino deliberatamente il Vaticano II, che aveva reso lode anche ai presbìteri orientali coniugati; e che, in sostanza, quel tandem ignori la rinnovata teologia dei ministeri delineata dal Concilio.

Forse, i due non avrebbero ideato la santa congiura se l’eccezione dei presbìteri sposati si confinasse nell’Amazzonia; il loro timore – fondato! – è che il “cattivo esempio” si propaghi, e non solo in Africa. Ma sospettiamo che il loro vero obiettivo fosse convincere Francesco a impedire che il Sinodo tedesco – che, ora, a fine gennaio, inizia a entrare nel vivo dei suoi lavori – scuota dalle radici la legge del celibato obbligatorio. E la scuoterebbe per il peso storico, teologico, ecclesiale ed “esemplare” della Germania decisa a indicare la strada per superare l’irreversibile mancanza di preti, che del resto incombe su tutto l’Occidente. Certo, la Chiesa romana non si rinvigorirebbe semplicemente dando moglie ai preti; ma lo sarebbe – pensano i tedeschi – con un coraggioso ripensamento, a partire dalla Bibbia e della prima Chiesa, dei “ministeri”, tutti aperti anche a donne e uomini sposati. Questa Chiesa possibile – anche in vista del futuro conclave! – toglie il sonno ai Ratzinger e ai Sarah.

Ma potrebbe un Sinodo di vescovi sciogliere tali aggrovigliati nodi? No; potrebbe farlo – riteniamo – solamente un Concilio, con “padri” e “madri”. Cioè un’Assemblea pur temutissima dai “ratzingeriani”, ma gradita a gran parte del pueblo cattolico.

[pubblicato su Confronti 02/2020]

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