di Michele Lipori. Redazione Confronti
Durante il lockdown per arginare il contagio di Coronavirus, la piattaforma di contenuti digitali ha visto incrementare considerevolmente i propri abbonati. Un risultato fino a pochi mesi fa inimmaginabile.
Netflix è una società di distribuzione via internet di film, serie televisive e altri contenuti d’intrattenimento a pagamento. Fondata nel 1997 negli Usa, è nel 2013 che Netflix ha ampliato la produzione cinematografica e televisiva, nonché la propria distribuzione online. Da allora la piattaforma ha riscosso molto successo, sebbene a gennaio 2020 cominciasse a farsi sentire la concorrenza di altri competitor quali Amazon Prime e Disney+.
Qualcosa è cambiato
In una lettera ai propri sostenitori dello scorso 21 aprile, Netflix ha dichiarato che nel primo trimestre 2020 ha ottenuto quasi 16 milioni di nuovi abbonati, di cui 2,3 milioni in Usa e Canada. Si tratta di una crescita di oltre il doppio rispetto alle previsioni (che stimavano, nello stesso periodo, di aumentare il proprio bacino di utenza di “soli” di 7,2 milioni di abbonati) e di un incremento di oltre il 22% rispetto all’anno precedente. Netflix ha raggiunto, così, i 182,6 milioni di abbonati nel mondo, mostrando di essere uno dei più grandi servizi di intrattenimento digitale, dato comprovato anche da un incremento del 10% nel valore delle proprie azioni.
Nel trimestre successivo (quello attuale, in chiusura a fine giugno), Netflix ha previsto un “rallentamento” con una crescita di ulteriori 7,5 milioni di nuovi abbonati nel mondo, con una conseguente vendita pari a circa e 9,5 miliardi di dollari di vendite e di 1,3 miliardi di dollari di profitti.
Questo nonostante molte produzioni cinematografiche siano attualmente non operative a causa della pandemia. Anche Netflix ha sospeso le produzioni, ma continua a pagare il suo personale con un fondo di 250 milioni di dollari, appositamente creato per sostenere l’industria cinematografica.
Netflix è disponibile in tutti i Paesi del mondo tranne Cina, Crimea, Corea del Nord e Siria.
Anche altre piattaforme digitali hanno visto aumentare considerevolmente le proprie utenze durante il lockdown. Un esempio fra tutti Disney+ che in soli cinque mesi di disponibilità (ma in Italia il servizio è stato disponibile solo da fine marzo) ha raggiunto 50 milioni di abbonati paganti nel mondo.
L’utilizzo della rete durante il lockdown
Un recente studio dal titolo The Global Internet Phenomena Report. COVID-19 Spotlight rilasciato lo scorso 7 maggio da Sandvine (una società fondata in Canada che fornisce prodotti per il web) rileva che:
- Durante il lockdown si è registrato, a livello globale, un incremento del 40% del traffico dati su internet e del 109% di utilizzo della banda per la visione di contenuti digitali via streaming.
- YouTube rimane il leader indiscusso per quanto riguarda il traffico di dati su internet, occupando circa il 15% di tutto il traffico sulle reti a banda larga degli utenti di tutto il mondo.
- Netflix occupa, invece, oltre l’11% del volume totale del traffico, al secondo posto dietro YouTube. E questo nonostante il fatto che Netflix, YouTube e altre piattaforme, durante il lockdown, hanno ridotto la loro banda per consentire l’utilizzo di altre applicazioni senza sovraccaricare la rete.
- La fruizione di video, videogiochi e la condivisione di dati sui vari social network rappresentano oltre l’80% di tutto il traffico di dati su internet, evidenziando il proprio impatto sulla vita dei consumatori.

Michele Lipori
Redazione Confronti