di Chiara Di Giorgio. Redazione Confronti
La Federazione agroalimentare e ambientale Fai Cisl, al fianco dell’associazione Italia-Birmania.Insieme promuove un progetto formativo di cooperazione e sviluppo in Myanmar a sostegno dei contadini di tutti i gruppi etnici nelle township di Mrauk-U.
«Sono azioni piccole ma necessarie, un segno di collaborazione internazionale e sensibilità verso le popolazioni che stanno affrontando un percorso di sviluppo ed emancipazione», afferma Onofrio Rota Segretario Generale della Fai Cisl.
La Federazione agroalimentare e ambientale della Cisl – la Fai Cisl – è impegnata da tempo nel progetto Coltiviamo la pace, la riconciliazione tra le etnie e i lavoratori agricoli nel Rakhine. Un progetto formativo di cooperazione e sviluppo in Myanmar, avviato nel 2018 – al fianco dell’associazione Italia-Birmania.Insieme, attraverso un protocollo tra la Onlus e la Fondazione Fai Cisl studi e Ricerche – ed è rivolto ai contadini di tutti i gruppi etnici nelle township di Mrauk-U. Prevede attività di formazione per circa 800 contadini in 20 villaggi, il sostegno all’agricoltura sostenibile, la promozione dei diritti fondamentali, del miglioramento dei redditi, dell’uguaglianza di genere e del superamento del lavoro minorile.
Negli ultimi anni queste attività hanno consentito la realizzazione di un centro di formazione sindacale che da un lato ha portato lavoratrici e lavoratori all’acquisizione di diritti e indipendenza, e dall’altro ha contribuito all’avvio di nuove coltivazioni organiche. «Progetti che segnano un cammino verso una maggiore dignità delle persone coinvolte, con possibilità maggiori di realizzazione personale e professionale, e un ruolo più rilevante da parte dei contadini nell’economia e nella società in generale» continua Rota.
I percorsi formativi avviati riguardano, oltre al riso nero, anche funghi e ortaggi, e nel contempo i sindacalisti locali sostengono la promozione dell’attività di rappresentanza e partecipazione, in particolare per le donne. In cantiere ci sono i corsi per l’insegnamento della lingua inglese, rivolti ai giovani figli di contadini e non, moduli sui diritti fondamentali e la parità di genere, e per finire l’alfabetizzazione informatica.
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Chiara Di Giorgio
Redazione Confronti