di Michele Lipori. Redazione Confronti
In diversi Paesi di quell’area del mondo che oggi chiamiamo Medio Oriente, a tutt’oggi la situazione delle Chiese è assai complessa, perché figlie ed eredi di una storia tribolata. Tra questi Paesi, diamo qui un quadro sintetico limitato all’Iraq. Dal punto di vista teologico, quelle Chiese si dividono, o si uniscono, in base alla loro accettazione, o al loro rifiuto, delle deliberazioni dei Concili di Efeso (431) e di Calcedonia (451). Il primo definì la Madonna Theotokos, “Madre di Dio”: tesi respinta dal patriarca di Costantinopoli, Nestorio, che proclamava Maria solamente “madre di Cristo”. L’altro Concilio proclamò che in Cristo vi sono due “nature” (umana e divina) e una “persona”: per la prima Roma, e dunque per i cattolici, e per la “nuova” (Costantinopoli), e dunque per gli ortodossi (le Chiese legate all’eredità bizantina), il dogma di Calcedonia è un punto fermo. Invece le Chiese armene, sire e copte rifiutarono e rifiutano quel dogma; perciò un tempo furono chiamate “monofisite” (=credenti che Cristo ha una sola natura), semplificazione polemica che esse respingono..
Chiesa cattolica caldea
La Chiesa caldea fa parte della Chiesa cattolica, ma conservando alcune tradizioni a essa peculiari nella liturgia, nella disciplina sacramentale, nel diritto canonico nonché in alcuni aspetti che della sfera spirituale e teologica. È una Chiesa organizzata in “patriarcato”: dal gennaio 2013 è retto dal cardinale Louis Raphaël I Sako, che ha il titolo di “patriarca di Babilonia dei caldei”. Egli guida la sua Chiesa con il Sinodo, formato da tutti i vescovi caldei.
La Chiesa cattolica caldea si è staccata nel 1553 dalla Chiesa d’Oriente (o “Chiesa persiana”), la cui fondazione si fa risalire al I secolo da Tommaso apostolo, per costituirsi nel V secolo come Chiesa autonoma e autocefala del tutto staccata da Roma e anche da Costantinopoli. La sua dottrina teologica è legata a Nestorio (381-451), patriarca di Costantinopoli, considerato eretico dalla Prima e dalla Seconda Roma. In particolare, egli affermava che in Cristo vi sono due nature (divina ed umana), e due persone (divina ed umana); perciò considerava la Madonna “madre di Cristo” e non “Madre di Dio”. Per la dottrina “ortodossa”, invece, in Cristo vi sono due nature e una sola persona; e Maria è “madre di Dio”, come hanno sancito i Concili ecumenici di Efeso (431) e di Calcedonia (451).
La liturgia avviene, a seconda delle circostanze, sia in arabo che in aramaico (simile alla lingua che parlava Gesù). In chiesa, uomini e donne sono separati.
I caldei sono il gruppo più numeroso tra le denominazioni cristiane in Iraq (circa l’80% sul totale) con 110 chiese sparse in tutto il Paese. Ma, in Iraq, fino ad una quindicina di anni fa i cristiani erano circa 1,5 milioni; le successive guerre e l’Isis li hanno decimati e oggi sono ridotti a circa trecentomila.
Chiesa siriaca
I siriaci costituiscono circa il 10% dei cristiani iracheni. La denominazione include i siriaci cattolici, che sono la maggioranza, e i siriaci ortodossi
La Chiesa ortodossa siriaca – guidata da un patriarca – è autocefala e, teologicamente, è vicina a Nestorio.
Separandosi da quella nel 1783 si è formata la Chiesa cattolica sira, conservando la propria lingua, il proprio rito (siriaco-occidentale) e una propria legislazione ecclesiastica. Dal 2009 è guidata dal patriarca di Antiochia dei Siri, Mar Ignatius Joseph III Younan, e la sua sede trova in Libano, mentre quella della Chiesa ortodossa siriaca è in Siria. In Iraq ci sono 82 chiese siriache, fra cattoliche che ortodosse.
Chiesa assira d’Oriente
La Chiesa assira d’Oriente è una Chiesa cristiana di rito siriaco orientale. Si considera la continuazione legittima dell’antica Chiesa nestoriana diffusa soprattutto in Persia. Non è in comunione con nessuna Chiesa. Ha numerosi fedeli negli Stati Uniti d’America, tra l’Ottocento e il Novecento rifugiatisi là per sfuggire a guerre e persecuzioni. Attualmente è retta dal patriarca Mar Gewargis III, la cui sede è ad Erbil. In Iraq ci sono 21 chiese assire in Iraq, 17 delle quali a Baghdad. Nel 1968 dalla Chiesa assira d’Oriente si è staccata l’Antica Chiesa d’Oriente, oggi presente soprattutto in India.
Chiesa armena
Circa il 3% dei cristiani iracheni afferiscono alla Chiesa armena e in gran parte sono i discendenti di quanti fuggirono dalle persecuzioni e dal genocidio del 1915-1917 da parte dell’Impero Ottomano. Ci sono 19 chiese armene in Iraq, sia cattoliche che “gregoriane”, non legate a Roma. La Chiesa apostolica armena (“gregoriana”), che fa parte delle Antiche Chiese orientali, è una tra le chiese più antiche della cristianità. Il Catholicos (capo supremo) di tutti gli Armeni – attualmente Karekin II – ha la sua sede a Echmiadzin, in Armenia. La Chiesa armeno-cattolica è una Chiesa cattolica patriarcale in comunione con la Chiesa cattolica ed è nata nel 1742 staccandosi dalla Chiesa apostolica armena.
Seyfo, un genocidio dimenticato
Le Chiese assira, ortodossa siriaca, cattolica sira e cattolica caldea portano avanti da anni una battaglia per il riconoscimento internazionale del Seyfo (letteralmente “la spada”), il cosiddetto “genocidio assiro”, ovvero il processo di deportazione ed eliminazione fisica dei cristiani compiuto dal governo ottomano tra il 1915 e 1916. Secondo quanto riportato dai delegati assiri alla Conferenza di pace di Parigi del 1919, furono uccisi nel Seyfo 250.000 cristiani, circa la metà della popolazione cristiana prebellica. Nel 1923, durante Conferenza di Losanna, la stima fu aggiornata, attestandosi sulle 275.000 unità. Da sempre, il governo turco (l’erede in qualche modo, del potere ottomano) rigetta in toto le accuse.
Greco-ortodossi
In Iraq vi sono anche gruppi di greco-ortodossi, legati al patriarcato di Antiochia; e gruppi legati alla Chiesa melkita (nata nel 1724 separandosi dagli ortodossi di Antiochia).
Chiese protestanti
Nel 1850 la Chiesa presbiteriana apre la propria missione a Mosul. Nel 1889 è la volta della Chiesa riformata in America (che nel 1957 si è fusa con le Chiese cristiane congregazionali per formare la Chiesa unita di Cristo), che apre la propria missione a Bassora che si avvale del sostegno anche della Chiesa evangelica e riformata, della Chiesa presbiteriana unita e della Chiesa presbiteriana meridionale per formare la Missione unita dell’Iraq (Umi) nel 1924. L’Umi ha lavorato attivamente sul piano dell’evangelizzazione, dell’istruzione e della sanità e nella costituzione di varie congregazioni che hanno attratto persone provenienti dalle Chiese già presenti sul territorio nazionale che erano attratti dalla forma di fede e di culto protestante. Tali congregazioni – che si concentravano soprattutto a Baghdad, Mosul, Kirkuk e Bassora – diventate col tempo autonome e autosufficienti e sono state in grado di continuare la propria attività anche dopo che i missionari dell’Umi sono stati espulsi dall’Iraq nel 1969. Più recentemente le cinque congregazioni si sono unite nell’Assemblea delle Chiese presbiteriane in Iraq, formalmente riconosciuta dal governo iracheno e dunque ha lo stesso status delle altre chiese in Iraq. Il numero esatto di chiese e aderenti è sconosciuto.
431: Concilio di Efeso (il terzo concilio ecumenico), nel quale viene condannato il nestorianesimo e viene invece sancito il fatto che l’unione delle due nature (umana è divina) in Cristo si è compiuta in modo perfetto nel seno di Maria.
451: Concilio di Calcedonia (il quarto concilio ecumenico), nel quale viene stabilito che nell’unica persona-ipostasi (sostanza) di Gesù vi sono le due nature, umana e divina, «senza confusione, immutabili, indivise, inseparabili», rigettando, dunque, la dottrina monofisita che riconosceva a Cristo la sola divinità.
685: Giovanni Marone viene eletto Patriarca d’Antiochia, diventando il primo maronita a ricoprire questo incarico. Dopo tale data la Chiesa di Antiochia si divise tra calcedonesi e non calcedonesi (la maggioranza).
1553: L’allora patriarca Yukhannan (Giovanni) Sulaqa, emette una professione di fede cattolica, riconosciuta come ortodossa dai cardinali riuniti in concistoro. Ciò va in opposizione alla modifica del meccanismo di trasmissione del titolo patriarcale da parte dell’allora Chiesa d’Oriente (non più elettiva ma per successione ereditaria nell’ambito della propria famiglia), sancendo la nascita della Chiesa cattolica caldea.
1724: nasce la Chiesa cattolica greco-melchita separandosi dalla Chiesa greco-ortodossa di Antiochia, dopo che Cirillo III – allora Patriarca di Antiochia – riaffermò nel 1709 l’autorità del papa
1781: La Chiesa siro-cattolica è formalmente unita alla Chiesa cattolica
1968: L’Antica Chiesa dell’Est si divide dalla Chiesa assira dell’Est, presente soprattutto in India
Ph. © James (Jim) Gordon