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Donne, pace e diritti umani

by Raul Caruso

Raul Caruso. Economista, Università Cattolica del Sacro Cuore (Milano). Direttore del Center for Peace Science Integration and Cooperation (CESPIC) di Tirana

La presidenza Biden sta dando un nuovo impulso alla cooperazione internazionale e in particolare sta puntando sul rispetto dei diritti umani. Il dato probabilmente più evidente del nuovo corso è quello della consapevolezza del ruolo delle donne nella società, in politica e in diplomazia

La presidenza Biden sta dando un nuovo impulso alla cooperazione internazionale e in particolare sta puntando sul rispetto dei diritti umani quale fondamento di decisioni e relazioni cooperative in seno alla comunità internazionale. Il modello di questo tipo di approccio appare quello della presidenza di Jimmy Carter che fece del rispetto dei diritti umani uno dei principi ispiratori della sua politica estera.

In generale, la presidenza Carter non gode di giudizi lusinghieri in particolare per quanto attiene alla politica estera e in particolare poiché molti “falchi” non gli hanno mai perdonato di non aver risolto la crisi degli ostaggi in Iran con le “maniere forti”.

Oggi però una politica estera ispirata dal rispetto dei diritti umani appare più praticabile e opportuna alla luce delle differenze rispetto alla fine degli anni ‘70 del secolo scorso. Il mondo bipolare della Guerra Fredda non esiste più e il tentativo di molti incauti analisti di riportare a quel modello è profondamente sbagliato e pericoloso.

Nel contempo la globalizzazione ha determinato un’interdipendenza delle economie mai conosciuta prima e le emergenze quali il cambiamento climatico e la pandemia sono ormai percepiti come problemi che non possono che essere affrontati in maniera cooperativa.

A differenza del secolo scorso, esistono una società civile e un’opinione pubblica globali che riescono a influenzare anche in maniera significativa le scelte di molti policy-maker.  Se guardiamo in particolare a questi aspetti, è plausibile che Biden trovi maggiore seguito di quanto ne trovò Carter.

La negazione da parte dell’ultima amministrazione americana di qualsivoglia forma di riferimento ai diritti umani aveva però riportato il mondo a uno stato di brutale competizione che ha visto la sua manifestazione concreta in un riarmo generalizzato a livello globale.

L’amministrazione Biden e i suoi alleati avranno un gran da fare nel riportare il rispetto dei diritti umani, la costruzione e il mantenimento della pace tra le priorità della comunità internazionale.

Il dato probabilmente più evidente del nuovo corso è quello della consapevolezza del ruolo delle donne nella società, in politica e in diplomazia.

Considerando l’uguaglianza di genere elemento fondamentale per la pace, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite aveva adottato nel 2000 la risoluzione 1325 su Donne, pace e sicurezza che può essere considerata una pietra miliare significativa perla partecipazione delle donne alla diplomazia.

Questa però in molti casi non ha trovato ancora piena applicazione se consideriamo che l’85% dei diplomatici sono uomini. Sembra che l’amministrazione Biden abbia però deciso di dettare la linea in questo senso mettendo i diritti delle donne al centro dell’agenda politica. In occasione della Giornata internazionale della donna, il presidente americano ha creato un nuovo Consiglio perle politiche di genere della Casa Bianca, che ha lo scopo dichiarato di coordinare tutte le questioni in merito alla politica di genere nel governo e valutare in particolare l’impatto della pandemia da Coronavirus sulla salute delle donne in tutto il mondo.

Nello scorso mese di marzo, la vicepresidentessa degli Stati Uniti Kamala Harris e l’ambasciatrice alle Nazioni Unite Linda Thomas-Greenfield sono state scelte per guidare la delegazione degli Stati Uniti alla 65a sessione della Commissione delle Nazioni Unite sullo status delle donne e quindi perla prima volta che gli Stati Unitisono state rappresentate in questi appuntamenti da due donne di colore scelte dalla Casa Bianca.

Biden, peraltro, ha nominato nel suo gabinetto più donne dei suoi recenti predecessori ma soprattutto molti ruoli chiave sono attualmente ricoperti da donne tra cui il segretario al Tesoro Janet Yellen, il segretario al commercio Gina Raimondo e il direttore dell’intelligence nazionale Avril Haines.

In breve, il nuovo corso americano sta mostrando in concreto come alcune discriminazioni evidenti possano essere abbandonate. Se i diritti e la partecipazione alla vita politica delle donne sono da considerare prodromici a percorsi di  di pace allora siamo sulla buona strada.

Ph. © @luciadong

Raul Caruso

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Economista, Università Cattolica del Sacro Cuore (Milano). Direttore del Center for Peace Science Integration and Cooperation (CESPIC) di Tirana

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