Nel mare ci sono i coccodrilli. Dal testo alla scena - Confronti
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Nel mare ci sono i coccodrilli. Dal testo alla scena

by Fabio Geda

di Fabio Geda. Scrittore

Intervista a cura di Valeria Brucoli (Redazione Confronti)

Dal testo alla scena, dalla scena al cinema. Il viaggio iniziato dieci anni fa con il successo editoriale del romanzo  Nel mare ci sono i coccodrilli (Baldini+Castoldi, 2010), tradotto in 33 Paesi e con oltre 600mila copie vendute, Fabio Geda e Enaiatollah Akbari si sono incontrati di nuovo per raccontare il seguito della storia.

Se i Coccodrilli 
racconta l’avventura straordinaria di Enaiatollah, fuggito dall’Afghanistan che era ancora un bambino e giunto in Italia dopo aver attraversato Pakistan, Iran, Turchia, Grecia, la seconda parte della storia trova spazio in Storia di un figlio. Andata e Ritorno (Baldini+Castoldi, 2020), che ripercorre il viaggio a ritroso per ricongiungere i legami spezzati e riflettere con una nuova consapevolezza sull’esperienza della migrazione. 

Da qui è nata l’ispirazione per Enaiat, l’incredibile storia, il film scritto e diretto da Patrizia Schiavo, e liberamente tratto dal romanzo di Fabio Geda Nel mare ci sono i coccodrilli, che traspone prima sulla scena e poi sul grande schermo il viaggio di Enaiatollah. In occasione dell’uscita del film noi di Confronti abbiamo intervistato Fabio Geda che racconta come questa storia si è evoluta e trasformata nel tempo.

 

Come è avvenuto l’incontro con Enaiatollah e con la sua storia?

Ci siamo incontrati durante una presentazione del mio primo romanzo. Lui era stato invitato a fare da controcanto, con la sua storia vera, alla storia da me inventata di un ragazzino romeno che viaggiava da solo, in Europa, per cercare suo nonno. Quando l’ho sentito parlare, e raccontare, ho percepito una grande sintonia tra il suo sguardo leggero, persino ironico, sulle proprie drammatiche vicende, e quello che io tentavo di fare con la mia scrittura. In quel momento, quella sera stessa, Nel mare ci sono i coccodrilli ha cominciato a nascere. 

A dieci anni di distanza da Nel mare ci sono i coccodrilli è stato pubblicato Storia di un figlio. Andata e Ritorno Da dove è nata l’urgenza di tornare a raccontare questa storia?

Inizialmente era soltanto un modo per celebrare i dieci anni dall’uscita dei Coccodrilli. Poi però è diventata una urgenza diversa, perché ci siamo resi conto che c’era davvero molta roba da raccontare: ad esempio ciò che era capitato alla sua famiglia, in Afghanistan, dal 2001 al 2008, durante il periodo peggiore della guerra scatenata all’indomani dell’attentato alle torri gemelle; e poi gli ultimi dieci anni di vita di Enaiat, dalla pubblicazione del libro a oggi. Erano successe un sacco di cose, cose che raccontavano bene come il viaggio del migrante non finisce con l’arrivo in una nuova terra, perché lì comincia un nuovo viaggio straordinario, quello verso l’integrazione, o la costruzione di una nuova identità.

Il secondo libro è un viaggio al contrario. Cosa ha significato ripercorrere questa strada insieme a Enaiatollah e cosa è cambiato nella narrazione?

È cambiata la struttura della storia, anzitutto e soprattutto: i Coccodrilli sono il classico viaggio dell’eroe, con un ragazzino che deve attraversare mille difficoltà per andare da un posto a un altro, per trovare un luogo da chiamare casa. In Storia di un figlio il viaggio è maggiormente esistenziale e la struttura è più frammentata, fatta di ricordi, informazioni, comprensioni. Anche se insomma, anche qui, c’è un viaggio fisico (Italia-Pakistan-Italia) e un finale che tutti quanti speriamo apra ad anni ancora più felici, per lui. 

La sua esperienza come scrittore è arrivata dopo quella come educatore. Cosa hanno comune queste due figure?

L’ascolto. Sono due professioni basate sull’ascolto. Quello dei ragazzi con cui lavoravo, prima, e quello dei personaggi la cui vita metto in scena, adesso. Se sono lo scrittore che sono lo devo soprattutto a quel lavoro lì, agli anni di comunità alloggio, a quel prezioso apprendistato delle emozioni. 

Quando l’ascolto si trasforma in racconto, realtà e finzione spesso si confondono. È accaduto anche per la storia di Enaiatollah?

Qui prevale senza dubbio la realtà. Poi certo, la forma, la poetica, il racconto che diventa universale, ma la realtà vince. Almeno, è ciò che mi sembra.

Enaiat, l’incredibile storia il film di Patrizia Schiavo ispirato a Nel mare ci sono i coccodrilli, è appena stato presentato. Cosa ha perso e cosa ha guadagnato la narrazione nel passaggio dalla pagina al grande schermo?

Non lo so, non sono in grado di dirlo. Forse tra un po’ mi verrà in mente qualcosa, ma per ora mi sembra solo che siano due visioni della stessa storia, che conducono alla stessa dolorosa verità.  Ciò che so è che Teatrocittà, tutti quanti, hanno fatto un lavoro straordinario, creando una sintesi tra cinema e teatro che davvero mi ha lasciato a bocca aperta.

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Fabio Geda

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