Libertà di stampa, sempre più in pericolo - Confronti
Home Editoriali Libertà di stampa, sempre più in pericolo

Libertà di stampa, sempre più in pericolo

by Giancarla Codrignani

di Giancarla Codrignani. Giornalista, scrittrice e già parlamentare.

La libertà individuale e la libertà politica sono costituzionalmente protette, ma da parecchio tempo l’art. 21 è in caduta libera. Sembra con poca attenzione dei cittadini, disattenti al loro diritto di conservare informazioni e comunicazioni sociali rispettose della pluralità democratica. Da anni i nuovi media della comunicazione facilitano l’accesso rapido alle notizie a spese dei giornali di carta, anche se la visualizzazione rapida disimpegna da analisi e confronti d’opinioni e per giunta, nei social, l’insidia delle fake news e della disinformazione viaggia nell’anarchia.

Intanto il rischio delle manipolazioni politiche, dato per scontato fin dagli antichi graffiti pompeiani, oggi lascia prevedere una società controllata dall’alto ad opera degli interessi pilotati dalle grandi multinazionali della comunicazione.

Ci sarebbe bisogno di rendere consapevoli i giovani che prima di diventare un nuovo Zuckerberg bisogna imparare cos’è la libertà di stampa e farla valere anche per i media elettronici e televisivi. La professione, ancora attraente, è radicalmente cambiata perché i giornalisti ormai lavorano sul desk, mentre in gran parte esercitano come freelance per case editrici, convegni, enti locali e istituti commerciali, mentre quelli che una volta si chiamavano “inviati” vanno, spesso senza contratto regolare e senza protezione, dove ci sono situazioni che meritano la denuncia all’opinione pubblica che, altrimenti, nessuno conoscerebbe.

Si può anche morire per un’indagine di mafia, scandali governativi, golpe tentati o riusciti e violazioni dei diritti umani. Senza Anna Politkovskaya uccisa per i suoi dossier non avremmo saputo della Cecenia e oggi senza chi rischia in Myanmar (la Nobel per la pace vincitrice delle elezioni è in carcere sotto il golpe militare), nello Yemen (allo stremo per i combattimenti e la fame), in Afghanistan (i talebani ora hanno mano libera) o nel Burkina Faso (altro golpe, un milione e mezzo di profughi) conosceremmo solo l’orto di casa.

Chi conosce la missione civile del giornalista è il primo nemico della censura che la Costituzione condanna a priori. La guerra, quando si avvicina, subito restringe gli spazi di libertà: meglio non nominare la Nato, altrimenti la Luiss si dissocia da uno dei suoi docenti, idem per una normale circolare del ministero della Difesa sull’allerta preventiva alle nostre forze armate, per nulla scandalosa in questa situazione, ma non si sa perché segretata. Preoccupa la mancanza di un movimento di opinione perché il mercato dei giornali da troppo tempo è in crisi. Ci sono giornali regionali discussi perché i proprietari sono uomini d’affari di dubbia affidabilità sul mercato finanziario anche se sono in grado di tirar fuori i milioni.

I mecenati alla Caracciolo sono in ritirata: è avanzato Domani, ma Repubblica e La Stampa (gruppo Gedi) hanno cambiato aspetto e scambiato direttori già da tempo.

L’Espresso è venduto: l’acquirente è Danilo Iervolino, audace autore di affari e imprese che, partito dall’aggiunta alla proprietà delle scuole paritarie del padre, delle Università telematiche Pegaso e, in un secondo tempo Mercatorum, approfittando della legge Moratti, è salito da un’impresa all’altra fino all’acquisto della Salernitana calcio e di Bfc Media, gruppo che detiene testate importanti quali Forbes Italia, Bluerating, Robb Report, Private, Ite, Asset Class, Cosmo, ecc. e, infine, di Repubblica (un tempo da lui denunciata per un’inchiesta sui “diplomifici Iervolino”).

Fu vociferato come candidato sindaco di Napoli berlusconiano per aver messo a disposizione l’università Pegaso per la formazione politica dei giovani di Forza Italia. L’8 febbraio 2022 ha costituito L’Espresso Media srl, capitale sociale di 10mila euro. L’amministratore delegato, Denis Masetti, anche lui operatore finanziario impegnato nell’editoria, si è fatto carico della garanzia: «L’Espresso rappresenta una parte importante della storia d’Italia.

Partendo dalla sua storia, vogliamo anche che si sviluppi attraverso un progetto editoriale indipendente e condiviso, supportato da strumenti e strategie moderne e investimenti adeguati che facciano crescere la qualità del prodotto, la diffusione e la sua penetrazione».

Ci fidiamo?

ph. Amador Loureiro © via Unsplash

Picture of Giancarla Codrignani

Giancarla Codrignani

Giornalista, scrittrice e già parlamentare

Abbonati ora!

Solo 4 € al mese, tutta Confronti
Novità

Seguici sui social

Articoli correlati

Scrivici
Send via WhatsApp