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Il caso Mario Paciolla – Scheda di approfondimento

by Nadia Addezio

a cura di Nadia Addezio. Redazione Confronti

CHI ERA MARIO PACIOLLA:

  • Mario Carmine Paciolla, classe 1987, è stato un giornalista, volontario e funzionario Onu napoletano. Profondo conoscitore della Colombia, come attestano gli articoli scritti sotto lo pseudonimo di Astolfo Bergman, viene trovato morto il 15 luglio 2020 nella sua abitazione a San Vicente del Caguán. Dopo aver prestato servizio volontario per la ong Peace Brigades International dal 2016 al 2018 in Colombia, dall’agosto 2018 inizia a operare come Field Officer per la UN Verification Mission in Colombia, missione Onu volta a verificare e monitorare la realizzazione degli accordi di Pace tra FARC-EP e governo colombiano. 
  • Paciolla fu incaricato di elaborare report e documentare i fatti del 29 agosto 2019, quando le forze aeree colombiane avevano condotto un’operazione militare bombardando il villaggio di Aguas Claras del Comune di San Vicente del Caguán. Nel villaggio viveva Rogelio Bolivár Córdova, detto “El Cucho”, comandante delle cellule FARC che avevano rifiutato gli accordi di Pace per l’avvio del processo di disarmo e smobilitazione. Nel villaggio vivevano minori reclutati a militare nelle cellule, il bombardamento causò la morte di alcuni di loro.

CONTESTO E ANTEFATTI:

  • Nell’agosto 2016 era stato stretto un accordo di pace tra il presidente colombiano, Juan Manuel Santos, e il comandante delle Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia (FARC), Rodrigo Londoño Echeverri, per porre fine al conflitto nel Paese iniziato negli anni ‘60, periodo in cui nacquero le FARC (organizzazione guerrigliera di ispirazione marxista-leninista, che prende a modello la rivoluzione cubana).
  • Nel gennaio 2016, il Consiglio di Sicurezza Onu con la Risoluzione 2261 decide di intervenire come osservatore per 12 mesi nel processo di pacificazione e disarmo a partire dalla firma dell’accordo finale di pace tra governo colombiano e FARC – EP (Esercito del popolo);  nel settembre 2016, con la Risoluzione 2307 viene data vita alla missione Onu in Colombia (UN Verification Mission in Colombia).

IPOTESI SULLE CAUSE DEL DECESSO:

  • Paciolla aveva richiesto un trasferimento di missione dopo esser venuto a sapere che il direttore della missione Onu, Raúl Rosende, aveva fatto avere i suoi rapporti al senatore del partito UN (Partito dell’Unità nazionale, partito di centro destra) Roy Barreras. I rapporti di Paciolla diffusi da Barreras portarono a due mozioni di sfiducia verso il ministro della Difesa, Guillermo Botero, responsabile di aver ordinato l’operazione militare dell’agosto 2019, e alle sue conseguenziali dimissioni.
  • Dopo due settimane dallo scoppio dello scandalo, Paciolla e altri colleghi della missione subirono un attacco cibernetico. La fuga di notizie aveva provocato tensioni nel gruppo della missione e il timore di ritorsioni delle Forze militari. Il senatore Botero nel 2019 aveva fatto pressione affinché non fosse rinnovata la missione ONU nel Paese. 
  • La giornalista investigativa e amica di Mario Paciolla, Claudia Julieta Duque, ha ricostruito per El Espectador la vicenda, riportando come, dopo questi eventi, il funzionario Onu avesse tentato di cancellare le sue tracce dai social per non esser messo in relazione con lo scandalo politico e la fuga di informazioni.

MORTE:

  • Mario Paciolla viene trovato senza vita nel suo appartamento il 15 luglio 2020 da una collega. Avrebbe dovuto fare ritorno a Napoli il 20 luglio, giorno in cui scadeva il contratto con la missione. In un primo momento, le autorità colombiane cercano di far passare la sua morte per suicidio, ipotesi immediatamente messa in dubbio dalla famiglia e amici. 

STATO DELLE INDAGINI: 

  • Prima che si concludessero le indagini della polizia, il 16 luglio 2020 funzionari del dipartimento di Protezione e Sicurezza delle Nazioni Unite ripuliscono la casa di Paciolla con candeggina e prelevano i suoi effetti personali. Il mouse del funzionario viene ritrovato nell’ufficio Onu di Bogotà. 
  • Le operazioni di intervento erano state coordinate dall’ex-militare e capo della sicurezza della Missione Onu nel Caguán, Christian Leonardo Thompson Garzón. Vengono posti sotto indagine quattro poliziotti per non aver protetto la scena del crimine, macchiandosi di delitto di ostruzione alla giustizia. 
  • Subito dopo aver appreso la tragica notizia, la famiglia e gli amici di Mario Paciolla si sono mossi per chiedere giustizia lanciando una petizione indirizzata al ministro degli Esteri Luigi Di Maio su Change e creando un movimento di pressione, “Giustizia per Mario Paciolla” che fa sentire la sua voce sui canali social;
  • 18 LUGLIO 2022: La giornalista investigativa Claudia Julieta Duque ha pubblicato il 18 luglio un articolo per El Spectador dove ha riportato il risultato dell’autopsia svolta dal medico legale Vittorio Fineschi e dalla tossicologa forense Donata Favretto: alcune delle ferite riportate sul corpo di Mario Paciolla sono state inferte in limine vitae o anche post-mortem, eliminando così del tutto l’ipotesi di suicidio approntata inizialmente dalle Nazioni Unite. Il padre e la madre di Paciolla, Giuseppe e Anna Maria, dopo l’appello rivolto al presidente del Consiglio Mario Draghi, hanno presentato una denuncia alla Procura generale di Bogotà contro due funzionari delle Nazioni Unite e quattro agenti di polizia.
  • 19 OTTOBRE 2022: La procura di Roma chiede di archiviare il caso Paciolla, ritenendo non esservi elementi sufficienti per provare che si trattò di omicidio. La morte di Paciolla sarebbe dovuta “a un gesto volontario”. 
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Nadia Addezio

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