"La tua parrocchia sarà la strada". L'impegno di don Ciotti nel sociale - Confronti
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“La tua parrocchia sarà la strada”. L’impegno di don Ciotti nel sociale

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di Redazione Confronti

Ordinato sacerdote nel 1972, don Ciotti ha sempre avuto come parrocchia “la strada” in quanto “luogo di apprendimento e incontro con le domande e i bisogni più profondi della gente”. Da lì è iniziato il suo lavoro al fianco delle persone tossicodipendenti, la promozione delle reti di impegno sociale, e le associazione di contrasto alla criminalità organizzata.

  • Don Pio Luigi Ciotti nasce nel 1945 in Pieve di Cadore (Belluno). Nel 1965 fonda con i gruppi parrocchiali della Crocetta “Gioventù”, gruppo per aiutare le persone tossicodipendenti per strada;
  • Nel 1972 viene ordinato sacerdote dal cardinale Michele Pellegrino, sostenitore delle iniziative di Ciotti. Il cardinale gli affidò come parrocchia “la strada” in quanto “luogo di apprendimento e incontro con le domande e i bisogni più profondi della gente”;
  • Nel 1974 don Ciotti riqualifica un cascinale in un centro d’ascolto per persone tossicodipendenti, la “Cascina Abele”. Questa diverrà la nota Onlus Gruppo Abele;
  • Riconoscendo l’importanza del “noi”, don Ciotti promuove reti di impegno sociale come il Coordinamento nazionale delle Comunità di accoglienza (CNCA) e la Lega italiana per la lotta all’Aids (LILA), delle quali è stato presidente;
  • Nel 1993 fonda il bimestrale Narcomafie dopo le stragi di Capaci e via d’Amelio, che nel 2020 diventa lavialibera;
  • Diviene presidente dell’associazione di contrasto alla criminalità organizzata Libera. Associazioni, nomi e numeri, fondata nel 1995 dal Gruppo Abele;
  • Nel 2004, don Ciotti si oppone alla Legge Fini-Giovanardi che inasprisce le sanzioni per il consumo di stupefacenti ed elimina la distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti;
  • Nel 2007 si dichiara a favore delle coppie di fatto e nel 2008 denuncia la gravosità del reato di clandestinità, introdotto poi nel 2009 dalla Legge “pacchetto sicurezza” del Governo Berlusconi.

Ph. © Wikimedia Commons

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