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Nato: passaggio a Nord-Est?

by Michele Lipori

di Michele Lipori. Redazione Confronti.

Dopo l’invasione russa dell’Ucraina nel 2022, l’opinione pubblica in Finlandia e in Svezia si è espressa per la prima volta nettamente a favore dell’adesione alla Nato.

L’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord (Nato) è un’alleanza militare intergovernativa in cui Stati aderenti si impegnano a difendersi a vicenda dagli attacchi di terzi. Istituita all’indomani della Seconda guerra mondiale e fortemente voluta dall’amministrazione Truman negli Stati Uniti come mezzo di contrasto alla “minaccia rossa” rappresentata dall’ex Unione sovietica (si era, allora, all’inizio della Guerra fredda), l’organizzazione si fonda sul cosiddetto Patto Atlantico, firmato a Washington il 4 aprile 1949, ed entrato in vigore il 24 agosto dello stesso anno. La Nato aveva avuto come antecedente il Patto di autodifesa collettiva firmato da Belgio, Francia, Lussemburgo, Paesi Bassi e Regno Unito sancito dal Trattato di Bruxelles il 17 marzo 1948 e poi modificato dagli Atti internazionali firmati a Parigi il 23 ottobre 1954, che furono la base per la costituzione dell’Unione europea occidentale. Negli stessi anni, Mosca aveva iniziato a creare alleanze – non unicamente di natura militare – con i Paesi dell’Europa dell’Est: prima attraverso il Cominform (1947-1956), poi con il Comecon (1949-1991) e naturalmente con il Patto di Varsavia (1955-1991) nato proprio come reazione al riarmo della Nato e all’adesione della Repubblica federale tedesca (1955).

I Paesi fondatori della Nato erano Belgio, Canada, Danimarca, Francia, Islanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito, Stati Uniti ma dalla sua creazione, la Nato è passata a essere composta da 30 Stati, 28 dei quali europei.

L’ultimo Stato a entrare a far parte della Nato è stato la Macedonia del Nord il 27 marzo 2020, ma l’organizzazione riconosce Bosnia Erzegovina, Georgia e Ucraina come Paesi aspiranti membri. L’allargamento a Est della Nato ha portato a tensioni con la Federazione russa che, pur non essendo uno Stato membro, è uno degli altri 20 Paesi che partecipano al Partenariato per la Pace della Nato, un programma di collaborazione avviato durante il Vertice di Bruxelles del 1994 con il fine di rafforzare i legami tra i Paesi Nato e i Paesi membri dell’antico Patto di Varsavia, nonché l’Austria, Malta, la Finlandia e la Svezia. La collaborazione tra questi Paesi è focalizzata prevalentemente sullo scambio d’informazioni, di strategie di sicurezza, su iniziative umanitarie, lasciando la facoltà di scegliere a ciascun Stato l’ampiezza di tale collaborazione (fino alla partecipazione a manovre militari, come hanno fatto Svezia e Finlandia).

Dopo l’invasione russa dell’Ucraina nel 2022, l’opinione pubblica in Finlandia e in Svezia si è espressa per la prima volta nettamente a favore dell’adesione alla Nato. Sul versante finlandese, un sondaggio del 30 marzo 2022 commissionato da Yleisradio Oy (Yle) – la radiotelevisione di Stato finlandese – ha rivelato che circa il 61% dei finlandesi era favorevole all’adesione alla Nato, rispetto al 16% contrario e al 23% che ha dato parere incerto. Da parte svedese, un sondaggio del 1 aprile dell’agenzia Demoskop commissionato dal giornale svedese Aftonbladet ha rivelato che circa il 51% degli svedesi era favorevole all’adesione  alla Nato, contro il 27% che invece si è dichiarato contrario.

A metà aprile di quest’anno, i governi dei due Paesi del Nord Europa hanno comunicato di aver iniziato a esplorare la propria adesione alla Nato, commissionando rapporti sulla sicurezza e alla fine di aprile, la testata giornalistica finlandese Iltalehti ha riferito che sia la Finlandia che la Svezia avevano accettato di presentare domanda per l’adesione alla Nato a maggio, sebbene nessuno dei due governi avesse ancora raggiunto una decisione definitiva.

La Finlandia, dopo il crollo dell’Urss aveva già avviato una cooperazione militare con la Nato (e dal 1995 e parte dell’Ue) e l’annessione della Crimea da parte russa ha portato Helsinki a rinsaldare ulteriormente i rapporti fino al punto di partecipare a esercitazioni militari congiunte. Tuttavia, fino allo scorso 15 maggio, quando il governo finlandese – previa approvazione del Parlamento – ha annunciato che farà domanda di adesione alla Nato, non era mai venuta meno al suo status di Paese neutrale.

Analogamente, la Svezia non è mai venuta meno alla sua neutralità (dichiarata fin dal 1834), ma dopo la fine della Guerra fredda e la caduta dell’Urss, ha modificato gradualmente la sua politica militare. Nel 1995 la Svezia è entrata a far parte dell’Ue (pur non aderendo all’Eurozona) e dalla metà degli anni ’90 è stata coinvolta in più missioni internazionali in Paesi come la Bosnia e l’Afghanistan. Poi, dal 2009 ha stipulato trattati di mutua autodifesa con l’Ue e con altri Paesi nordici, ponendo così fine a un periodo di quasi 200 anni di neutralità militare ufficiale. Nel 2011 ha partecipato al contingente internazionale guidato dalla Nato nella guerra in Libia.

Il 16 maggio il governo svedese ha annunciato la sua decisione di entrare a far parte della Nato. L’aggiunta dei due Paesi nordici rappresenterebbe notevolmente le capacità di intervento Nato nelle regioni artiche, nordiche e baltiche e costituirebbe la più significativa espansione della Nato dal 2004, quando a unirsi furono i Paesi baltici. La decisione dei due Paesi nordici di aderire in tempi brevi alla Nato è vista dalla Federazione russa come una minaccia a tutti gli effetti e non sono tardate le reazioni e i commenti. «Se Helsinki e Stoccolma entreranno tra gli Alleati – ha dichiarato Dmitri Medvedev, il vicepresidente del Consiglio di sicurezza della

Federazione russa – non sarà più possibile parlare di status non nucleare nel Baltico. L’equilibrio dovrà essere ripristinato». Del resto, parole durissime contro la Nato erano state già ribadite da Vladimir Putin durante la Giornata della vittoria (9 maggio) che celebra la vittoria dell’Urss sulla Germania nazista nella Seconda guerra mondiale. In un documento rilasciato dal governo finlandese, viene dichiarato che l’adesione alla Nato fornirebbe al Paese una deterrenza “significativamente maggiore” contro un possibile attacco. Ma è di parere contrario il ministero degli Esteri russo, che – in caso l’adesione alla Nato dovesse essere confermata – ha parlato di «implicazioni negative per la pace e la stabilità nell’Europa del Nord e non darà a Helsinki e Stoccolma maggiore sicurezza».

Oltre la Federazione russa, tra gli oppositori all’adesione di Svezia e Finlandia alla Nato figura anche la Turchia che ha accusato i due Paesi di avere legami con il Partito dei Lavoratori del  Kurdistan (Pkk) e le Unità di Protezione Popolare (Ypg), gruppi che la Turchia riconosce come organizzazioni terroristiche. Un’opinione non da poco, dato che uno dei capisaldi del Trattato di Washington che è alla base della Nato è che le decisioni al suo interno devono essere prese all’unanimità.

Ph. Bilateral meeting between NATO Secretary General Jens Stoltenberg and Pekka Haavisto (Minister of Foreign Affairs, Finland) and Ann Linde (Minister of Foreign Affairs, Sweden) © NATO via flickr

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