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Giuseppe Dossetti

by Goffredo Fofi

di Goffredo Fofi. Scrittore, critico letterario e cinematografico, giornalista. Direttore della rivista Gli asini.

Sacerdote, giurista, politico, teologo e accademico italiano, Giuseppe Dossetti è nato a Genova nel 1913. Laureatosi nel 1934 in Diritto canonico all’Università di Bologna fu a partire dal 1942 docente di diritto ecclesiastico nell’Università di Modena. Dal 1943 partecipò alla lotta antifascista entrando prima nel Comitato di liberazione nazionale e poi in quello provinciale di Reggio Emilia, di cui fu eletto presidente. A guerra finita, fece parte dell’Assemblea Costituente e il 18 aprile 1948 venne eletto alla Camera dei Deputati.

Nel 1952 fondò a Bologna l’Istituto per le scienze religiose e nel 1956 entrò nel Consiglio comunale di Bologna tra i consiglieri di minoranza (Dc), un percorso che lasciò due anni dopo, quando iniziò il suo percorso per diventare sacerdote. Nel 1960 partecipò ai lavori del Concilio Vaticano II in qualità di collaboratore del cardinale Lercaro lavorando soprattutto alla trasformazione del Regolamento dei lavori del Concilio.

Grande uomo politico e di fede, l’influenza dossettiana sulla Sinistra cattolica del suo tempo fu davvero grande.

Il 2 giugno è una ricorrenza importante, il giorno in cui nel 1946 nacque la nostra Repubblica. Non ho conosciuto Giuseppe Dossetti, il grande prete emiliano, ma era nato a Genova nel 1913 e morirà sulle colline bolognesi nel 1996, a Monteveglio, dove si era da tempo ritirato facendosi prete, deluso ed emarginato dalla politica al tempo della Guerra fredda. Stava per finire un secolo di cui, in Italia, Dossetti era stato uno dei protagonisti, anche se si era sempre tenuto volutamente nell’ombra.

Leader politico e morale dell’antifascismo e della Resistenza, e ispiratore, con Aldo Moro e Lelio Basso, di molti degli articoli più innovativi della nostra Costituzione, le sue idee e non solo le sue nascevano dal confronto con quelle della corrente cattolica francese detta del “personalismo”, che ebbe in Mounier e Maritain i suoi pensatori più influenti. Il cattolicesimo francese più avanzato (pensiamo a Simone Weil!) era stato segnato da due forti caratteri di quella cultura, come ci ricordavano spesso i nostri “maggiori”: la Riforma protestante e la Rivoluzione borghese. Due movimenti dai quali eravamo stati tenuti ossessivamente al riparo dalla Storia del nostro Paese, dove la grande ventata del Modernismo nei primi decenni del Novecento era stata contrastata e condannata dai papi e, su loro mandato, dal fascismo.

Si veda la grande vicenda del “modernismo cattolico”, ricostruita tanti anni fa mirabilmente da Michele Ranchetti in un libro Einaudi purtroppo mai ristampato [Cultura e riforma religiosa nella storia del modernismo, 1997], e una figura ancora attualissima come quella dello scomunicato Ernesto Buonaiuti (Roma, 1881-1946), su cui va assolutamente letta la biografia che gli ha dedicato proprio di recente Giordano Bruno Guerri, Eretico o santo, edita da La nave di Teseo, anche perché il pensiero di Buonaiuti fu molto vicino a quello del protestantesimo del suo tempo.

L’influenza dossettiana sulla sinistra cattolica del suo tempo fu davvero grande, anche se venne sconfitta dalla corrente dominante, che era pacelliana e filo-atlantica, e dallo stesso Alcide De Gasperi e dallo stesso Amintore Fanfani che pure Dossetti avevano conosciuto e frequentato, una “Sinistra” molto relativa e opportunista. L’influenza di Dossetti è stata grande su tutta la sinistra più avvertita, ovviamente anti-stalinista così come era stata antifascista.

Non ho conosciuto Dossetti, anche se sono stato a Monteveglio tra i suoi amici ed “eredi”, e ho visto più di una volta (senza conoscerlo) Giorgio La Pira, e ho conosciuto Carlo Carretto quand’ero ragazzo… E tanti “bolognesi” che Dossetti hanno frequentato e ascoltato, rigorosamente di sinistra, credenti e non credenti e cattolici come protestanti…

Secondo alcuni storici fu non a caso contro l’area dei giuristi e militanti che dall’area e dalla “scuola” dossettiana provenivano che gli osceni brigatisti si accanirono di più, ché erano questi i pensatori la cui influenza più temevano i servizi segreti non solo italiani.

Ph. Giuseppe Dossetti © Doriano Strologo 

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Goffredo Fofi

Scrittore, critico letterario e cinematografico, giornalista. Direttore della rivista Gli asini

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