di Raul Caruso. Economista, Università Cattolica del Sacro Cuore (Milano). Direttore del Center for Peace Science Integration and Cooperation (CESPIC) di Tirana.
La principale preoccupazione per l’economia mondiale continua a essere il livello di inflazione che, tra le altre cose, determina il rialzo dei prezzi dei beni alimentari. Vi è una relazione ben conosciuta tra rialzo dei beni alimentari e violenza, mentre una maggiore stabilità dei prezzi, determina un miglioramento generale nel tenore di vita delle fasce più povere della popolazione in cui la spesa alimentare rappresenta la voce più importante nei consumi delle famiglie.
La principale preoccupazione per l’economia mondiale continua a essere il livello di inflazione. E se da un lato l’inflazione diminuisce il potere di acquisto e quindi il benessere delle famiglie, dall’altro la risposta a essa, vale a dire il rialzo dei tassi di interesse, è financo più problematica poiché rende più difficili gli investimenti produttivi da parte delle imprese. Il rialzo dei prezzi, in particolare di quelli agricoli, richiede un intervento non convenzionale.
Bisogna derogare alla regola “sacra” di una piena flessibilità dei prezzi e ragionare a livello globale su politiche di controllo dei prezzi. In un’economia di guerra, del resto, politiche di controllo dei prezzi sono sempre state applicate.
Gli Stati Uniti, ad esempio, vi hanno fatto ricorso durante le guerre mondiali ma anche durante la guerra di Corea e la guerra del Vietnam con risultati considerati apprezzabili. In linea di principio anche in questa fase di alta inflazione l’idea di controllare i prezzi è stata già “sdoganata” nel momento in cui i Paesi dell’Ue si sono trovati d’accordo nel mese di dicembre 2022, dopo settimane di negoziati, a fissare un tetto al prezzo del gas naturale.
Sicuramente l’urgenza è per i prezzi agricoli. Le principali argomentazioni a favore del controllo dei prezzi agricoli sono state presentate da Peter Timmer, professore emerito dell’Università di Harvard. Tra le esperienze di successo ci sono quelle recenti dei grandi Paesi asiatici come Cina e Indonesia in merito ai prezzi del riso, ma a queste potremmo aggiungere anche l’esperienza dei Paesi europei nella fase della ricostruzione post-bellica in seno alla Politica agricola comune (Pac).
Una maggiore stabilità dei prezzi, determina un miglioramento generale nel tenore di vita delle fasce più povere della popolazione in cui la spesa alimentare rappresenta la voce più importante nei consumi delle famiglie. Questa contribuisce anche a una più generale stabilità sociale.
Vi è una relazione ben conosciuta tra rialzo dei beni alimentari e violenza che sovente ricordiamo per mezzo dell’espressione “rivolte per il pane”. Se guardiamo al lato dei produttori, inoltre, i vantaggi sarebbero anche più evidenti. In questo senso, l’esperienza dei Paesi europei è chiara.
Nel momento in cui fu approvata la Pac nei fatti gli agricoltori europei furono “protetti” non solo dalla concorrenza internazionale ma soprattutto dalle oscillazioni dei prezzi agricoli.
La maggiore stabilità ha favorito investimenti, accumulazione di capitale e infine aumenti significativi di produttività. La maggiore produttività agricola che ha consentito ai Paesi dell’Ue di diventare esportatori netti di beni agricoli, è infatti dipesa dai maggiori investimenti effettuati anche in virtù della ridotta volatilità dei prezzi.
Le politiche di stabilizzazione dei prezzi nazionali pongono comunque un problema evidente di coordinamento internazionale. In particolare, alla luce del fatto che i Paesi più poveri sono importatori netti di beni alimentari, l’assenza di coordinamento ha tra le diverse conseguenze quello di causare o aggravare trappole della povertà a cui sovente si accompagnano conflitti violenti in particolare di natura intrastatale.
Se la comunità internazionale intende intraprendere un nuovo percorso che conduca a un miglior governo di questa nuova fase della globalizzazione non può non interrogarsi e confrontarsi sull’opportunità di modificare alcuni dei principi che hanno caratterizzato il governo dell’economia mondiale degli ultimi decenni in particolare per i mercati agricoli.
Foto © Jonathan Pielmayer via Unsplash
Raul Caruso
Economista, Università Cattolica del Sacro Cuore (Milano). Direttore del Center for Peace Science Integration and Cooperation (CESPIC) di Tirana.