Kirchentag - Confronti

Kirchentag

by Michele Lipori

di Michele Lipori. Redazione Confronti

La 38esima edizione del Kirchentag, che si è tenuta lo scorso giugno a Norimberga, è stata dedicata alla guerra e al clima, ma offre uno spunto di riflessione su come è cambiata la società rispetto alla Chiesa che, dagli anni Cinquanta a oggi, ha registrato un’ondata di abbandono senza precedenti.

Dal 7 all’11 giugno scorso si è tenuta a Norimberga la 38esima edizione del Kirchentag – letteralmente “giorno della Chiesa” o “giornate della Chiesa” – un evento fondato nel 1949 dalla Chiesa evangelica tedesca (Ekd: Evangelische Kirche in Deutschland) che ogni due anni si svolge in una città diversa della Germania. Periodicamente viene organizzato un Kirchentag ecumenico, protestante e cattolico insieme. Sono stati la guerra e il clima i temi cruciali dell’edizione di quest’anno, presieduta da Karl Ernst Thomas de Maizière, ex ministro federale della Difesa e degli Interni ed esponente di spicco della Unione cristianodemocratica di Germania (Cdu).

L’Ekd è un ente di diritto pubblico costituito da 20 Chiese site in Germania di cui 9 sono di tradizione luterana, 2 di tradizione riformata (calvinista), e 9 sono “Chiese unite” (luterane e calviniste). Tali Chiese sono autonome, ma nonostante alcune differenze confessionali praticano incondizionatamente la condivisione di pulpito e l’eucarestia. L’Ekd sostiene la Conferenza delle Chiese Europee (Cec) alla quale appartiene insieme ad altre Chiese protestanti, anglicane e ortodosse situate in quasi tutti i Paesi d’Europa. Inoltre tutte le Chiese membri dell’Ekd appartengono alla Comunità delle Chiese Protestanti in Europa e al Consiglio Ecumenico delle Chiese (Wcc: Word Council of Churches). Secondo i dati dell’Ekd sono attualmente 19.150.000 le persone che vi aderiscono in tutta la Germania.

COM’È CAMBIATA LA SOCIETÀ

Secondo dati del Bundeszentrale für politische Bildung (Agenzia federale per l’educazione civica), tra il 1956 e il 2019, la percentuale di protestanti in Germania è scesa dal 50,1 al 24,9%. La percentuale della popolazione cattolica è scesa invece dal 45,9 al 27,2%. Dal 1998, il numero degli evangelici dei cattolici è stato inferiore al numero degli abitanti in Germania credenti di altre (o nessun’altra) corrente religiosa. Inoltre, a partire dal 1998, la proporzione della popolazione cattolica è stata superiore alla proporzione della popolazione protestante.

Le ragioni più importanti del calo dei membri sono le persone che decidono di abbandonare la Chiesa, la morte di persone con forti legami con la Chiesa e il calo dei battesimi. In media nei 30 anni che vanno dal 1989 al 2018, 337.000 persone hanno lasciato ogni anno la Chiesa cattolica o protestante. Secondo l’Ufficio federale di statistica, il risparmio sull’“imposta ecclesiastica” può essere una motivazione importante di abbandono.

Per imposta ecclesiastica si intende quella tassa che le comunità religiose raccolgono dai propri membri per finanziare le spese della comunità ecclesiale, come ad esempio il sostentamento del personale ecclesiastico, le spese di amministrazione della comunità e di mantenimento degli edifici ecclesiastici o per promuovere progetti con una finalità sociale. Soggetti alla tassazione ecclesiastica sono le persone fisiche che sono registrate nelle liste dei fedeli di una comunità religiosa cui è stato riconosciuto il diritto di imporre la tassazione ecclesiastica. I picchi di fuoriuscita dalla Chiesa si riscontrano negli anni successivi al 1968 (fino al 1975) e successivi al 1990 (fino al 1995). Fuoriuscendo dalla Chiesa, i contribuenti hanno potuto compensare gli oneri aggiuntivi conseguenti all’aumento dell’Iva avvenuto a partire dal 1968 e all’introduzione del contributo di solidarietà introdotto nel 1991.

L’ondata di abbandono verificatasi alla fine degli anni ’60 e all’inizio degli anni ’70 è inoltre da ricondursi a cambiamenti di più ampia portata: molte persone si sono allontanate dalle Chiese come conseguenza della variazione delle strutture sociali tradizionali. Un altro fattore decisivo per la flessione del numero dei membri di chiesa è che i legami ecclesiali non sono così pronunciati tra le giovani generazioni come lo sono per le generazioni più anziane: fino alla metà degli anni ’60, più del 90% dei nati erano battezzati cattolici o protestanti.

Nel 2010, solo il 50% circa dei nati è stato battezzato come protestante o cattolico. Il cosiddetto “tasso di battesimo” in entrambe le Chiese è diminuito costantemente tra la fine degli anni ’60 e la metà degli anni ’70 e a partire dal 1991. Nel 2017, meno del 45% dei nati è stato battezzato protestante o cattolico.

PLURALISMO RELIGIOSO

Secondo un’indagine di Eurobarometro (2018) circa il 29% degli intervistati si è identificato come cattolico, il 26% come protestante, il 2% come cristiano ortodosso e l’8% si riconosce invece in altre denominazioni del Cristianesimo (dunque il 64,2% degli intervistati si è identificato come appartenente a un comunità religiosa cristiana). Il secondo gruppo più numeroso, circa il 27%, è composto da atei e agnostici, ovvero gli intervistati per i quali l’esistenza di un dio è “impossibile”, “non è stata provata” o “non può essere provata”. Un buon 3% dei partecipanti al sondaggio si è identificato come musulmano e poco meno dell’1% come buddista. Per ebrei, hindu e sikh i valori sono inferiori allo 0,2%. Infine, il 4,4% professa “un’altra religione” o risponde “non so”.

In questo contesto, le maggiori differenze tra Germania occidentale e orientale sono notevoli: mentre a dicembre 2018 nella Germania occidentale solo il 16,6% si definiva non credente, agnostico o ateo, nella Germania orientale la percentuale era del 68,3%. Di conseguenza, la percentuale di intervistati che si sono identificati come cristiani era del 74% nella Germania occidentale e del 24,6% nella Germania orientale.

Foto © Norimberga – Jonathan Wolf via Unsplash

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