di Redazione Confronti
Ogni anno, le organizzazioni Combatants For Peace e Parents Circle-Families Forum organizzano una cerimonia congiunta israelo-palestinese con l’intento di dare un’opportunità – pressoché unica – per israeliani e palestinesi di piangere insieme ed essere uniti nel chiedere la fine dello spargimento di sangue.
«Le vite di tutti coloro che sono legati a Israele e Palestina non saranno più le stesse dal 7 ottobre 2023. Con decine di migliaia di vite stroncate, famiglie dilaniate, bambini traumatizzati, ora più che mai dobbiamo continuare a impegnarci l’uno per l’altro per piangere e ricordare. E, come facciamo ogni anno, chiediamo la fine della violenza e chiediamo una soluzione politica che offra libertà, giustizia e sicurezza per tutti. Con tutti gli occhi della comunità internazionale puntati su Israele e Palestina, ora più che mai, dobbiamo unirci attorno al nostro dolore e restare forti nel costruire la speranza che un’altra via non solo sia possibile ma imperativa».
Quest’anno la cerimonia annuale congiunta israelo-palestinese del Giorno della Memoria – organizzata da Combatants For Peace e dal Parents Circle-Families Forum –, tenutasi lo scorso maggio, è arrivata alla XIX edizione È una manifestazione unica nel suo genere ed è il più grande evento di pace organizzato congiuntamente da israeliani e palestinesi insieme. Nel 2023 erano presenti fisicamente oltre 15.000 persone e circa 200.000 virtualmente da tutto il mondo. L’evento si tiene ogni anno in occasione dello Yom HaZikaron (una festività dello Stato di Israele per commemorare «i militari caduti per difendere la libertà del popolo ebraico e l’indipendenza dello Stato di Israele e le vittime civili degli attacchi del terrorismo»). La cerimonia congiunta è radicalmente diversa perché non promuove la narrazione secondo cui la guerra e la morte sono fatti “inevitabili” e “necessari”. Al contrario: questa cerimonia è pensata come un’opportunità – pressoché unica – per israeliani e palestinesi di piangere insieme ed essere uniti nel chiedere la fine dello spargimento di sangue. Nel “piangere insieme”, l’intento non è di equiparare le esperienze luttuose – seppur dolorose da entrambe le parti –, ma piuttosto di trasformare la disperazione in speranza e di costruire compassione attorno alla comune umanità di chi ha perso una o più persone care a causa del conflitto, sottolineando che «l’occupazione, l’oppressione e il conflitto non sono inevitabili».
Quest’anno la cerimonia ha incentrato la narrazione sulle storie di bambini e bambine, il cui unico crimine è stato quello di essere nati palestinesi o israeliani. «Quale sarà il futuro della prossima generazione?», «Come è possibile portare speranza in mezzo a tanta tragedia?». Queste alcune domande a cui si è cercato di dare risposta.
Quest’anno, a causa della difficoltà per le persone palestinesi di raggiungere il luogo in cui si svolge normalmente la cerimonia congiunta, sono stati organizzati quasi un migliaio di eventi in streaming che hanno portato gli spettatori e le spettatrici sia in case private che in spazi pubblici, in Israele, in Palestina e in tutto il mondo.
Ahmad Alhilu, membro di Combatants for Peace ha raccontato alle telecamere di un attacco in cui sono state uccise a Gaza più di 60 persone, tra cui componenti della sua famiglia. Sostiene che seppure comprende la grande paura e il dolore che hanno colpito gli israeliani dopo gli eventi del 7 ottobre, tuttavia, uccidere decine di migliaia di persone, causando fame, paura, terrore e dolore indescrivibile, non aiuterà a far trovare maggiore sicurezza e pace per gli israeliani.
Oren Balaban di Parents Circle Families Forum, che riunisce famiglie israeliane e palestinesi che hanno perso i propri cari a causa del conflitto, racconta che dopo il 7 ottobre – e ciò che ne è conseguito – gli incontri (ormai quasi tutti online) sono stati difficili e che oggi essere un attivista per la pace in Israele e in Palestina è una sfida enorme, perché Israele vive ancora come se fosse il 7 ottobre e i palestinesi come se fosse l’8.
Ph. Hope © Nick Fewings