di Michele Lipori. Redazione confronti.
Un recente rapporto, diffuso dalla rete di ricerca panafricana Afrobarometer, ha documentato le aspirazioni e le esperienze democratiche dei cittadini africani negli ultimi 25 anni. Due terzi affermano di preferire la democrazia a qualsiasi altro sistema di governo, e un’ampia maggioranza respinge il governo esercitato da una sola persona, il governo di un solo partito e il governo militare.
La rete di ricerca Afrobarometer ha documentato in un recente rapporto le aspirazioni e le esperienze democratiche dei cittadini africani negli ultimi 25 anni. Questo rapporto distilla i risultati di dati che coprono più di un decennio, incluso un ciclo di sondaggi rappresentativi a livello nazionale in 39 Paesi.
SOSTEGNO ALLA DEMOCRAZIA
Secondo i dati contenuti nel rapporto, in media – nei 39 Paesi presi in considerazione – il sostegno alla democrazia rimane solido: due terzi (66%) degli africani e delle africane affermano di preferire la democrazia a qualsiasi altro sistema di governo, e un’ampia maggioranza respinge il governo esercitato da una sola persona (80%), il governo di un solo partito (78%) e il governo militare (66%). Tuttavia, nei 30 Paesi sottoposti a indagine sistematica nell’ultimo decennio, il sostegno alla democrazia è diminuito di 7 punti percentuali in totale con picchi di ben 29 punti in Sudafrica e 23 punti in Mali. L’opposizione al governo militare si è indebolita di 11 punti in 30 Paesi, in modo più consistente in Mali e Burkina Faso (rispettivamente di 40 e 36 punti). Meno della metà (45%) degli africani e delle africane ritiene che il proprio Paese sia in gran parte o completamente democratico, e solo il 37% afferma di essere soddisfatto del funzionamento della democrazia nel proprio Paese. In 30 Paesi, entrambi gli indicatori mostrano cali, rispettivamente di 8 e 11 punti percentuali, nell’ultimo decennio. Ma la soddisfazione nei confronti della democrazia è crollata drasticamente in alcune delle democrazie più importanti dell’Africa, tra cui Botswana (-40 punti), Mauritius (-40 punti) e Sudafrica (-35 punti).
CONTRO LA DITTATURA MILITARE
Secondo il report di Afrobarometer, lo Zambia è in testa alla “classifica”, con il 90% delle persone intervistate che si dicono contrarie alla prospettiva di un governo militare, seguito da vicino da Uganda (87%), Swaziland (85%) e Seychelles (85%). Il contrasto con il Mali e il Burkina Faso – entrambi Paesi che hanno subito recenti colpi di stato e sono attualmente sotto il governo militare – non potrebbe essere più netto: meno di un/a cittadino/a del Mali su cinque (18%) e solo un/a Burkinabè su quattro (25%) rifiuta questo modello autoritario. Simile la risposta data in media in Niger (44%) e Tunisia (42%), altri due Paesi che hanno subito recenti colpi di stato o gravi battute d’arresto democratiche. Una situazione che è cambiata nel tempo: dieci anni fa la maggioranza nei 30 Paesi allora presi in considerazione rifiutava la leadership militare. Dopo aver perso rispettivamente 40 e 37 punti percentuali, Mali e Burkina Faso si confermano i Paesi che accettano maggiormente il governo militare. Ma vediamo cali a doppia cifra anche in altri 14 paesi, tra cui Costa d’Avorio (-27 punti), Camerun (-19 punti) e persino Ghana (-18 punti). Collegato a questo aspetto c’è anche il dato secondo il quale, nei 39 Paesi presi in considerazione dal report, il 53% delle persone intervistate è disposto ad accettare che i militari prendano il controllo del governo “quando i leader eletti abusano del potere per i propri fini”, mentre una minoranza del 42% afferma invece che i militari non dovrebbero mai intervenire in politica.
Inoltre bisogna constatare che, sebbene le persone africane giovani differiscano poco dalla popolazione più anziana nel sostegno alla democrazia, esprimono tuttavia una maggiore disponibilità a tollerare l’intervento militare.
Questi atteggiamenti nei confronti del governo militare suggeriscono – secondo gli analisti – una combinazione di fiducia nell’esercito, frustrazione per il cattivo governo e sbiadimento (o mancanza, nel caso delle persone più giovani) di ricordi dell’esperienza di una forma di governo autoritaria come quella militare.
Afrobarometer è una rete di ricerca panafricana, indipendente e imparziale che dal 1999 misura l’atteggiamento pubblico su questioni economiche, politiche e sociali in Africa. La sua sede è ad Accra, in Ghana, ma le indagini sono condotte attraverso una partnership con il Ghana Center for democratic Development, l’Institute for Justice and Reconciliation in South Africa e l’Institute for Development Studies dell’Università di Nairobi. Afrobarometer è stato classificato dal Global go to think tank Index Report del Lauder Institute (University of Pennsylvania) come una delle migliori collaborazioni istituzionali al mondo che coinvolgono due o più think tank.
Foto © Artem Beliaikin via Unsplash
Michele Lipori
Economista, Università Cattolica del Sacro Cuore (Milano). Direttore del Center for Peace Science Integration and Cooperation (CESPIC) di Tirana.