di Giancarla Codrignani. Giornalista, scrittrice e già parlamentare.
Intanto il caldo insopportabile. Ma ben peggio la sopportabilità dei titoli dei giornali che, ormai, comperiamo per salvare le edicole.
Dal 24 febbraio 2022 partecipiamo alla guerra Russo-Ucraina: il governo fornisce armi – perfino gli F16 – contro il divieto della legge 185 del 1990. È successo che Zelensky le ha usate per sconfinare in Russia in omaggio alla “legge del taglione” mentre Putin ha replicato l’escalation ordinando eserci tazioni con armi nucleari sul confine ucraino. Purtroppo i soldati dei due fronti continueranno a morire fino alle elezioni americane e Lucio Caracciolo ha aperto l’ultimo Limes “con una notizia clamorosa”: «La guerra in Ucraina avrà il suo dopoguerra». Quando si capirà che hanno perso tutti.
In Medio Oriente la guerra che dal 7 ottobre 2023 minaccia di diventare mondiale, si è esibita al peggior livello di inciviltà mobilitando gli opposti dèi della vendetta: bisogno di far del male al “nemico”, senza risparmiare i bambini, le case, le terre altrui. Ucciso a Teheran Isma’il Haniyeh, il nuovo capo di Hamas Yahya Sinwar ha mantenuto la linea dura in una situazione dispera ta. Intanto l’odio è aumentato da en trambe le parti. I Paesi arabi si sono attivati, ma l’Islam è diviso, Netanyahu ha provocato l’Iran e ci sarà vendetta, l’Europa è senza una politica estera autonoma e gli Usa hanno mandato un sottomarino nucleare con 154 missili nel Mediterraneo.
All’inizio dell’estate Biden ha finalmente lasciato. Da allora e si è vista una Kamala Harris come mai prima: sorridente, determinata perfino nella scelta di un buon “vice”. Insperata la raccolta dei fondi alla sua campagna. Negli Usa, dove non è neppure comprensibile l’espressione “finanziamento pubblico dei partiti”, si è usi “fare il proprio dovere” alle convention ed è sperabile che qualche corporation filo-repubblicana senta che i suoi affari non sono più in così buone mani con Trump e J.D. Vance. Più Elon Musk.
Per fortuna sono finalmente buone le notizie dalla pericolante democrazia europea: la République si è salvata e sia il Fronte popolare sia Ensemble hanno battuto il Rassemblement lepeniano. La Gran Bretagna è tornata laburista e, quando la Destra estrema ha devastato una città contro i progressisti e gli immigrati, tutte le città inglesi si sono riempite di manifestazioni spontanee contro fascismi e xenofobie.
E l’Italia? La Meloni è andata in Cina: non per relazioni con la futura Grande potenza che aiuta una Russia in gran bisogno e che si tiene in pancia un pezzo del debito americano; ma per fare un po’ di quegli affari che gli occidentali dovrebbero boicottare contro le dittature. Al rientro, la presidente – che aveva firmato l’Autonomia differenziata – si è ritrovata a conteggiare la valanga di firme raccolte dall’opposizione per attivare il referendum abrogativo.
Elly Schlein ha ormai capito che l’unità della Sinistra ha geometria variabile e l’opposizione deve mediare ogni volta al suo interno, escludendo “inciuci” per un potere che non ha (ancora). Se il governo mostra spaccature (i figli Berlusconi incalzano Forza Italia!), le componenti si ricattano reciprocamente e, nonostante qualche defezione, la Meloni tiene. Controlla una compagnia cantante che vale meno di lei, che, da vecchia iscritta al Msi, glissa sul Fascismo e sta con Atreju e Casa Pound; non ha votato Ursula perché vuole
un’Europa nazionalista. Per il 2 agosto ha fatto l’offesa per essere stata collegata agli attentati, ma non ha rimediato rispondendo all’invito a sant’Anna di Stazzema. Per fortuna supplisce Mattarella…
Il governo, già presidenzialista, fa disastri: perfino Innocenzo Cipolletta è intervenuto contro i tagli delle tasse a danno di chi le paga. Comanda decreti e prima delle ferie ha gratificato le lobby e i fedelissimi, indulgente con gli eccessi di Salvini. Discussa ma approvata l’abolizione dell’“abuso d’ufficio”, un “decreto carceri” che non persuade nemmeno il ministro, l’appropriazione della tv pubblica, le offese continue alla libertà di stampa, le polemiche personali con i giornali: il Parlamento depresso!
Già dimenticato le Olimpiadi e la geniale contraddizione di fare della Senna (inquinata?) una piscina olimpionica? Speriamo almeno nelle Paralimpiadi!
Ph. Filip Mishevski © via Unsplash
Giancarla Codrignani
Giornalista, scrittrice e già parlamentare.