di Michele Lipori. Redazione Confronti
Dopo l’attacco di Hamas contro Israele del 7 ottobre 2023 e l’escalation del conflitto a Gaza, che continua a colpire duramente la popolazione civile, si è registrato a livello globale un aumento significativo di episodi di islamofobia e antisemitismo.
Un recente rapporto dell’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali (Fra) evidenzia come le comunità ebraiche in Europa continuino a subire livelli allarmanti di antisemitismo, manifestati attraverso discriminazioni, molestie e violenze di vario genere.
Secondo l’indagine, l’80% degli intervistati ritiene che l’antisemitismo sia aumentato nel proprio Paese negli ultimi cinque anni, mentre il 90% ha osservato episodi di antisemitismo online nell’ultimo anno.
Inoltre, il 56% ha sperimentato situazioni di antisemitismo offline da parte di conoscenti, il 51% lo ha riscontrato nei media, e il 53% si dichiara “preoccupato” per la propria sicurezza personale, con il 60% che estende questa preoccupazione alla propria famiglia.
Significativamente, il 76% degli intervistati nasconde occasionalmente la propria identità ebraica e il 34% evita di partecipare a eventi riconducibili alla religione ebraica “per motivi di sicurezza”.
Il rapporto sottolinea l’urgenza di misure globali per contrastare l’antisemitismo, tra cui un’educazione più efficace, campagne di sensibilizzazione e una maggiore tutela legale per le vittime. Si richiede inoltre una cooperazione più stretta tra governi, società civile e organizzazioni ebraiche per creare un ambiente più sicuro per gli ebrei in Europa.
A livello nazionale, il Community Security Trust – un ente la cui missione dichiarata è fornire sicurezza, protezione e consulenza alla comunità ebraica nel Regno Unito – ha riportato un drammatico aumento degli incidenti antisemiti nel Regno Unito dopo il 7 ottobre 2023: su un totale di 4.103 attacchi registrati nell’anno, circa due terzi si sono verificati successivamente a questa data, segnando un incremento di quasi sei volte rispetto allo stesso periodo del 2022. Anche in Germania gli episodi di antisemitismo hanno subìto un’impennata, aumentando di oltre il 300% solo nel mese successivo a tale data.
Parallelamente, le Nazioni Unite già a partire dallo scorso marzo hanno rilasciato una dichiarazione in cui avvertivano che l’islamofobia aveva raggiunto “livelli allarmanti” su scala globale. E infatti sono stati segnalati crescenti episodi di molestie, intimidazioni e violenze contro i musulmani, con casi di roghi pubblici del Corano e altre manifestazioni di intolleranza religiosa. La dichiarazione delle Nazioni Unite ha sollecitato i governi a vietare l’incitamento alla discriminazione e alla violenza, esprimendo preoccupazione anche per le restrizioni israeliane sugli aiuti umanitari alla popolazione di Gaza durante il Ramadan e le limitazioni all’accesso alla moschea al-Aqsa.
L’islamofobia è cresciuta anche nei numeri: l’organizzazione Tell Mama – un progetto nazionale che registra e misura gli incidenti anti-islamici nel Regno Unito – ha registrato 2.010 episodi di odio anti-islamico tra ottobre 2023 e febbraio 2024, triplicando i 600 episodi dello stesso periodo dell’anno precedente. Al 30 settembre 2024, il totale è salito a 4.971 incidenti, il dato più alto degli ultimi 14 anni.
Per quanto riguarda gli Stati Uniti, solo nel Sud della California i casi di islamofobia (che includono bullismo, discriminazione e minacce) segnalati mensilmente sono passati da circa 30 a 100-120 dopo il 7 ottobre 2023. Ma l’odio antislamico corre anche online: su YouTube i commenti anti-islamici sono aumentati del 43%, con oltre 115mila commenti segnalati nelle settimane successive al 7 ottobre.
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Michele Lipori
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