di Enzo Nucci. Corrispondente della Rai per l’Africa subsahariana. Abiy Ahmed è il giovane Primo ministro etiope che ama dare di sé…
Enzo Nucci

Enzo Nucci
Corrispondente della Rai per l’Africa subsahariana
di Enzo Nucci. Corrispondente della Rai per l’Africa subsahariana. Da anni la società civile kenyana denuncia l’uso eccessivo della forza da parte…
Le ultime votazioni in Burundi segnano la fine di 15 anni di potere autoritario del presidente uscente Pierre Nkurunziza. L’ex premier, comunque, continuerà a pesare sulle scelte politiche in uno dei Paesi africani più poveri, ancora alle prese con gli strascichi di una sanguinosa guerra civile.
di Enzo Nucci. Corrispondente della Rai per l’Africa subsahariana. L’Occidente sta attraversando una delle crisi più profonde della storia recente, ma è…
di Enzo Nucci. Corrispondente della Rai per l’Africa subsahariana. Anche a fronte di una popolazione giovane a confronto con quella europea e…
La Missione dell’organizzazione delle Nazioni unite per la Stabilizzazione nella Repubblica democratica del Congo dura da ormai 20 anni. Scopo della missione è la riconciliazione delle forze che si contrappongono militarmente sul campo nella regione del Kivu. Ma a chi giova davvero l’“industria della pace”?
Lo scorso 8 maggio la popolazione del Sudafrica è stata chiamata alle urne per scegliere i nuovi membri dell’Assemblea nazionale, delle assemblee provinciali e un nuovo presidente. I risultati hanno visto vincente African national congress, il partito di Nelson Mandela che è al governo ininterrottamente dal 1994, anno della caduta del regime dell’apartheid. Ciononostante, non si tratta di una vittoria su tutta la linea.
Le conseguenze del ciclone Idai che tra la notte del 14 e il 15 marzo si è scagliato con forza contro Mozambico, Zimbabwe e Malawi sono devastanti. Secondo l’Onu almeno 3 milioni di persone soffrono per le conseguenze dell’uragano.
Le enormi ricchezze presenti nella Repubblica Democratica del Congo la condannano a essere il bottino di guerra che si spartiscono gli eserciti dei Paesi confinanti e bande paramilitari. Le ultime elezioni, il cui svolgimento desta molte perplessità, hanno visto un passaggio di testimone di padre in figlio, rivelando quanto fragili siano i processi democratici.
In Kenya il terrorismo di matrice islamista continua a mietere vittime, senza che si riesca a elaborare una politica efficace di contenimento. Una guerra impropriamente definita “a bassa intensità” che dura ormai da ventuno anni.