Lo scorso maggio il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna, è stato nominato da papa Francesco nuovo presidente della Conferenza episcopale italiana. Nato a Roma nel 1955, nel 1973, quando era studente al liceo Virgilio, conosce Andrea Riccardi, il fondatore della Comunità di Sant’Egidio e inizia a collaborare attivamente alle loro attività. Come si troverà la Chiesa cattolica italiana con un governo le cui le priorità – almeno a prima vista – non sembrano collimare esattamente con le proprie?
Fulvio Ferrario
Di fronte alla caduta verticale del numero di fedeli, una delle strategie operate da alcune Chiese è quella di abbassare le esigenze e facilitare al massimo l’accesso. Oppure, con segno diametralmente opposto, ci sono Chiese che sostengono che, poiché il Cristianesimo è già minoritario, può essere socialmente significativo solo se si presenta con un alto profilo spirituale. Quale modello prevarrà?
Esistono temi politico-sociali che sono considerati di chiara competenza delle Chiese, ma la “politicità” del messaggio evangelico è in gioco anche su un altro piano, più profondo. Una carica politica indiretta, dunque, ma fortissima che non a caso le varie dittature del mondo cercano in qualche modo di arginare.
Il battesimo è stato recentemente al centro di diatribe. La prima ha coinvolto una chiesa svizzera che voleva esercitare il proprio “diritto” di celebrare il rito nel lago Lemano. In Italia invece si è aperto un dibattito sul fatto che battezzare i/le minori, che non possono esprimere un dissenso, sia lesivo per i diritti dell’infanzia. Cosa succede se la religione viene confinata a “fatto privato”?
Molti sono stati, nel Protestantesimo “classico”, i ripensamenti teologici a proposito della dottrina dello Spirito santo e dei suoi doni, che hanno avuto una ricaduta su molti temi, etici e non. E se la condanna da parte di
altre Chiese è stata radicale, anche l’opinione pubblica secolare ha preso atto di tali sforzi in modo distratto e freddo, considerandoli un tentativo slavato di aggiornare un “prodotto” comunque obsoleto.
In occasione della scomparsa del “papa emerito” Joseph Ratzinger non sono mancate valutazioni iperboliche sulla sua statura di teologo. Alcune vicende teologiche mostrano come un professore di un certo prestigio diviene, per un periodo non brevissimo, uno degli autori più influenti del Cattolicesimo.
Quello con la democrazia è, storicamente, un rapporto non semplice e ciascuna Chiesa ha intrapreso con essa un personale percorso dialettico. Ma come si posizionano le Chiese di fronte agli scenari odierni, che potrebbero essere definiti come “post- democratici”?
Grande è il dibattito, soprattutto in seguito allo scoppiare del conflitto russo-ucraino, su quali siano (o dovrebbero essere) i rapporti tra Chiese e politica. Storicamente si possono individuare dei “tipi ideali”, anche se nella realtà si incontrano in forme miste e “contaminate”.
Secondo lo storico della scienza e della tecnologia Lynn White, la tradizione ebraico-cristiana avrebbe favorito una comprensione desacralizzata della natura.
Nell’XI Assemblea generale del CEC nessuna pronunciazione sul sostegno della Chiesa ortodossa russa all’aggressione militare.