All’indomani dell’approvazione dell’accordo di sostegno all’Ucraina, Ursula Von der Leyen ha dichiarato: «Inizieremo a lavorare alle nostre riforme per prepararci a una Unione di oltre30 Stati membri». Tale apertura aprirebbe a molte criticità, ma se procedesse a ritmo spedito e convinto, l’Ue tornerebbe alla sua missione originaria: quella di essere quell’organizzazione che contribuisce alla costruzione della pace nel Continente.
Raul Caruso
A dispetto di quello che si pensi, lo stallo – quello in cui si trova il conflitto tra Russia e Ucraina, per esempio – è una delle situazioni più comuni dei conflitti armati. Questo a dispetto dell’eredità della Seconda guerra mondiale, quando la Germania nazista fu completamente sgominata dagli Alleati insieme agli altri Paesi dell’Asse.
Lo scorso novembre, la prima commissione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione sulle armi autonome. Il documento, proposto dall’Austria e votato con 164 a favore – tra cui l’Italia –, sottolineala necessità di «affrontare le sfide e le preoccupazioni sollevate dai sistemi d’arma autonomi», da un punto di vista tecnologico, etico e umanitario.
La guerra tra Russia e Ucraina non è una guerra qualsiasi ma piuttosto una guerra “costituente”. Nel momento in cui un accordo tra Russia e Ucraina apparirà probabile, quindi, tutti i governi razionalmente avranno l’interessea mostrarsi disposti a cooperare. E da questa nuova cooperazione nascerà un nuovo sistema internazionale.
Nella corsa alle presidenziali degli Stati Uniti del 2024 c’è ancora la possibilità che gli elettori e le elettrici vedano Donald Trump contendere per la Casa Bianca. Eppure la rielezione di Trump potrebbe rappresentare la peggiore delle notizie possibili per la pace mondiale.
La principale preoccupazione per l’economia mondiale continua a essere il livello di inflazione che, tra le altre cose, determina il rialzo dei prezzi dei beni alimentari. Vi è una relazione ben conosciuta tra rialzo dei beni alimentari e violenza, mentre una maggiore stabilità dei prezzi, determina un miglioramento generale nel tenore di vita delle fasce più povere della popolazione in cui la spesa alimentare rappresenta la voce più importante nei consumi delle famiglie.
A causa della guerra vi sono almeno 8 milioni di ucraini rifugiati nei diversi Paesi europei. Di questi almeno l’80% è costituito da donne e bambini. Dunque ogni piano di sostegno straordinario – nazionale o europeo – dovrà tener conto necessariamente di aspetti di genere (lavoro in primis) e di tutela dell’infanzia.
Rispetto al passato, oggi c’è più scetticismo nel pensare al G20 come un foro privilegiato per una rinnovata governance globale dell’economia. Uno dei “punti deboli” più evidenti: il fatto di formato da Paesi tra loro molto diversi in termini di struttura politica interna.
Molto atteso il viaggio papale nella Repubblica Democratica del Congo e in Sud Sudan previsto tra il 31 gennaio e il 5 febbraio prossimi. I due Paesi africani, squassati dai conflitti, saranno una prova impegnativa per le doti diplomatiche di Francesco, che dovrà districarsi in un ginepraio di violenza.
È possibile instaurare un regime multilaterale efficace di limitazione delle armi nucleari mutuando i princìpi del multilateralismo economico? Una risposta a questa domanda potrebbe arrivare dopo il 5 febbraio 2026, cioè allo scadere del trattato New Start tra Usa e Russia.