Ezechiele 33,11 “Com’è vero che io vivo”, dice il Signore, Dio, “io non mi compiaccio della morte dell’empio, ma che l’empio si…
Diritti
Centro Studi e Ricerche IDOS
Istituto di Studi Politici S. Pio V
Giovedì 18 febbraio 2016, ore 16.30
ROMA – AUDITORIUM VIA RIETI
Via Rieti, 13 (nei pressi di Piazza Fiume)
OSSERVATORIO ROMANO
SULLE MIGRAZIONI
Undicesimo Rapporto
“Illuminare le periferie del mondo”. Una rete per accendere le realtà oscurate
Roma 18 dicembre 2015, ore 15, Federazione nazionale della stampa italiana
corso Vittorio Emanuele II, 349 (Roma)
In concomitanza con la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, la sala “Walter Tobagi” della Fnsi ospita la presentazione del sito www.illuminareleperiferie.it, lo strumento scelto dalla rete delle associazioni che aderiscono al progetto “Illuminare le periferie del mondo” per dare luce e voce alle storie troppo spesso ignorate dall’informazione mainstream.
Il sito sarà il luogo dove descrivere la geografia degli oscuramenti, dove riflettere su nuovi modelli di società e di informazione e dove dare ai fatti, alle realtà, alle campagne e ai temi trascurati dei media generalisti la visibilità che meritano. Sarà dunque il contenitore delle iniziative promosse dalle associazioni che aderiscono al progetto; un progetto che si alimenterà del lavoro sul campo di ognuna delle organizzazioni promotrici.
di Amelia Vescovi
Ospiti internazionali al convegno «Le donne, un filo che unisce mondi e culture diverse», organizzato a Roma dall’Associazione Telefono Rosa, in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne del 25 novembre. Tra i partecipanti, Ozlem Tanrikulu, componente della Commissione degli Affari Esteri del Knk (Congresso nazionale del Kurdistan) e presidente dell’Ufficio di informazione sul Kurdistan in Italia, che ha parlato al pubblico di studenti delle scuole superiori del sistema di auto-organizzazione delle donne curde nella regione di Rojava, divisa nei cantoni di Kobane, Efrin e Cizre, dove si sono create unità di difesa in cui uomini e donne vivono e combattono in un regime di democrazia pura, oltre ogni forma di patriarcato o matriarcato.
Qui sono nate le Accademie delle donne, dove si è insegnanti ed allieve allo stesso tempo, con l’obiettivo comune di rintracciare la propria identità e i propri bisogni. E qui sono state aperte le Case delle donne, per la prevenzione della violenza di genere, fisica, economica, psicologica. Insieme agli uomini, le donne di Rojava hanno aiutato i civili a fuggire in sicurezza durante gli attacchi ai centri abitati, ed hanno allestito campi per i profughi su modello della loro comunità.
di Francesca Brezzi
Un progetto culturale delle biblioteche di Roma incentrato sulla figura di Antigone e il conflitto tra la legge di Stato e l’ordine di giustizia universale. Nel mito di Antigone ritroviamo il conflitto di valori, il contrasto tra legge naturale e legge positiva, potere maschile e pietas femminile, tradizione e trasgressione.
Una studiosa contemporanea, Françoise Duroux, parla dello «scandalo Antigone», domanda che sottende nel progetto «Antigone: l’Amore è Legge», ideato e organizzato dalle biblioteche di Roma in collaborazione con l’ambasciata di Grecia, ed altri enti (tra cui l’università Roma Tre,l’osservatorio studi di genere GIO, la società di filosofia sez. romana, numerose scuole romane etc.). Per quale motivo il ritornare di questo mito con intensità nell’arte e nel pensiero del Novecento? Perché la sua autorità, nell’immaginario dell’Occidente?
Da musulmani immigrati a cittadini italiani: la sfida dell’integrazione e del dialogo
13-14 novembre 2015
Facoltà valdese di Teologia – via Pietro Cossa, 40/42 Roma
intervengono:
Stefano Allievi, Luca Anziani, don Cristiano Bettega, Roberto Catalano,
Izzeddin Elzir, Fulvio Ferrario, Annalisa Frisina, Gian Mario Gillio,
Marisa Iannucci, Massimo Introvigne, Giovanna Maria Iurato, Adel Jabbar,
Zouhir Louassini, Ugo Melchionda, Anna Nardini, Paolo Naso, Enzo Pace,
Claudio Paravati, Abdellah Redouane, Maryam Turrini
ALL’INTERNO IL PROGRAMMA DEI LAVORI
Comunicato stampa Idos – Confronti
Si è tenuta il 29 ottobre a Roma, presso il Teatro Orione, la presentazione del Dossier Statistico Immigrazione 2015, redatto dal Centro Studi e Ricerche IDOS, in partenariato con la rivista interreligiosa Confronti, in collaborazione con l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (UNAR), col sostegno dei fondi dell’Otto per mille della Chiesa Valdese – Unione delle chiese metodiste e valdesi. Moderati da Franco Pittau, presidente onorario di IDOS, e Claudio Paravati, direttore di Confronti, sono intervenuti al tavolo dei relatori: Eugenio Bernardini, Ugo Melchionda, Paolo Gentiloni, Rando Devole, Stefania Congia e mons. Matteo Zuppi.
«Con i suoi dati, il Dossier ci indica le criticità del fenomeno e ci invita alla riflessione: un bagno di realtà in mezzo a tante ideologie e comunicazioni provenienti dalla “pancia”», ha detto Eugenio Bernardini, moderatore della Tavola valdese, e ha aggiunto: «Importanti i dati che abbiamo sull’appartenenza religiosa degli immigrati: per la comprensione reciproca non possiamo fare a meno di analizzare e comprendere anche il dato religioso».
Giovedì 29 ottobre 2015 – ore 10.30
TEATRO ORIONE – Roma – Via Tortona, 7 (Metro A – Re di Roma)
intervengono: FRANCA BIONDELLI, sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali con delega alle Politiche di integrazione* – EUGENIO BERNARDINI, moderatore della Tavola Valdese – PROIEZIONE DEL VIDEO: “Il Dossier Statistico Immigrazione 2015”, a cura di Rai News 24 – UGO MELCHIONDA, presidente del Centro Studi e Ricerche IDOS – RANDO DEVOLE, sociologo albanese – S. E. MONS. MATTEO ZUPPI, vescovo ausiliare di Roma e incaricato delle migrazioni presso la Conferenza Episcopale Laziale – PAOLO GENTILONI, ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale – CLAUDIO PARAVATI, direttore della rivista Confronti – FRANCO PITTAU, coordinamento redazionale del Dossier
Presentazioni in contemporanea in tutte le Regioni e Province Autonome
Il Dossier verrà distribuito ai partecipanti fino ad esaurimento copie. Per i giornalisti sarà predisposta apposita documentazione
di Giuliano Ligabue
Negli ultimi tempi la LegaCoop sembra traballare sotto i colpi delle inchieste giudiziarie. Un provvedimento minimo da adottare – come suggeriscono alcuni, tra cui per esempio il presidente della Confcooperative Gardini – sarebbe quello di sganciare i cda delle cooperative dalla politica e dalle imprese, cioè dagli appalti.
Parlare di «cooperazione», dire «cooperativa» è richiamare alla mente sentimenti e sensazioni di vicinanza e solidarietà, intravedere gruppi organizzati e movimenti collettivi, fino a lambire l’ideologia: un popolo che avanza-quarto Stato, Pellizza da Volpedo…
E, in effetti, con un tuffo nel passato quasi recente – almeno dalla rivoluzione industriale del primo Ottocento – ci imbattiamo in classi lavoratrici impegnate a costruire i loro rapporti solidaristici in organizzazioni di «mutuo soccorso» al fine di tutelare la vita dei più indifesi: dalla salute all’abitazione, ai consumi; fino a trasformarsi in una vera e propria economia cooperativa. Alla base, un concetto semplice: ricevere e coordinare l’apporto economico di ognuno per poterlo restituire con dei vantaggi: un guadagno monetario, un’abitazione.
di Gianni Manghetti
Economista, già collaboratore di Luciano Barca, già presidente ISVAP, Manghetti è attualmente alla direzione della Cassa di Risparmio di Volterra e ha scritto vari libri, di cui l’ultimo («Lacrime asciutte») è stato recentemente recensito sulla nostra rivista.
È nei momenti di crisi che la classe dirigente di un Paese deve mostrare di avere la capacità e la forza per proporre e portare a compimento soluzioni in grado di indicare a tutto il Paese un percorso di risanamento. Ciò comporta gestire e saper affrontare tutti i prevedibili malumori e tutte le proteste che i sacrifici impongono, nonché saper convincere che le medicine, seppur amare, possono curare la malattia. E ciò è tanto più vero quanto più la crisi è il risultato, com’è oggi, di un intreccio tra una perdurante caduta collettiva di valori etico – morali e una stagnazione ultradecennale degli investimenti.