“Nell’agosto dello scorso anno Frontex, l’agenzia dell’Unione europea per la gestione delle frontiere, ha deciso di sospendere fino a nuova decisione i voli di rimpatrio in Nigeria degli immigrati colpiti da un provvedimento di espulsione a causa dell’epidemia da virus Ebola, che sta flagellando l’Africa occidentale, Nigeria compresa” lo ha dichiarato la portavoce Ewa Moncure da Varsavia, sede di Frontex, che cofinanzia il 2% di tutti i voli di rimpatrio dall’Ue. «Alcuni Paesi, fra cui l’Austria, hanno preso una decisione simile», ha aggiunto Moncure.
Eppure i voli di rimpatrio di migrati senza documenti regolari presenti negli stati europei non sono mai cessati del tutto e si sono ripetuti fino ai giorni scorsi.
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Diritti
di Salvatore Piromalli
I richiami della Corte europea dei diritti dell’uomo impongono all’Italia di porre rimedio al dramma del sovraffollamento delle carceri, che rende la detenzione inumana e degradante. È importante proseguire nella strada – sperimentata con successo in tutta Europa – della ricerca di forme di pena alternative alla carcerazione.
La piena realizzazione della legge di riforma penitenziaria, che ha ormai quasi quarant’anni di vita (legge n. 354 del 1975), è un obiettivo ancora lontano dal suo compimento. E questo non soltanto per i periodici arretramenti rispetto ai principi sanciti da quella normativa, determinati da esigenze contingenti di natura politico-organizzativa, bensì per una ragione più profonda e resistente: la credenza – ormai dimostratasi del tutto illusoria e ampiamente smentita dai dati e dagli studi scientifici di settore – che il carcere sia la risposta più efficace contro la criminalità. Una superstizione sapientemente fomentata dalla demagogia politica e dai mass media, che contrasta clamorosamente con la realtà dei fatti.
Il Premio giornalistico “Paolo Giuntella” assegnato al direttore di Confronti
Sabato 13 dicembre, nell’ambito dell’Assemblea nazionale dell’Associazione Articolo 21, il Premio giornalistico “Paolo Giuntella” verrà assegnato, tra gli altri, a Gian Mario Gillio, direttore di “Confronti”. “Una gratificazione per quanto fatto in questi anni di lavoro come direttore della rivista, incarico che volge al termine – ha dichiarato all’Agenzia stampa NEV, Gian Mario Gillio -, ma soprattutto è un riconoscimento importante al prezioso lavoro fatto dai colleghi della redazione e di tutto lo staff di Confronti-Com Nuovi Tempi che con le proprie attività ha saputo dare voce alle minoranze presenti nel nostro paese”. Confronti è l’unica redazione nel panorama mediatico italiano che vede lavorare fianco a fianco cristiani (cattolici e protestanti), ebrei, musulmani, induisti, buddhisti, sikh, Testimoni di Geova, ma anche non credenti o persone in cerca di fede. “Un esperienza reale di dialogo continuo che dal basso cerca di dare il buon esempio – dice Gillio, aggiungendo -: Grazie alla sinergia con Articolo 21 siamo riusciti in questi anni a illuminare ciò che spesso l’informazione generalista lascia in ombra. Questo premio, da un certo punto di vista, dovremmo darlo noi ad Articolo 21”, ha concluso Gillio. (Nev)
Entro l’8 dicembre l’invio delle proposte di video-inchiesta degli under 31. Non poteva esserci occasione migliore degli Stati Generali dell’antimafia “ControMafie” in programma a Roma dal 23 al 26 ottobre per lanciare il nuovo bando del Premio Roberto Morrione rivolto a tutti i giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione con la passione per l’inchiesta televisiva. Il Premio Roberto Morrione, arrivato alla sua quarta edizione, è una sezione del Premio Giornalistico televisivo Ilaria Alpi ed è dedicato alla memoria e all’impegno civile e professionale di Roberto Morrione, giornalista Rai, fondatore della rete allnews Rainews24 e di Libera Informazione, osservatorio sull’informazione per la legalità e contro le mafie.
27 ottobre 2014, ore 16,30
organizzata da “Confronti” – Com Nuovi Tempi
in collaborazione con il Centro islamico culturale d’Italia (CICI), Grande moschea di Roma (Viale della Moschea 85 – Roma)
L’islam italiano: la sfida del dialogo e della cittadinanza attiva
apertura: Abdellah Redouane, segretario generale Centro islamico culturale d’Italia, Marina Nelli, viceprefetto della Direzione centrale per gli Affari dei culti – modera: Gian Mario Gillio, direttore di Confronti – intervengono: Vannino Chiti, senatore PD, Lucio Malan, senatore FI, Khalid Chaouki, deputato PD, Muhammad Hassan Abd al-Ghafar, imam della Grande moschea di Roma, Cristiano Bettega, direttore dell’Ufficio ecumenismo e dialogo della CEI, Yahya Pallavicini, Islamic Educational, Scientific and Cultural Organization (Isesco), Marianita Montresor, Segretariato attività ecumeniche (Sae), Lucetta Scaraffia, docente di Storia contemporanea all’università Sapienza di Roma,
AbdAllah Cozzolino, Confederazione islamica italiana, Alessandra Trotta, presidente Opera per le chiese evangeliche metodiste in Italia (Opcemi), Mustafa Cenap Aydin, presidente Istituto Tevere, Adnane Mokrani, presidente del Centro interconfessionale per la pace (Cipax)
«Uscire dal pensiero unico neoliberale è l’unica uscita giusta dalla crisi europea». Questo il titolo del manifesto approvato a Buizingen, nelle Fiandre, a conclusione del IX Incontro europeo delle Cdb che si è svolto dal 19 al 21 settembre e ha visto al presenza di un centinaio di persone provenienti da Austria, Germania, Francia, Belgio (Fiandre e Vallonia), Svizzera, Italia e Spagna (Aragona, Andalusia, Paese Basco).
«Il Vangelo ci farà liberi» è il tema del nostro IX Inconto europeo delle Cdb. Sollecitati dalla questa verità, pensiamo che il neoliberismo e il pensiero unico, come forme moderne del capitalismo, sono all’origine dell’impoverimento e della morte di milioni di persone e dello stesso pianeta, precisamente nel giorno nel quale milioni di persone si mobilitano per ricordare ai governi la nostra responsabilità nel cambiamento del clima.
«L’attuale sistema economico è ingiusto e, nella sua radice, uccide», afferma papa Francesco. «Quando sono scosse le fondamenta, il giusto che cosa può fare?» (salmo 11). «Non si opprimeranno gli uni gli altri» (Levitico, 25).
Il pensiero unico stabilito dal Sistema è responsabile di gran parte dei mali della gente. Nel 1995 Ignacio Ramonet lo definì come «…una visione sociale, una ideologia che si pretende esclusiva, naturale, non discutibile, e che sostiene – tra le altre – queste tesi: (segue all’interno)
di Valter Vecellio
L’Europa riconosce all’Italia dei «significativi risultati» in materia di carceri, ma non è chiaro a cosa si riferisca, dato che la condizione dei nostri detenuti continua ad essere drammatica. Inoltre, il 17% delle quasi 60mila persone in carcere è ancora in attesa di giudizio: una diminuzione troppo lieve rispetto al dato di due anni fa.
Il comitato dei ministri del Consiglio d’Europa ha riconosciuto «i significativi risultati» ottenuti dall’Italia per quel che riguarda la situazione delle carceri. In cosa consistano questi «significativi risultati» lo si ignora, perché la situazione non è mutata rispetto a un anno fa. Attualmente un detenuto su cinque è in carcere senza aver subìto un processo, una condizione che riguarda ben 10.389 reclusi, il 17% dell’intera popolazione carceraria (59.683, secondo i dati aggiornati al 30 aprile scorso). Un fenomeno ci ricorda l’Associazione italiana dei giovani avvocati (Aiga), che ha elevati costi umani ed anche economici per il paese, visto che ogni giorno per la carcerazione preventiva l’Italia spende circa 1,3 milioni di euro.
di Rocco Luigi Mangiavillano
«Coniugare sicurezza e qualità dell’incontro», è il titolo di una ricerca-studio, curata da Lia Sacerdote, fondatrice dell’associazione «Bambinisenzasbarre», risultato di un’intensa attività formativa condotta nelle carceri lombarde nel triennio 2010-2013, attraverso il Programma pilota di formazione, promosso dal gruppo di lavoro del Prap (Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria della Regione Lombardia) e condotto da Bambinisenzasbarre con il contributo, nella co-progettazione, dell’Università Bicocca di Milano.
La formazione ha coinvolto 18 istituti del sistema penitenziario lombardo, 240 operatori, tra agenti, educatori e assistenti sociali, con particolare riferimento agli operatori penitenziari dell’accoglienza che operano a contatto con familiari e bambini che incontrano il genitore recluso.
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vi chiediamo di continuare a sostenerci anche per quest’anno, rinnovando l’abbonamento. Le tariffe sono le stesse dell’anno scorso: 50 euro per l’abbonamento ordinario e 80 euro per quello sostenitore. Per gli «under 30», abbiamo deciso di introdurre un abbonamento scontato a 25 euro. A chi può, invece, chiediamo di aumentare gli sforzi, magari regalando un abbonamento a qualcuno.
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Confronti non è solo informazione di qualità su temi poco trattati dai grandi media, ma è anche una società cooperativa che da decenni fa del dialogo interculturale e interreligioso, della laicità dello Stato e del pluralismo il suo orizzonte. La cooperativa Com Nuovi Tempi e Confronti, infatti, organizzano seminari, viaggi di istruzione, iniziative culturali e di dialogo che coinvolgono persone di ogni provenienza. Da sempre ci sta a cuore il problema del conflitto israelo-palestinese e nel nostro piccolo ci sforziamo di favorire il contatto e la collaborazione fra operatori di pace e protagonisti del dialogo di entrambe le parti in causa.
Prorogati i termini del concorso per i premi di laurea di Acat Italia contro la tortura e la pena di morte
È stato prorogato al prossimo 30 giugno il termine ultimo per la presentazione della domanda di partecipazione alla quinta edizione del concorso Acat Italia (Azione dei cristiani per l’abolizione della tortura) per due premi di laurea su tortura e pena di morte. L’associazione cristiana ecumenica, che dal 1983 opera contro la tortura e i trattamenti crudeli, inumani o degradanti, compresa la pena di morte, nell’ambito dei propri programmi formativi, annuncia il Bando per l’assegnazione di due premi di laurea. Il primo, dal titolo «una laurea per abolire la pena di morte», riguarda tesi discusse sul seguente tema: «abolizione della pena di morte: motivazioni, strategie, azioni, impegno, impatto». L’altro, dal titolo «una laurea per fermare la tortura», per tesi di laurea discusse sul tema «la tortura e i trattamenti crudeli, inumani o degradanti contro le persone nel mondo contemporaneo: cause, implicazioni, strategie e strumenti per la loro prevenzione e abolizione e per la riabilitazione delle vittime».