Nella tradizione ebraica molte riflessioni portano a vedere nella biodiversità del nostro Pianeta un’espressione della gloria del Creatore, una prova della Sua creatività straordinaria. Per questo, oggi più che mai, è importante far proprio un paradigma di presa di coscienza, di cura e rispetto. Una responsabilità condivisa per il bene di tutti.
Fedi
Nel Corano vari passi parlano di animali. Alcuni aiutano al pentimento dell’essere umano davanti al peccato, altri si fanno metafora della bellezza di tutto il creato. Tuttavia, il messaggio più importante è che l’uomo è il luogotenente del Creatore, l’unico vero custode della Vita, compito che deve essere svolto con grande responsabilità.
Nel suo ultimo libro “La città post-secolare. Il nuovo dibattito sulla secolarizzazione”, Paolo Costa ha l’obiettivo di stilare una collezione di idee che favoriscano una discussione meno polarizzata su questioni quali il multiculturalismo o la laicità dello Stato. Rendere la laicità un feticcio non è una mossa intelligente, nemmeno per chi la difende.
La creazione di una Chiesa “autocefala” d’Ucraina, benedetta dal patriarcato di Costantinopoli e considerata invece scismatica da quello di Mosca, sta portando l’intera Ortodossia a una crisi epocale. La divergente politica, del Cremlino e di Kiev, e l’irrisolta questione della Crimea, avvelena ancor più l’intricato groviglio.
Nella transizione dall’eredità di Wojtyla e Ratzinger all’irrompere di Francesco, nella Comunità cattolica si mescolano segnali di audacia con resistenze, timidezze e, perfino, accuse di “eresia” al papa regnante. L’impossibilità per Bergoglio di ammettere le “diaconesse”. L’attesa di un Concilio che restituisca alle donne nella Chiesa voluto da Gesù per esse.
Alla radice del contenzioso, provocato dall’autocefalia ucraina, vi è una diversa interpretazione del “primato” di Costantinopoli: si tratta di un “primo senza pari”, come sostiene il patriarca Bartolomeo, oppure di un “primo con pari” che afferma Kirill a Mosca? Ciascuno invoca la storia a conferma delle proprie tesi. Anche le altre Chiese hanno idee divergenti.
Il 5 gennaio a Istanbul il patriarca di Costantinopoli, Bartolomeo I, presente il presidente ucraino Poroshenko, ha firmato il “tomos” – decreto sinodale – che concede l’autocefalia alla neonata Chiesa ortodossa d’Ucraina; e l’indomani l’ha consegnato al neo-primate Epifanyi. Che il patriarcato di Mosca, furente, considera “scismatico”.
di Luigi Sandri (Redazione Confronti), Gianni Novelli (Fondatore Cipax). Storia e profezia: l’eredità di Giovanni Franzoni: su questo tema la Comunità cristiana…
di Luigi Sandri. Redazione Confronti Dopo le “sciabolate” estive, in ottobre hanno fatto un passo avanti verso lo scisma ufficiale i patriarcati…
L’autocefalia (indipendenza) della Chiesa ucraina, oggi divisa in tre parti, una delle quali legata al patriarcato russo, proposta dal governo di Kiev, ha portato ad uno scontro frontale tra il patriarcato di Mosca, che si oppone, e quello di Costantinopoli, che l’appoggia. Le drammatiche conseguenze ecclesiali ed ecumeniche di uno scisma intra-ortodosso.