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L’attesa

Il primo calendario dell’Avvento in podcast in Italia

Un nuovo podcast di Confronti 
Dall’1 al 24 dicembre!

Il primo calendario dell’Avvento in podcast in Italia, un racconto radiofonico in 24 puntate che ogni giorno, dal 1 al 24 dicembre, rivela un personaggio, una storia, un particolare riguardo la nascita di Gesù.

Il podcast è stato ideato e realizzato da Peter Ciaccio, pastore protestante, teologo pop e appassionato di cinema, insieme alla Rivista e Centro Studi Confronti. Regia e post-produzione sono a cura di Marzia Coronati

L’Attesa – Trailer

L’Attesa è il primo calendario dell’Avvento in podcast in Italia, un racconto radiofonico in 24 puntate che ogni giorno, dal 1 al 24 dicembre, rivela un personaggio, una storia, un particolare riguardo la nascita di Gesù. Il podcast è stato ideato e realizzato da Peter Ciaccio, pastore protestante, teologo pop e appassionato di cinema, insieme alla Rivista e Centro Studi Confronti. Regia e post-produzione a cura di Marzia Coronati.

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1 dicembre – Tamar

Cos’è l’Avvento? Come viene calcolato? Peter Ciaccio lo spiega nella prima puntata, ricordando il contesto del racconto della natività di Gesù e illustrando i fatti che l’hanno preceduta. Lontano dalle classiche narrazioni, Ciaccio introduce le quattro “donne problematiche” che si ritrovano nella genealogia di Gesù, focalizzandosi in questa puntata su Tamar, nuora di Giuda, il quarto dei dodici figli di Giacobbe.

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2 dicembre – Ancora Tamar e poi Raab

In questa puntata si ritorna sulla storia di Tamar, la prima antenata di Gesù, e si raccontano gli sforzi per far valere i suoi diritti minacciati in un contesto familiare patriarcale, in cui vige la tradizione del “levirato”: una pratica che consente di reintegrare le vedove senza figli nella famiglia del marito defunto. Si prosegue con Raab, una donna che vive a Gerico dove fa la prostituta e come tale è marginalizzata. Il suo gesto di nascondere sul tetto di casa sua le spie degli Israeliti, giunte a Gerico per conquistare la città, salverà la vita a sé stessa e alla sua famiglia.

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3 dicembre – Rut

La protagonista di questa puntata è Rut, la terza donna antenata di Gesù che darà seguito alla storia del popolo di Dio grazie al vincolo di fedeltà alla suocera Noemi. Rimasta vedova, nel rispetto del levirato, Rut sposerà Boaz e fonderà la famiglia che darà i natali a re Davide. La storia di Rut racconta di come la speranza viva possa prendere il posto della disperazione.

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4 dicembre – Betsabea

Betsabea è la quarta donna antenata di Gesù, una figura riscoperta dalla teologia femminista. Il re Davide viene attratto dalla sua bellezza, tanto da spingerlo a conquistarla nonostante fosse già la moglie del suo fedele soldato Uria. Betsabea rimarrà incinta e il re Davide, per coprire il misfatto, manderà a combattere in prima linea Uria, di fatto condannandolo a morte. Oltre all’innocente Uria morirà anche il frutto innocente di quell’unione. Sarà il secondo figlio di Davide e Betsabea, il figlio del pentimento, a diventare re Salomone e a continuare la stirpe, fino ad arrivare a Gesù.

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5 dicembre – Giuseppe

In questa puntata si ritorna sulla storia di Tamar, la prima antenata di Gesù, e si raccontano gli sforzi per far valere i suoi diritti minacciati in un contesto familiare patriarcale, in cui vige la tradizione del “levirato”: una pratica che consente di reintegrare le vedove senza figli nella famiglia del marito defunto. Si prosegue con Raab, una donna che vive a Gerico dove fa la prostituta e come tale è marginalizzata. Il suo gesto di nascondere sul tetto di casa sua le spie degli Israeliti, giunte a Gerico per conquistare la città, salverà la vita a sé stessa e alla sua famiglia.

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6 dicembre – l’Angelo di Matteo

L’angelo annuncia in sogno a Giuseppe che diventerà padre di Gesù, dopo essere stato da Maria per l’annunciazione. Peter Ciaccio, usando come riferimento il Vangelo di Matteo, descrive la funzione dell’angelo di messaggero, l’autorità per la quale agisce, il motivo dei suoi interventi in sogno. È sempre nell’oscurità, nei sogni, che l’angelo annuncia la luce del mondo, cioè Cristo. È il sogno di un mondo diverso, di un mondo in cui la giustizia e la pace trionfano, in cui Dio tende la mano alle donne e agli uomini, mostrando un volto amico.

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7 dicembre – l’Emmanuele

Nel sogno l’angelo annuncia a Giuseppe che Maria partorirà un figlio, al quale sarà posto nome “Emmanuele”, traduzione di “Dio con noi”. Ma cosa significa che Gesù è “Dio con noi”? Secondo il vangelo di Giovanni, Gesù ha scelto di condividere l’esperienza umana sulla Terra vivendo insieme agli esseri umani, nonostante i peccati e le bassezze di cui si macchiano. Ma soprattutto, ha scelto di venire al mondo tra gli esseri umani più umili e di rivolgere il suo sguardo ai più poveri, ai deboli e agli oppressi.

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8 dicembre – Magi

Tra i protagonisti della rappresentazione della Natività ci sono i Magi rappresentati nel vangelo di Matteo come dei saggi venuti dall’Oriente che arrivano a Gerusalemme per recare in dono al re dei Giudei tre doni altamente simbolici: oro, il dono che si fa a un re; incenso, il dono che si fa a un Dio; mirra, il dono che si fa a un morto. Poco è noto sulle origini dei magi, se non il numero dei doni, e che erano giunti dall’Oriente seguendo una stella. Indizi che potrebbero far pensare a sacerdoti della religione mazdeista (che fa capo a Zarathustra, o Zoroastro), oggi ritenuta alla base della dottrina delle religioni monoteiste.

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9 dicembre – Betlemme

Betlemme è il luogo di nascita di Gesù secondo Matteo e Luca. Marco parla di Nazareth, mentre in Giovanni si dibatte tra la definizione di Gesù “nazareno”, e l’idea che il Messia dovesse venire da Betlemme. Un luogo questo importante dal punto di vista narrativo perché, oltre che a Giuseppe e Maria, avrebbe dato i natali a re Davide, il re per antonomasia. A favore della scelta di Betlemme anche il fatto che in ebraico si traduca con la “casa del pane” e che, essendo alla periferia del mondo, fosse il luogo ideale per accogliere il Dio degli ultimi.

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10 dicembre – Erode

Chi era Erode? Un grande re o un assassino? Primo re del protettorato romano della Giudea, quando nasceva Gesù, Erode regnava da oltre trent’anni e si era fatto notare per importanti opere architettoniche. L’avvento del nuovo “re dei Giudei” per lui era inaccettabile. Al di là del giudizio sulle sue azioni, al centro della riflessione c’è il rapporto tra potere umano e divino, e su quanto anche l’uomo più potente non sia niente di più che un essere umano al cospetto della potenza di Dio. Di fronte a Dio, il potente può solo inginocchiarsi.

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11 dicembre – Egitto

All’annuncio che Erode vuole uccidere Gesù, Giuseppe porta la sua famiglia in Egitto, dove può trovare asilo fino a che il pericolo non è scongiurato. Ma perché l’Egitto? L’Egitto è il Paese che ha reso schiavi i figli di Israele, finché Mosè non li ha liberati attraverso il Mar Rosso, dando vita all’identità nazionale d’Israele. Ma l’Egitto della schiavitù è anche il Pese che ha accolto Gesù, nuovo Mosè, quando era in fuga. Una storia che si ripete con milioni di persone in tutto il mondo, che lasciano il loro Paese per salvarsi dalla fame, dalla guerra, e dalle persecuzioni. Ed è questo che ci dice oggi la fuga in Egitto: se Gesù, il “Dio con noi”, è fuggito per salvarsi la vita, Dio non può che essere con chi cerca un porto sicuro dove poter sopravvivere.

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12 dicembre – Innocenti

La strage degli innocenti è uno degli episodi più sanguinosi e controversi del Vangelo di Matteo, tanto che diversi storici ed esegeti cattolici e protestanti mettono in dubbio che la strage sia effettivamente avvenuta. Eppure questo racconto mette ancora una volta Gesù in relazione con Mosè, unico sopravvissuto a una strage di bambini ordinata dal faraone. Ma al di là della veridicità dell’evento, l’aspetto si cui occorre riflettere è il fatto che duemila anni dopo continuiamo ad assistere a nuove “stragi di innocenti” e che l’umanità, memore delle tragedie precedenti, non faccia nulla per impedirlo.

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13 dicembre – Zaccaria

Se il Vangelo di Matteo era raccontato dal punto di vista di Giuseppe, ora è il turno di Luca, che si affida al punto di vista di Maria, e sceglie di iniziare il suo Vangelo nel cuore dell’ebraismo: il Tempio di Gerusalemme. Qui il sacerdote Zaccaria incontra un angelo del Signore che gli rivela che la sua sposa, Elisabetta, darà alla luce un figlio e che si chiamerà Giovanni. Zaccaria non crede alle parole dell’angelo, perché sia lui che Elisabetta sono avanti con l’età. Per aver dubitato, verrà privato della voce sino alla nascita del figlio.

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14 dicembre – Elisabetta

La protagonista di questa puntata è la sposa di Zaccaria, Elisabetta, discendente di Aronne, fratello di Mosè, e parente di Maria, madre di Gesù. Il Signore le ha rivolto il suo sguardo e, grazie al suo intervento, ora aspetta un figlio da Zaccaria. La donna mantiene il segreto per cinque mesi perché è una gravidanza che non vede e non sente, in cui può solo credere per fede. Ancora una volta Dio ha reso possibile l’impossibile, rivolgendo il proprio sguardo alle persone più umili e disprezzate, come Elisabetta che, nonostante la sua posizione sociale, era considerata dalla sua comunità una donna incompleta e umiliata perché sterile.

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15 dicembre – l’Annunciazione

L’angelo Gabriele torna in scena dopo aver rivelato a Zaccaria che diverrà padre di Giovanni. Ora si reca a Nazareth in Galilea per annunciare a una Maria adolescente che concepirà e partorirà un figlio, e lo chiamerà Gesù. A differenza di Zaccaria, Maria non dubita delle parole dell’angelo e si prepara ad accogliere nel suo ventre il figlio di Dio in un concepimento virginale. Nella sua inesperienza e giovane età, Maria si accoda alla lunga tradizione di servi del Signore, come Abramo, Mosè, e i profeti, e si pone in attesa della nascita di Gesù.

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16 dicembre – l’Angelo di Luca

Con l’Annunciazione, Gabriele e gli angeli spariscono dal Vangelo di Luca e dalla Bibbia. Come mai? Forse perché in seguito all’incarnazione da parte di Dio in Gesù Cristo, la funzione angelica è presa in carico dagli esseri umani. Ora sono le donne e gli uomini a diventare i messaggeri di Dio, e il compito di riportare ad altri questo messaggio condiviso viene affidato a tutti i cristiani e tutte le cristiane, i nuovi angeli. Questo trasferimento di funzione, dagli angeli agli esseri umani, valorizza il senso dell’Avvento, e responsabilizza tutti e tutte a portare nel mondo il messaggio di amore e grazia ricevuto da Dio.

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17 dicembre – La visitazione

Maria si reca a trovare la sua parente, Elisabetta, dopo che l’angelo l’ha informata della sua gravidanza, portata avanti in gran segreto. Elisabetta, che ha ricevuto da Dio il dono di un figlio dopo essere stata coperta di vergogna per tutta la vita a causa della sua sterilità, è l’unica in grado di comprendere lo stato d’animo, di Maria, che rischia di essere accusata di adulterio perché rimasta incinta fuori dal matrimonio. Le due donne parlano del messaggio dell’angelo, della Parola di Dio che è stata loro annunciata, e di tutti quelli che, come loro, hanno creduto alla promessa del Signore. In altre parole, fanno teologia.

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18 dicembre – Magnificat

Nell’incontro tra Maria ed Elisabetta risiede uno dei passaggi più belli di tutta la Bibbia, dal punto di vista teologico, spirituale e letterario: il Magnificat. In questo passo Maria afferma la grandezza di Dio, perché ha guardato in basso, alla condizione umile della sua “serva”, che da questo momento tutte le generazioni chiameranno “beata”. Col Magnificat Maria canta la sua fede in un Dio che ancora una volta ha “magnificato” gli umili, i poveri, i senza voce. Dio infatti ha scelto Maria per compiere la sua opera di salvezza per l’umanità, dimostrando che la sua grandezza non risiede nella sua potenza, ma in come sceglie di essere Dio, un Dio che “magnifica” i piccoli e che ha memoria.

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19 dicembre – Giovanni Battista

Maria passa i primi mesi della gravidanza a casa di Elisabetta e torna a Nazareth poco prima della nascita di Giovanni. Ma chi sarebbe diventato Giovanni detto il “Battista” e quale sarebbe stata la sua missione? Noto per aver battezzato Gesù, il suo nome è legato al “battesimo per immersione”. Giovanni non entra nella casta sacerdotale e si dedica a una vita eremitica nel deserto, dove avviene la sua immersione nel mondo. Pertanto il battesimo di Gesù significa che Egli, in quanto uomo e in quanto Dio, si immerge totalmente nella realtà e vi resta immerso. Il “battesimo per immersione” acquista quindi un senso di consapevolezza di sé e del mondo, ma soprattutto prepara la via al Signore.

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20 dicembre – Benedictus

Otto giorni dopo la nascita di Giovanni, la lingua di Zaccaria si sblocca non appena scrive su una tavoletta: “Il suo nome è Giovanni”. Dopo il silenzio prolungato, Zaccaria pronuncia un canto, conosciuto come Benedictus, in cui benedice Dio non solo per averlo benedetto con la nascita di Giovanni, ma per aver riscattato il suo popolo con l’avvento di Gesù. In un mondo dove la parola viene usata soprattutto per dire male invece che per dire bene, “benedire” è un atto prezioso. Questa esortazione alla gratitudine, alla “benedizione” nei confronti di chi ci ha fatto del bene, è un’indicazione importante sia per chi crede in Dio, che per chi non crede.

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21 dicembre – Cesare

A pochi giorni dal parto, Maria e Giuseppe sono costretti a recarsi da Nazareth a Betlemme, perché Cesare Augusto ha ordinato il censimento di tutto l’impero. Nato come Ottaviano, e adottato da Giulio Cesare, Cesare Augusto ha accentrato su di sé le cariche più importanti dello stato romano, tra cui quella di “imperatore”, ovvero comandante in capo dell’esercito. Cesare dunque è principe di una pace armata, mentre il Signore, che sta per nascere a Betlemme di Giudea, sarà il principe di una pace disarmata. Gesù viene a ridimensionare tutti i potenti della terra, tutti i capi, e con la sua nascita suggerisce una importante riflessione sul potere.

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22 dicembre – Senza tetto

Mentre è a Betlemme, Maria dà alla luce il suo figlio primogenito e lo corica in una mangiatoia, perché non c’è posto nell’albergo. Gesù nasce così, senza un tetto sopra la testa. Nelle parole di Luca manca la grotta e manca anche la stella, mostrando un realismo radicale da parte di Dio, che ancora una volta rivolge lo sguardo a quell’umanità dimenticata che gli uomini e le donne si rifiutano di vedere. Come ci sono donne che partoriscono su un barcone alla deriva nel Mediterraneo, non solo senza un tetto sopra la testa, ma senza neanche la terraferma sotto il corpo, Dio sceglie di far nascere suo figlio così: tra i dimenticati, tra gli esclusi, in una mangiatoia.

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23 dicembre – I pastori

Se la nascita di Gesù avviene in solitudine, però, subito dopo la scena si popola. Secondo Matteo, giungono i magi col dono di oro, incenso e mirra, mentre secondo Luca alla mangiatoia giungono dei pastori che si trovavano nei campi. Ma chi erano i pastori? Erano persone molto povere, che facevano un lavoro che non voleva nessuno. Poveri, sfortunati, indecenti per la società, probabilmente impuri per il Tempio, i pastori sono tra i pochi privilegiati invitati a vedere il piccolo Gesù. Oggi i pastori sarebbero i braccianti che si spaccano la schiena sotto il sole di giorno e dormono chissà dove di notte. Nessuno si ricorda di loro tranne Dio. Sono loro le persone che Dio gradisce, cui gli angeli annunciano la pace, lo shalom, il riscatto, la giustizia.

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24 dicembre – Gesù, il bambino

L’ultima puntata è dedicata al bambino che viene. Questo bambino è Dio che viene tra gli esseri umani, e condivide la vita umana nella carne, per redimerla e comprenderla. Le persone pregano certe che Dio le comprenda, perché anche Gesù è stato umano. L’avvento del bambino Gesù porta però a riflettere sulla fede nella giustizia, che dovrebbe premiare chi si comporta bene, e il disincanto causato da una realtà ingiusta. Dov’è la giustizia per le persone che hanno subito qualcosa che non meritavano? La risposta dei vangeli è nell’Avvento di Gesù, attraverso il quale Dio ricorda ai potenti che sono come gli altri e che, pur avendo l’opportunità di fare del bene, hanno preferito coltivare i divari, i muri, i fossati e le disuguaglianze. Inoltre Dio sceglie di incontrare l’umanità in un neonato, un essere indifeso da cui dipendono le sorti dell’umanità intera, un bambino che viene al mondo per insegnare agli adulti come essere dei veri uomini e delle vere donne.

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