
Israele-Gaza. Grande è la confusione sotto il cielo
La guerra tra Russia e Ucraina non è una guerra qualsiasi ma piuttosto una guerra “costituente”. Nel momento in cui un accordo tra Russia e Ucraina apparirà probabile, quindi, tutti i governi razionalmente avranno l’interessea mostrarsi disposti a cooperare. E da questa nuova cooperazione nascerà un nuovo sistema internazionale.

Sudan, i sogni muoiono prima dell’alba
Il conflitto in Sudan è scoppiato il 15 aprile del 2023 e vede contrapposti l’esercito sudanese e le Rapid Support Forces. Secondo l’Onu metà della popolazione sudanese (24 milioni e 700 mila abitanti) ha oggi bisogno di assistenza e protezione umanitaria.

La febbre del golpe contagia l’Europa
Dal 2020 si contano ben 8 colpi di Stato in sei nazioni africane, di cui quelli in Niger e Gabon sono solo gli ultimi in ordine cronologico. Ma quest’ultima “stagione dei golpe africani” investe come uno tsunami anche l’Europa perché, oltre al problema della forte penetrazione putiniana nel continente, qui hanno origine i flussi migratori e qui si concentrano risorse energetiche e minerarie.

Il debito, una trappola per poveri
A causa di un reale rischio default, per pagare gli interessi sul debito il Kenya ritarda il pagamento degli stipendi dei parlamentari (tra i più pagati del Continente africano) e funzionari governativi, che sono scesi in piazza per protestare. In un Paese dove la povertà e le disuguaglianze crescono spaventosamente, la riduzione del debito è l’unica strada per uscire dal cul de sac.

Senegal. Campagna elettorale incandescente
Scendono in piazza i giovani e giovanissimi del Senegal inseguito alla condanna a due annidi prigione per “corruzione di giovani” del leader dell’opposizione e aspirante candidato alle presidenziali Ousmane Sonko. L’unico a poter tener testa all’attuale presidente Macky Sall, fortemente criticato per aver«indebolito il tessuto sociale e sgretolato le istituzioni».

Sudan. Poco fratelli, molti coltelli
Pur essendo ora rivali, Abdel Fattah al-Burhan e Mohammed Hamdan Dagalo (detto Hemedti, “piccolo Mohamed”) sono entrambi imputabili di crimini come le stragi di civili in Darfur e la repressione di massa contro i manifestanti che, alla caduta del dittatore al-Bashir, chiedevano libertà e democrazia in Sudan.

Enzo Nucci
Corrispondente della Rai per l’Africa subsahariana.