di Enzo Nucci. Corrispondente della Rai per l’Africa subsahariana. Quale impatto avrà nel continente africano la presa del potere in Afghanistan da…
Al-Qaeda
In Kenya il terrorismo di matrice islamista continua a mietere vittime, senza che si riesca a elaborare una politica efficace di contenimento. Una guerra impropriamente definita “a bassa intensità” che dura ormai da ventuno anni.
di Mostafa El Ayoubi
La risoluzione 2336 dell’Onu sul cessate il fuoco tra governo siriano e opposizioni armate e il meeting di Astana in Kazakistan, patrocinato da Russia, Iran e Turchia, aprono un barlume di luce sulla urgente riconciliazione nazionale.
di Mostafa El Ayoubi – I jihadisti di Al Qaeda combattono non solo contro al-Assad, ma contro tutte le minoranze presenti in Siria: principalmente alawiti, curdi e cristiani. Questi ultimi sono considerati dagli islamisti dei «crociati» alleati di al-Assad (ma la Siria è considerata uno dei primi centri del cristianesimo; Antiochia di Siria fu la città dove i seguaci di Gesù assunsero il nome «cristiani») e stranamente non vengono difesi dai governi occidentali, che hanno come obiettivo principale la caduta del regime siriano.
Uno degli aspetti più peculiari della guerra contro la Siria è la preponderanza dei gruppi armati islamici. I jihadisti di Al Qaeda, in particolare Jabhat Al-Nusra, sono riusciti ad infiltrarsi in maniera capillare in tutto il paese. Con la loro convinzione di martirizzarsi «in nome di Allah», sono molto determinati a far fronte all’esercito governativo; più di quello che è riuscito a fare il suo rivale, l’Esercito libero siriano, costituitosi in Turchia per marciare su Damasco.
Cosa vogliono le popolazioni dei paesi islamici? Ce l’hanno o no con noi? Chi li guida, chi li inganna, chi li sobilla?…