di Gaetano De Monte Si è svolto giovedì scorso il primo degli appuntamenti organizzati on line dal Cdca (Centro di documentazione sui…
ambiente
di Fabrizio Battistelli (Professore ordinario di Sociologia, Sapienza Università di Roma) Non bastassero la pandemia e le sue tragiche conseguenze ad alimentare…
I cambiamenti climatici non sono, e non saranno, uguali per tutti. Chi rischia di più sono i poveri, aumentando il “gap” che li separa dai ricchi. I giovani di Fridayforfuture scendono in piazza per denunciare la disuguaglianza generazionale. Per andare avanti nel sociale bisogna tener conto di tutte le forme che le disuguaglianze hanno assunto.
Sei estati dopo il sequestro della più grande fabbrica italiana perché secondo i magistrati di Taranto: “produceva malattie e morte”, cosa è cambiato all’Ilva. Sette operai morti sul lavoro, centinaia di persone che ogni anno continuano ad ammalarsi nei quartieri vicini alla fabbrica. Un processo per disastro ambientale tuttora in corso, dodici decreti di legge, decine e decine di tavoli ministeriali. L’ultimo vertice, forse decisivo, tra i sindacati metalmeccanici, il ministero dello sviluppo economico e la multinazionale Arcelor Mittal, che si era aggiudicata a giugno scorso la gara per rilevare la fabbrica, bandita dal ministro precedente Carlo Calenda, si è concluso qualche giorno fa.
di Ludovico Basili (Istituto Ecoambientale)
Poche le buone notizie che provengono dalla conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si è tenuta nella città tedesca. Le emissioni globali di CO2 continuano a crescere in modo preoccupante e nessuna decisione davvero risolutiva è stata presa. Ma il tempo stringe.
“Perdiamo” tre metri quadri al secondo. Il Rapporto sul consumo del suolo
di Cristina Zanazzo
Il consumo del suolo nel nostro paese è costante e inesorabile, procede ad un ritmo di tre metri quadri al secondo. Nel 2050 le previsioni mostrano una vera trasformazione del territorio italiano, con una perdita che potrà raggiungere gli otto metri quadri al secondo. I dati preoccupanti provengono dal Rapporto sul consumo di suolo di Ispra e del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (Snpa).
di Ludovico Basili, Walter Nastasi, Roberto Valenti
(Istituto EcoAmbientale)
Sono oltre cento, negli ultimi settant’anni, i conflitti che hanno tra i principali fattori scatenanti le crisi ambientali. Molti di essi sono tuttora in corso e la situazione non accenna a migliorare, se pensiamo che nei prossimi anni aumenteranno ancor di più le persone che vivono in aree dove l’acqua è una risorsa scarsa.
di Monica Di Sisto (vicepresidente dell’associazione Fairwatch, tra i portavoce della Campagna Stop Ttip Italia – www.stopttip-italia.net)
Proseguono in segreto i negoziati del Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti per la creazione della più grande area di libero scambio al mondo (44% del commercio mondiale). Le conseguenze per l’Occidente e per i Paesi in via di sviluppo.
6,5 miliardi: sono tutti gli abitanti del pianeta che, non essendo cittadini degli Stati Uniti né dell’Europa, in teoria potrebbero volersi disinteressare del negoziato transatlantico di liberalizzazione di commercio e servizi in corso, quasi in segreto, dal 2013: il Ttip. In realtà, se le trattative arrivassero in fondo, creerebbero la più grande area di libero scambio interregionale al mondo, pari al 47% del Pil mondiale e al 44% del commercio mondiale, cosa che avrebbe implicazioni molto profonde non soltanto per le due sponde dell’Atlantico. Il 75% circa della facilitazione degli scambi tra i due blocchi, infatti, arriverà dalla rimozione delle attuali “barriere” che rendono gli scambi più complessi di quanto non vorrebbero le grandi imprese che operano attualmente su questa scala.
Letizia Tomassone “Crisi ambientale ed etica. Un nuovo clima di giustizia” 136 pagine, 12,90 euro Claudiana, Torino 2015 di Valerio Pignatta La…
di Luigi Sandri
Perché, bruciando tutti i media, un certo sito, legato a L’Espresso, lunedì ha anticipato l’intero testo dell’enciclica Laudato si’ che ufficialmente i giornalisti accreditati presso la Sala stampa della Santa Sede avrebbero ricevuto giovedì 18 giugno, alle ore 9, e con embargo alle 12 dello stesso giorno? Concordo con quanti ritengono che si tratti di un’operazione scientificamente preparata per cercare di sabotare il documento di papa Francesco. Il sabotaggio consiste nel depotenziare il messaggio del testo perché, adesso ormai diffuso in anticipo su molti siti internet, e ieri e oggi commentato con intere pagine dai maggiori quotidiani, fa perdere incisività e novità alla prevista presentazione ufficiale.
Naturalmente, il testo non è arrivato dal cielo, al citato settimanale: una mano amica – una mano vaticana o comunque ecclesiastica – glielo ha passato, proprio allo scopo di lanciare uno scoop che sconvolgesse la programmata presentazione. Infatti, i media non daranno più lo spazio previsto all’enciclica, in quanto ormai priva di novità, e dunque potendo apparire ai lettori una «minestra riscaldata».
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