Nei giorni di metà febbraio scorso il primo ministro israeliano ha accolto a Gerusalemme i suoi omologhi dei paesi dell’alleanza di Visegrad (Ungheria, Repubblica ceca, Slovacchia). Il governo polacco, che avrebbe dovuto partecipare al summit previsto, ha declinato all’ultimo in seguito ad una controversia con Israele insorta per alcune dichiarazioni del ministro degli esteri israeliano circa l’antisemitismo nella storia polacca e le corresponsabilità di polacchi nello sterminio nazista
antisemitismo
di Edith Bruck. Autrice, saggista e poetessa Per chi è uscito vivo, come me, da Auschwitz o dagli altri 1635 campi di lavoro…
A ottant’anni dalla promulgazione da parte di Mussolini delle “Leggi razziali” quello del razzismo è un tema che fa ancora molto discutere, soprattutto in politica. Nella nostra intervista a Gad Lerner abbiamo voluto indagare quali siano le nuove forme del razzismo in Italia e quali le analogie e le differenze con quello del passato del nostro Paese.
Revanscismo ottomano e cospirazioni internazionali: le soap opera nella turchia del «Sultano»
di Leonardo Antonini (Relazioni internazionali, Facoltà di Scienze politiche, Università degli Studi di Perugia) Che la Turchia di Erdoğan stia riscoprendo la…
di Michele Lipori
Negli ultimi giorni si è molto parlato, a ragione, del senso di far uscire il Mein Kampf di Adolf Hitler in edicola. Il dibattito scaturito ha visto fronteggiarsi chi era contrario all’operazione, giudicando la pubblicazione del libro «pericolosa di per sé» e chi era favorevole «in nome della libertà di opinione» e della diffusione del volume al pari di una qualsiasi altra produzione culturale. Proprio qui sta – a nostro avviso – il nodo della questione, ma analizziamo prima il contenuto dell’inserto.
Allegato al quotidiano c’era infatti una ristampa anastatica della terza edizione italiana del libro, uscita nel 1937 (quindi in piena epoca fascista) in un’edizione volutamente ridotta, poiché, si affermava nell’introduzione del tempo: «Un volume di tanta mole non è idoneo a quella vasta diffusione che merita (corsivo nostro) un’opera esponente il pensiero e lo spirito che informano la Germania moderna».
intervista a Daniele Garrone
(professore di Antico Testamento alla Facoltà valdese di teologia di Roma)
«La Riforma si scostò dall’ostilità antiebraica basata sulle accuse agli ebrei di portare la peste, di rapire e uccidere bambini cristiani, di profanare ostie. Non diminuì, invece, l’avversione teologica all’ebraismo. La polemica di Lutero si sviluppò e crebbe di toni intorno al problema dell’interpretazione dell’Antico Testamento».
«Questo ascensore è vietato agli ebrei» di Olga Focherini edizioni EDB 144 pagine, 8 euro di Michele Lipori Le vicende raccontate…
intervista a Donatella Di Cesare
(docente di Filosofia teoretica all’Università La Sapienza di Roma, Di Cesare si è appena dimessa dalla vicepresidenza della Martin-Heidegger-Geselleschaft)
L’uscita dei primi due volumi dei «Quaderni neri» ha riaperto le polemiche sulle posizioni antisemite del filosofo tedesco. Avviamo qui una riflessione, che proseguirà anche nel prossimo numero, sul ruolo che l’antisemitismo e l’antigiudaismo hanno giocato nella tradizione secolare e religiosa dell’Occidente fino ai nostri giorni.
Vietato l’ingresso! Passato e presente dell’esclusione sociale. Dialogo tra comunità ebraica e comunità rom a Roma
22 gennaio 2015, ore 17
Casa della Memoria e della Storia – via San Francesco di Sales, 5 – Roma
Presentazione del rapporto «Vietato l’ingresso! Passato e presente dell’esclusione sociale. Dialogo tra comunità ebraica e comunità rom a Roma». La pubblicazione – che si apre con l’analisi dell’episodio del cartello recante la scritta “È severamente vietato l’ingresso agli Zingari”, comparso sulla vetrina di un esercizio commerciale di Roma nel marzo 2014 – nasce dal desiderio di avviare una riflessione pubblica e dar vita a un dialogo tra rom ed ebrei, comunità profondamente diverse tra loro, accomunate da forme di discriminazione, razzismo e violenza che attraversano la storia europea da secoli. Un dialogo che contribuirebbe non poco alla lotta quotidiana contro ogni forma di razzismo e discriminazione.
Segue tavola rotonda con esponenti della comunità ebraica e della comunità rom a Roma, tra cui giornalisti, storici, antropologi e attivisti
Intervengono: Pupa Garribba, Nedzad Husovic, Gladiola Lacatus, Sabrina Milanovic, Micaela Procaccia, Dzemila Salkanovic, Piero Terracina, Sandra Terracina.
Modera: Claudio Paravati, direttore di Confronti
interventi di Moni Ovadia e Giacomo Marramao – La discussione sull’antisionismo può portare fuori strada, perché non esiste più il sionismo così come lo si intendeva alle origini. Quello che c’è oggi in Israele – sostiene Ovadia – è un ultranazionalismo declinato anche nelle forme di fanatismo religioso, che utilizza in modo strumentale l’equazione antisionista=antisemita. L’«israelizzazione della Shoah», la chiusura in una logica identitaria fondata sull’uso autolegittimante di quell’«impensabile» – gli fa eco Marramao – ha fatto della Shoah un «instrumentum regni»: contraddizione in termini, se si pensa alla cifra anti-identitaria e universalizzante dell’Orrore di Auschwitz, cui Theodor Adorno aveva attribuito la tragica rilevanza di margine estremo del Senso della Storia e di evento-limite del concetto filosofico.
Vi proponiamo i testi integrali (rivisti dagli autori) degli interventi di Ovadia e Marramao all’incontro del 6 dicembre scorso all’Università Roma Tre su «Antisemitismo/antisionismo: quando un termine stravolge una lotta».