di Raul Caruso. Economista, Università Cattolica del Sacro Cuore (Milano). Direttore del Center for Peace Science Integration and Cooperation (CESPIC) di Tirana.…
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Bari 7/7/2018: il papa e capi ortodossi a confronto per il dialogo ecumenico e la pace in Medio Oriente
Invitati dal papa, i patriarchi ortodossi e altri capi di Chiese orientali sono convenuti a Bari, il 7 luglio, per riflettere sulla drammatica situazione dei cristiani in Medio Oriente, che là rischiano di scomparire. La valenza ecclesiale di un incontro – un tempo impensabile – del vescovo di Roma con l’Ortodossia.
di Maurizio Simoncelli (vicepresidente e cofondatore dell’Istituto di ricerche internazionali Archivio disarmo – Iriad)
In questo momento, nel mondo, sono in corso fra i trenta e i cinquanta conflitti. Il ruolo chiave dell’export di armi.
Paolo Naso (docente di Scienza politica all’Università Sapienza di Roma)
La strage del 5 novembre a Southerland Springs è solo l’ultima di una lunga serie.
di Cristina Zanazzo
Si è tenuto il 10 e 11 novembre in Vaticano il Simposio internazionale “Prospettive per un mondo libero dalle armi nucleari e per un disarmo integrale”, organizzato dal Dicastero vaticano per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale.
di Marinella Correggia
Fra i bambini yemeniti e i petrodollari, il mondo sceglie i secondi e preferisce restare in silenzio di fronte all’aggressione dell’Arabia Saudita.
Fuga delle ong dalla guerra dimenticata in Yemen, sempre più simile a quella siriana
di Antonella Napoli (dal sito di Articolo 21)
Il conflitto in Yemen assomiglia sempre più a quello in Siria, ma nessuno ne parla. La situazione è talmente grave che nelle scorse settimane Medici senza frontiere, dopo l’attacco aereo sull’ospedale di Abs che ha fatto almeno 11 vittime e ne ha ferite 19, ha deciso di sospendere le attività in sei strutture in cui prestava assistenza agli operatori locali.
Noi rappresentanti di movimenti, associazioni e gruppi del mondo della pace e della nonviolenza siamo preoccupati delle pressioni esercitate sul nostro governo perché assuma un ruolo guida nell’intervento militare in Libia a fianco di altre potenze occidentali. Il Presidente del Consiglio ha detto che “non è in programma una missione militare italiana in Libia”. Ne prendiamo atto. Ma i problemi restano: – il contrasto all’espansione del terrorismo del sedicente Stato islamico; – una minaccia alla sicurezza del nostro paese; – la stabilizzazione della nazione nordafricana. La guerra non è il mezzo adeguato per sconfiggere il terrorismo né tantomeno per portare stabilità alla Libia. Basterebbe guardare alla storia di questi ultimi anni per capire che gli interventi militari non hanno risolto i problemi, li hanno invece aggravati.
Alcuni organi di informazione di ispirazione cristiana hanno deciso di promuovere una petizione sugli F35. Come organi di informazione di ispirazione cristiana impegnati nel cammino della giustizia, della pace e della salvaguardia del creato, con le prime adesioni di: Riforma (settimanale delle chiese evangeliche battiste, metodiste e valdesi), Confronti (mensile di fede, politica, vita quotidiana), Adista (fatti, notizie, avvenimenti su mondo cattolico e realtà religiose), Mosaico di pace (rivista promossa dal movimento Pax Cristi), Missione Oggi (rivista dei Missionari saveriani), Popoli (mensile internazionale dei gesuiti), Nigrizia (Notizie sull’Africa e sul mondo nero), Il dialogo (periodico di cultura, politica, dialogo interreligioso dell’Irpinia), Gioventù evangelica (rivista della Federazione giovanile evangelica italiana), Il Margine (mensile dell’associazione Oscar A. Romero), il foglio (mensile di alcuni cristiani torinesi), Coordinamento radio evangeliche in Italia (Crei), CEM Mondialità (rivista dell’interculturalità), Qol (rivista del dialogo ebraico-cristiano), Radio Beckwith evangelica, Narcomafie (mensile del gruppo Abele), invitiamo ad aderire alla seguente petizione sugli F35 (all’interno il testo dell’appello)
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