di Michele Lipori. Redazione Confronti. Nell’ottobre 2018, il candidato del Partido Social Liberal (PSL), Jair Messias Bolsonaro, ha vinto le presidenziali del…
Brasile
Se la pandemia ha rallentato l’economia globale, la deforestazione della foresta amazzonica sta accelerando.
Organizzazioni illegali continuano ad operare nella zona, portando con sé anche il virus che si fa strada fra le popolazioni indigene.
“I can’t breathe”. Le parole di George Floyd nel Brasile di Bolsonaro
di Frei Betto (teologo, scrittore e politico brasiliano) L’articolo apparso sulla Folha de S. Paulo è a firma di Frei Betto, teologo,…
L’omicidio dell’attivista e politica brasiliana Marielle Franco, avvenuto il 14 marzo del 2018 a Rio De Janeiro, ha scosso l’opinione pubblica di tutto il mondo. A distanza di due anni c’è, in Brasile, l’idea di produrre una fiction sulla sua vita. Non senza polemiche.
La sovraesposizione nel rapporto con Israele risponde anche a una pressione dei dirigenti politici evangelicali ai quali Bolsonaro deve non poco della sua elezione.
In seguito all’Operazione “autolavaggio” del 2016 sono state rivolte a Luiz Inácio Lula da Silva delle accuse di corruzione. Da allora, su decisione del Supremo tribunale federale, Lula è detenuto nelle carceri di stato, prima dell’espletamento di tutti i gradi di giudizio. L’accusa parla di prove inconfutabili, ma forse non tutto è come sembra.
Che cosa è in gioco nell’attuale crisi brasiliana: ricolonizzazione o rifondazione?
La sconfitta di Lula nel Supremo Tribunal Federal (STF), con il rifiuto dell’habeas corpus e quindi la sua possibile detenzione, rivela il ritorno delle forze dell’arretramento che hanno scatenato il golpe parlamentare, giuridico e mediatico contro Dilma Rousseff nel 2016.
di Teresa Isenburg (docente di Geografia economico-politica all’Università di Milano)
Temer, dopo aver deposto con un colpo di Stato la presidente Rousseff, sta mettendo in atto politiche antipopolari nell’esclusivo interesse della élite che ha favorito il golpe.
di Teresa Isenburg (docente di Geografia economico-politica all’Università di Milano)
Un paese di grande dimensioni e una fra le potenze mondiali è scosso da una crisi istituzionale molto grave. Il Brasile, con oltre 200 milioni di abitanti, spazi con ecosistemi scarsamente antropizzati, riserve minerarie soprattutto di petrolio, un livello tecnologico-scientifico medio, ha un peso mondiale non indifferente e quindi ciò che là accade riguarda l’insieme del pianeta e anche noi.
La storia recente, dopo la dittatura militare (1964-1984), della Federazione si può schematizzare in poche scansioni. Lotte sociali e politiche portarono il ritorno di istituzioni democratiche e la rifondazione dello Stato su basi rispettose dei diritti politici, sociali ed umani espressi nella Costituzione del 1988. Ma i rapporti di forza concreti imposero compromessi e la ristretta élite del paese (pari all’1% della popolazione) mantenne un grande potere e alcuni rami dello Stato (in particolare magistratura e forze dell’ordine) conservarono l’impostazione autoritaria e repressiva della dittatura.