Alla “Vita in relazione: la bioetica si interroga” è dedicata la 5^ giornata della 51^ Sessione, venerdì 1 agosto. A confronto p. Sorin Bute (prete ortodosso e teologo, Dambovita, Romania) e Ylenia Goss (medico, Commissione bioetica Chiesa Valdese, Roma).
“La presentazione si propone di esaminare in modo sintetico, dalla prospettiva della teologia ortodossa, le questioni fondative della bioetica”, ha esordito p. Bute. “Oggi, il luogo fondamentale dell’agire profetico è l’etica, e con essa sempre più la bioetica, come etica della vita minacciata sempre di più dallo stesso ‘progresso’ unilaterale, orizzontale e immanente dell’uomo”. Questa etica della vita è chiamata a vegliare in modo profetico sul valore eterno della persona, e sulla vita dei più deboli che sono più spesso le vittime innocenti della superbia della odierna “cultura della morte.” La dimensione profetica dell’etica cristiana significa innanzitutto non essere conforme alla mondanità transeunte, ma conformarsi alla Parola eterna. “Nel distinguere il bene dal male così confusi nei loro confini per l’etica chiusa di fronte al trascendente, la bioetica cristiana – ha sottolineato il relatore – deve rivendicare la necessità di cambiare in maniera profetica il paradigma stesso dell’esistenza umana tenendo conto della sua verità integrale, divino – umana.
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