di Goffredo Fofi. Scrittore, critico letterario e cinematografico, giornalista. Direttore della rivista Gli asini. Scrivere lettere con i carcerati è un atto…
carcere
di Gaetano De Monte. Giornalista Dopo le rivolte dei detenuti avvenute nelle scorse settimane, richieste di trasparenza giungono da parte delle associazioni…
Gli ultimi saranno − Laboratori creativi e buone pratiche in carcere
“Gli ultimi saranno” è un progetto che comincia nel dicembre 2018 e si articola in una serie di incontri in carcere, che prevede la partecipazione attiva di tutte le persone presenti.
Abbiamo intervistato Renzo Guolo, docente di Sociologia delle religioni all’Università di Padova, membro della Sezione di sociologia della religione dell’Associazione italiana di sociologia (Ais). Vasto il campo di interesse delle sue ricerche: il rapporto tra religione e politica; i fondamentalismi contemporanei; i processi di radicalizzazione; l’islam in Europa; società e politica nei paesi islamici; conflitti e processi d’integrazione nelle società multiculturali.
di Rando Devole Se per carcere intendiamo la privazione di libertà, l’Albania totalitaria, prima della caduta del Muro di Berlino, era in…
Liberation prison project nasce negli Usa nel 1996 dalla monaca buddhista Robina Courtin. In Italia il primo nucleo si forma nel 2009 e da lì a poco viene fondata una Onlus la cui missione è operare negli Istituti penitenziari con incontri che riflettono l’epistemologia buddhista.
Il sistema penitenziario è stato spesso ostaggio del pendolarismo
politico in un irragionevole rincorrersi di norme diverse e divergenti che hanno spesso tradito lo spirito della riforma e il dettato costituzionale. Affinché cambi è necessario dire no alla “passivizzazione” del detenuto e attuare una “conversione” culturale degli operatori.
Nell’induismo colpa, pena e perdono soggiacciono a un principio di giustizia (sanatana dharma) da cui si trae ispirazione o da cui si devia. In questa ottica è importante il processo di consapevolezza per ciò che si è fatto, atto a non ripetere più l’errore. Anche la pena ha e deve sempre mantenere il fine di educare o di rieducare ai princìpi del dharma.
Nel Corano molti sono i passaggi in cui è confermata la necessità di rispondere all’ingiustizia con una condanna e una pena. Tuttavia, nessuno può elevarsi senza la grazia di Dio, che ha anche il potere di trasformare il male in bene. Pur tenendo conto della reale presenza del male, il perdono è il motore della trasformazione individuale e collettiva.
All’interno della concezione del perdono ebraica è possibile individuare tre elementi distintivi: l’obbligo di perdonare è sottoposto al pentimento da parte di chi ha compiuto l’offesa; non tutte le colpe possono essere perdonate; non è possibile perdonare a nome di qualcun altro. D’altro lato chi è stato offeso non deve essere eccessivamente duro.