di Thierry Vissol. Direttore del centro Librexpression-Fondazione Giuseppe Di vagno Quelli che viviamo sono tempi contraddistinti dalla paura: paura del Covid, paura…
Charlie Hebdo
di Claudio Paravati
«Licht aus – Luci spente» a Dresda, per spegnere i riflettori sulle migliaia di persone che marciano contro la presunta islamizzazione dell’Occidente. Per l’occasione il movimento Pegida (Patrioti europei contro l’islamizzazione dell’Occidente) ha rispolverato il termine Abendland, per definire l’Occidente, al posto di Westen. Scelta terminologica tutt’altro che secondaria, dato che rimanda a quell’Europa pre-bellica, figlia del grande rinascimento teutonico, dei Goethe, Schiller, Kant sino a Spengler, autore del «Tramonto dell’Occidente» (Abendland per l’appunto). «Westen» è il nome invece del patto atlantico, della stagione di un blocco di mondo contro un altro, durante la Guerra Fredda. Abendland è la terra del tramonto (dove tramonta il sole), del chiaroscuro, del passaggio alla vecchiaia in vista, si sperava, di una rinascita. Hölderlin, il poeta, ricorda: «dove il pericolo cresce, cresce anche ciò che salva». Un mondo sepolto, richiamato da Pegida in parole chiave, slogan, motti, che di quel mondo ne fanno caricatura.
di Paolo Naso
Fermo restando che la condanna degli attacchi terroristici in Francia va pronunciata senza alcuna esitazione o giustificazione, occorre porsi alcune domande sulla satira: il principio fondamentale della libertà di espressione implica l’abolizione automatica di ogni limite al dileggio e allo sberleffo?
«Uccidere nel nome di Dio è un’aberrazione, ma le religioni non vanno insultate», ha dichiarato il papa parlando con i giornalisti nello Sri Lanka. «Si può danneggiare una persona anche con le parole – gli ha fatto eco il rabbino Riccardo Di Segni, capo spirituale degli ebrei romani – e non si deve mancare di rispetto agli altri. La persona ha diritto alla sua dignità e io non sono Charlie».
Neanch’io, e mi riconosco nelle parole del papa e del rabbino capo. Forse per ragioni diverse dalle loro e attraverso un altro filo di ragionamento ma, se si vuole essere diretti e sintetici, ciò che hanno detto nella sostanza esprime anche il mio pensiero.
Pubblichiamo il testo dei documenti del Centro islamico culturale d’Italia e dell’Unione delle comunità islamiche d’Italia (Ucoii) sugli attacchi terroristici in Francia. All’interno, i link ad altri appelli provenienti dal mondo islamico.
Il Centro Islamico Culturale d’Italia condanna con forza l’attentato compiuto oggi a Parigi contro la sede della rivista francese Charlie Hebdo. In una nota il Centro islamico Culturale d’Italia, che gestisce la Grande Moschea di Roma, esprime le proprie condoglianze ai familiari delle vittime della strage di oggi sentendosi “vicino ai Parigini, alle forze dell’ordine della capitale e a tutto il Popolo francese per il brutale attacco subito”. Il Segretario Generale del Centro Islamico, Abdellah Redouane, ricorda che “quello di oggi è certo in primo luogo il momento nel quale esprimere la nostra solidarietà e vicinanza alle famiglie delle vittime e al popolo francese per il grande tributo di sangue versato, il momento per stringerci a tutti loro e condividerne il dolore, ma è anche un momento per riconsiderare il fallimento del vivere insieme voluto e causato da elementi terroristici.
di Paolo Naso
A caldo è difficile trovare le parole per commentare l’attentato del 7 gennaio al settimanale satirico Charlie Hebdo di Parigi. La «geometrica precisione» di un’azione paramilitare, la forza simbolica dell’obiettivo, la brutalità dell’esecuzione a freddo di giornalisti, disegnatori e poliziotti ci danno la misura di un gesto clamoroso e calcolato.
La domanda di queste ore è che cosa gli attentatori abbiano voluto dire e a chi intendessero rivolgersi. Rispondere a questi interrogativi quando ancora mancano certezze sul piano delle indagini è certamente molto rischioso. Ma di fronte a un gesto eccezionalmente grave e programmatico come quello di Parigi tacere sarebbe irresponsabile e incomprensibile.
È questo il tempo di parlare e forse di urlare per dire che quanto è accaduto non può avere alcuna giustificazione religiosa, politica o culturale.
Oggi alle 18 tutti a piazza Farnese in solidarietà con le vittime e a difesa della libertà di espressione e di informazione
Oggi 8 gennaio alle ore 18, a Roma, fiaccolata di solidarietà per le vittime dell’attentato terroristico nella redazione di Charlie Hebdo e a difesa della libertà di espressione e di informazione in Francia, in Europa ed ovunque nel mondo. L’appuntamento è in piazza Farnese, davanti alla sede dell’Ambasciata di Francia. A promuovere l’iniziativa sono, tra gli altri: Federazione Nazionale Stampa Italiana, Ordine nazionale dei giornalisti, Articolo21, Associazione Stampa Estera, Associazione stampa romana, Usigrai, Cgil, Cisl, Arci, Acli, Amnesty Italia, Se Non Ora Quando, GiULiA Giornaliste, European Alternatives, Libera informazione, Tavola della pace, Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani, Rete della Perugia-Assisi, Comitato Romano di Solidarietà con il Popolo Siriano, Redazione del portale dell’ebraismo italiano www.moked.it e di Pagine Ebraiche, Unione Italiana Sport Per tutti (Uisp), Ossigeno per l’Informazione, Unione degli Universitari, Rete degli Studenti medi, Ordine dei giornalisti del Lazio, Rivista Confronti, Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (Fcei), Giornale Radio Sociale, Forum nazionale del Terzo Settore.