di David Gabrielli
Dopo dodici anni come Custode di Terra santa, il francescano Pierbattista Pizzaballa a maggio ha lasciato l’incarico al confratello Francesco Patton (trentino, classe 1963), che è stato nominato dal Governo generale dell’Ordine dei Frati Minori ed approvato dalla Santa Sede. L’ex titolare rientra quindi nell’ombra, ma potrebbe presto riemergere in un nuovo e importantissimo ruolo. La Custodia di Terra santa fu fondata dai Francescani nel 1217; ma nel 1291 tutti i conventi furono distrutti dai saraceni, e molti religiosi furono uccisi.
Chiesa cattolica
di Luigi Sandri
Sta facendo molto discutere l’annuncio di papa Francesco della costituzione di una commissione che studi la questione del diaconato femminile. Due pareri a confronto. Querido Francisco, la proposta che hai fatto, il 12 maggio, incontrando ottocento suore della Unione delle superiori generali, provenienti da tutto il mondo, e cioè di istituire una commissione per studiare la questione del diaconato femminile permanente, ha provocato quasi ovunque grande eco. Partiamo, intanto, dalla composizione della commissione: chi ne farà parte? Donne e uomini, immagino; ma scelte e scelti come? Tra chi si è già pubblicamente espresso/a a favore delle tesi più liberal sui ministeri femminili, o tra chi si è espresso/a contro? Ipotizziamo poi che il gruppo, dopo un certo tempo – un anno? due? tre? – infine si limitasse a consegnarti due contrapposti punti di vista (uno liberal e uno a favore di soli cambiamenti di facciata). Stallo completo! Al contrario, se poi arrivasse a proporti ipotesi che scuotono alla radice l’impianto patriarcale e maschilista della Chiesa romana, puoi star certo che i cardinali Leon, Carli, McTimothy, Camilli, Angeli, Von Joachim, e centinaia di vescovi, si ergerebbero per contestare quel responso, negandogli ogni autorità/autorevolezza.
di Brunetto Salvarani (teologo, saggista, direttore di Qol)
Lo scorso 12 maggio, parlando all’Unione Internazionale delle Superiore Generali, a una domanda sulla creazione di figure diaconali al femminile, papa Francesco ha risposto di voler costituire una commissione che studi la questione. Tanto è bastato per rilanciare non solo l’idea di ordinare delle donne in una Chiesa che, com’è noto, non le ammette a divenire presbitere, ma anche per rilanciare un dibattito sul loro ruolo complessivo: lo stesso Bergoglio, nell’occasione, ha ammesso che in ambito ecclesiale «è molto debole l’inserimento delle donne nei processi decisionali».
L’intervento è passato nell’opinione pubblica per il tema donne e diaconato: il che, ha evidenziato la presidentessa del Coordinamento teologhe italiane, Cristina Simonelli, mostra che i tanti rifiuti a discutere l’argomento nel mezzo secolo che ci separa dal Vaticano II non sono per nulla condivisi nella comunità ecclesiale. Non solo dalle donne, consacrate o no, ma anche da molti uomini.
di Luigi Sandri
Francesco ha indetto un Anno santo straordinario della misericordia, che si aprirà l’8 dicembre prossimo e terminerà il 20 novembre 2016. Il papa si aspetta soprattutto che i fedeli accorrano fiduciosi a confessarsi. Le sfide dell’iniziativa, gli aspetti problematici, i nodi teologici, l’attesa di qualche esplicito «mea culpa».
Ci risiamo con il «gender». Le religioni vivono se comprendono il futuro
di Giancarla Codrignani
Per piacere, qualcuno dovrebbe informare papa Francesco e la Segreteria della Cei che perfino alla Banca mondiale esiste un Gender Action Plan, in cui la «Gender equality» viene definita «smart economics». Per non parlare dei PhD in «Women’s and Gender Studies» o dell’Erasmus Mundus che si occupa degli stessi Women’s and Gender Studies in cooperazione con sette università europee – tra le altre l’Università di Bologna – e altre nord e sud-americane.
Perfino l’Associazione italiana di Psicologia chiede che si promuova una cultura che favorisce la relazione e la nonviolenza. Dico questo perché, mentre dire «spuzza» crea un neologismo di buona efficacia mediatica, la manifestazione di ostilità nei confronti del gender mostra un mancato aggiornamento su una materia che la Chiesa cattolica può contestare solo se ne conosce la filosofia e le scuole. Perché il gender riguarda in primo luogo il genere femminile; potrebbe valere anche per il maschile se l’uomo si accorgesse di essere un «genere». Il termine ordinariamente tutti lo hanno incontrato alle elementari, dove la morfologia della lingua ha un gran bisogno di imparare il gender perché si impara che «maestro» fa regolarmente «maestra», mentre «ministro» rivolto a una donna con la desinenza in -o non è ancora errore blu.
di Luigi Sandri
Il viaggio di papa Francesco ad Ankara (incontro con Erdogan e con responsabili musulmani) e ad Istanbul, per rafforzare il dialogo con la Chiesa di Costantinopoli, è stato caratterizzato da gesti molto significativi. Ma il cammino con l’Ortodossia è arduo, date le permanenti tensioni tra il patriarca Bartolomeo I e Kirill di Mosca.
Il tempo aiuterà a meglio valutare le parole, i gesti, i segni, gli eventi dell’intenso viaggio di papa Francesco in Turchia (28-30 novembre) e, poi, gli echi di quanto avvenuto e le conseguenze che via via emergeranno. Qui, intanto, cerchiamo di fissare, in un polittico, i diversi quadri – geopolitico, ecumenico, interreligioso, intracattolico – che, pur distinti l’uno dall’altro, per certi aspetti sono inevitabilmente intrecciati nel puzzle turco.
di Giovanni Franzoni
Recenti scelte e affermazioni del vescovo di Roma mostrano il suo tentativo di tenere insieme una Chiesa polarizzata. Su presenza del diavolo, aborto, eutanasia, egli ha espresso indicazioni che suscitano perplessità; su altri temi – questione sociale, povertà, sinodalità – ha invece indicato strade coraggiose e innovative.
È davvero difficile il «mestiere di vivere» del vescovo di Roma che, in quanto cardine dell’unità cattolica, deve custodire la comunione all’interno della sua Chiesa, solcata da opinioni variegate e, spesso, incomponibili (sintetizzando, tra conservatori e progressisti) su come affrontare certi intricatissimi nodi teologici, istituzionali, pastorali ed etici. Perciò ho sempre sentito sim-patia e affetto per i papi che hanno attraversato la mia esistenza, anche quando mi è sembrato che alcune loro decisioni fossero infelici. Con questo spirito guardo a Francesco e, senza darne una valutazione complessiva, vorrei qui riflettere su alcune sue recentissime iniziative, o dichiarazioni.
Lettera aperta a padre Antonio Spadaro, direttore de «La Civiltà Cattolica»
di Luigi Sandri
Antonio Spadaro – direttore de «La Civiltà Cattolica», e uomo di fiducia del papa che gli ha concesso un’amplissima intervista – esalta una conferenza nella quale Bergoglio, allora superiore provinciale dei gesuiti in Argentina, sferra un attacco globale contro Giovanni Calvino (il grande padre della Riforma, con Lutero).
La domanda è: l’attuale vescovo di Roma mantiene le tesi del Bergoglio argentino? Se fosse così, fine del suo ecumenismo con il mondo protestante; se non lo è, come pensiamo, urge una chiarificazione di discontinuità da parte di Francesco.
di Claudia Lopedote
Nonostante l’intervento costante del Vaticano nei diversi settori della società italiana, da tutti gli indicatori principali – battesimi, matrimoni civili e religiosi, divorzi, figli naturali e legittimi – emerge un quadro del modello di famiglia sempre più distante dalle indicazioni e dai precetti della Chiesa cattolica. Anche quest’anno sono arrivati i dati del Rapporto, il IX, sulla secolarizzazione in Italia, a cura della Fondazione Critica liberale e di Cgil nazionale Nuovi diritti.
di Luigi Sandri – Da quando è stato eletto vescovo di Roma, Bergoglio continua a seminare segni di consolante discontinuità rispetto al passato, e l’esortazione apostolica «Evangelii gaudium» lo conferma. Ma la strada è in salita, e lo prova la sua riaffermazione delle tesi di Wojtyla e di Ratzinger contro i ministeri affidati alle donne.
Dove va la Chiesa di Francesco, da lui spronata ad un trascinante mutamento di prospettive pastorali e, dunque, istituzionali? I suoi primi nove mesi di servizio episcopale in Roma sono stati caratterizzati da singolari omelie; da parole non scontate («oh, come vorrei una Chiesa povera e per i poveri»); da viaggi paradigmatici (Lampedusa); dall’avvio di riforma delle opache finanze vaticane; dalla convocazione di due Sinodi dei vescovi dedicati al tema cruciale della famiglia; dall’esortazione apostolica (Evangelii gaudium, del 24 novembre) che invita l’intera comunità cattolica ad un radicale ravvedimento evangelico, implicante anche la conversione del papato. Quo vadis?