di Antonio Fantoni
Dopo le ultime disavventure, più politiche e civili che parlamentari, non posso che notare come parte del Pd e il Parlamento italiano abbiano perso un’occasione storica per promuovere finalmente la crescita della cultura civile italiana. È vero, molto è stato ottenuto, forse più di quanto fosse prevedibile e questo è accaduto grazie ad una sapiente opera di negoziato parlamentare, in cui si è ceduto sull’adozione del figlio del coniuge e sulla “fedeltà coniugale” (???), salvando però la possibilità che il tribunale civile accogliesse, come già fatto numerose volte anche prima della legge, la richiesta in quel senso di coppie civili omosessuali. Ma rimane il pessimo esempio dato da parte della nostra classe politica, quello della separazione e del disprezzo per un gruppo consistente di cittadini italiani, bollati come “indegni” perché incapaci di essere fedeli e di educare. È stata negata la piena dignità di cittadini a chi sia considerato “diverso” per l’oggetto della sua attrazione sessuale
Cirinnà
intervista a Selene Zorzi (a cura di Daniela Mazzarella)
La teologa Selene Zorzi, ideatrice del sito Coordinamento teologhe italiane (che ha gestito dal 2003 al 2013), si occupa di teorie di genere e ha scritto vari libri, tra cui Al di là del “genio femminile” (Carocci editore, 2014). L’abbiamo intervistata sulle questioni sollevate dalla proposta di legge Cirinnà, intorno alla quale si è creato un dibattito acceso, con toni da vera e propria Crociata da parte di un fronte cattolico politicamente trasversale ma decisamente compatto nella sua battaglia alla “famiglia diversa”.
Da cattolica come vive le polemiche intorno al ddl Cirinnà?
Il fronte cattolico è molto meno compatto di quanto sembri, come sempre del resto. A volte si dimentica che l’adesione alla Chiesa non ha le caratteristiche di un’adesione ad un partito politico o a delle idee, ma è l’appartenenza ad una comunità che condivide un’esperienza di fede dove i membri hanno opinioni anche differenti. Quello che vedo compatto è un fronte di persone, spesso anche non cattoliche, che hanno su queste questioni idee molto confuse, che non hanno dimestichezza con la terminologia degli studi di genere e che confondono le moltissime questioni in ballo.