di Giuliano Ligabue
Negli ultimi tempi la LegaCoop sembra traballare sotto i colpi delle inchieste giudiziarie. Un provvedimento minimo da adottare – come suggeriscono alcuni, tra cui per esempio il presidente della Confcooperative Gardini – sarebbe quello di sganciare i cda delle cooperative dalla politica e dalle imprese, cioè dagli appalti.
Parlare di «cooperazione», dire «cooperativa» è richiamare alla mente sentimenti e sensazioni di vicinanza e solidarietà, intravedere gruppi organizzati e movimenti collettivi, fino a lambire l’ideologia: un popolo che avanza-quarto Stato, Pellizza da Volpedo…
E, in effetti, con un tuffo nel passato quasi recente – almeno dalla rivoluzione industriale del primo Ottocento – ci imbattiamo in classi lavoratrici impegnate a costruire i loro rapporti solidaristici in organizzazioni di «mutuo soccorso» al fine di tutelare la vita dei più indifesi: dalla salute all’abitazione, ai consumi; fino a trasformarsi in una vera e propria economia cooperativa. Alla base, un concetto semplice: ricevere e coordinare l’apporto economico di ognuno per poterlo restituire con dei vantaggi: un guadagno monetario, un’abitazione.
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