Il Comitato di liberazione nazionale di allora rappresentava vent’anni di anti- fascismo militante. Fu così che i partiti dell’arco costituzionale, aboliti dal regime nel 1926, vendicarono i tanti martiri, perseguitati, esuli restituendo alla patria libertà e giustizia e scrivendo “insieme” la nostra Costituzione.
Costituzione
di Michele Lipori. Redazione Confronti. LA NUOVA COSTITUZIONE In seguito ai risultati del referendum popolare del 25 luglio 2022, per il quale…
di Francesca Bellino. Giornalista e scrittrice Seppure con un tasso di astensione molto alto (69,5%), lo scorso 25 luglio – tramite referendum…
di Gaetano De Monte. Giornalista È il 27 giugno del 2009. Un gruppo di 89 persone, dei quali 75 di origine eritrea,…
di Adriano Gizzi (redazione Confronti)
Fra poche settimane andremo alle urne per delle elezioni che non suscitano grande entusiasmo: molti voteranno spinti più dalla paura che vincano gli avversari che dalla convinzione verso la lista votata.
di Adriano Gizzi
Finalmente la Corte costituzionale si è pronunciata. Dopo una lunga attesa, è arrivata il 25 gennaio la decisione sulla legge elettorale per la Camera, il famoso Italicum voluto dal Pd di Matteo Renzi.
di Adriano Gizzi
Come si suol dire, se la canta e se la suona: prima fa di tutto per personalizzare il referendum costituzionale, in cerca di un plebiscito che lo rafforzi, poi – avendo capito che è proprio la personalizzazione a mobilitare i suoi avversari – si pente e fa appello a «guardare ai contenuti della riforma». Infine, bocciato dagli elettori, si dimette accusandoli implicitamente di aver messo a rischio la stabilità del paese facendo cadere il governo.
di Adriano Gizzi
Alcuni consigli di lettura utili per farsi un’idea in vista del referendum costituzionale del 4 dicembre.
di Adriano Gizzi
A ottobre gli italiani saranno chiamati a pronunciarsi su un referendum costituzionale di cui molti ignorano i contenuti. Come previsto – e voluto dallo stesso Renzi – l’appuntamento si trasformerà in un plebiscito pro o contro il governo.
In una domenica di ottobre, molto probabilmente il 16, gli elettori italiani verranno separati nettamente in due, neanche fossero le acque del Mar Rosso: da una parte quelli che ritengono Matteo Renzi il più grande statista di tutti i tempi (e la sua riforma costituzionale, approvata il 12 aprile scorso, la soluzione ai problemi del paese) e dall’altra parte coloro che vedono nel premier un ducetto che vuole stravolgere e ridurre a carta straccia «la Costituzione più bella del mondo». Delle due l’una, tertium non datur. Ma probabilmente la maggior parte delle persone andranno alle urne per il referendum costituzionale senza aver letto neanche una riga del ddl Boschi e decideranno cosa votare esclusivamente sulla base delle simpatie o antipatie politiche. Non è un caso se la quasi totalità del Partito democratico è mobilitata a favore, con migliaia di comitati per il Sì, e tutte le forze di opposizione sono schierate per il No.
intervista a Carlo Fusaro (professore ordinario di Diritto pubblico comparato all’Università di Firenze), a cura di Adriano Gizzi
Quali sono a suo giudizio i principali vantaggi di questa riforma costituzionale?
«Questa riforma affronta (e secondo me con ogni probabilità risolve) alcuni dei maggiori problemi della Parte seconda della Costituzione: dei quali in effetti si discute da oltre trent’anni e sull’esistenza dei quali quasi tutti concordano. Si tratta del superamento del bicameralismo fondato su due camere quasi gemelle che fanno le stesse cose e rappresentano tutt’e due i cittadini politicamente organizzati. Il cosiddetto “bicameralismo paritario e indifferenziato”. A dire il vero una differenza c’è: e costituisce un serio problema democratico. Il Senato non è eletto dai cittadini fra i 18 e i 25 anni: quattro milioni. Non è poco. Inoltre la riforma affronta un problema più recente: il rendimento discusso della riforma del titolo V (Rapporti Stato-Autonomie) del 2001. Lo fa chiarendo la preminenza legislativa dello Stato: in compenso porta Regioni e Comuni dentro il nuovo Senato, in Parlamento».
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