di Adriano Gizzi
Come si suol dire, se la canta e se la suona: prima fa di tutto per personalizzare il referendum costituzionale, in cerca di un plebiscito che lo rafforzi, poi – avendo capito che è proprio la personalizzazione a mobilitare i suoi avversari – si pente e fa appello a «guardare ai contenuti della riforma». Infine, bocciato dagli elettori, si dimette accusandoli implicitamente di aver messo a rischio la stabilità del paese facendo cadere il governo.
crisi
di Monica Di Sisto (vicepresidente dell’associazione Fairwatch, tra i portavoce della Campagna Stop Ttip Italia – www.stopttip-italia.net)
Proseguono in segreto i negoziati del Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti per la creazione della più grande area di libero scambio al mondo (44% del commercio mondiale). Le conseguenze per l’Occidente e per i Paesi in via di sviluppo.
6,5 miliardi: sono tutti gli abitanti del pianeta che, non essendo cittadini degli Stati Uniti né dell’Europa, in teoria potrebbero volersi disinteressare del negoziato transatlantico di liberalizzazione di commercio e servizi in corso, quasi in segreto, dal 2013: il Ttip. In realtà, se le trattative arrivassero in fondo, creerebbero la più grande area di libero scambio interregionale al mondo, pari al 47% del Pil mondiale e al 44% del commercio mondiale, cosa che avrebbe implicazioni molto profonde non soltanto per le due sponde dell’Atlantico. Il 75% circa della facilitazione degli scambi tra i due blocchi, infatti, arriverà dalla rimozione delle attuali “barriere” che rendono gli scambi più complessi di quanto non vorrebbero le grandi imprese che operano attualmente su questa scala.
IL PAESE DEL SOLE. L’Italia del Sud al tempo della grande crisi
di Angelo Mastrandrea
Roma, mercoledì 21 maggio, ore 18.00
Sala Valdese, via Marianna Dionigi 59
L’autore ne parla con
Stefano Fassina, Pd
Gian Mario Gillio, direttore di Confronti
Saranno presenti il fotografo Andrea Sabbadini e Silvia Cipriani, ex dipendente Alitalia
Che succede a Sud di Roma? Mastrandrea racconta le nuove condizioni dell’esistenza e del lavoro negli anni della grande crisi. La Grande Crisi è qui, ora, e non c’è inganno mediatico o escamotage politico che possa fermarne l’impetuosa avanzata. È economica ed ecologica, antropologica e collettiva, investe il lavoro, i modi di produrre e gli stili di vita, la quotidianità e il futuro imminente. Da “scienziato della contingenza”, come si definisce lui stesso, Mastrandrea cerca di svelarne i meccanismi e i retroscena, per osservare da vicino quella che il premio nobel per l’economia Krugman ha definito “mezza Grande Depressione”, ma che con ogni probabilità, per quel pezzo d’Occidente che affaccia sul mare nostrum Mediterraneo, “culla di civiltà”, è priva di mezze misure.
di Paolo Ferrero – La disoccupazione è il principale problema dell’Italia. Milioni di disoccupati, di precari e sottoccupati, di persone che hanno smesso di cercare lavoro. Poco meno di dieci milioni di persone non riescono ad avere un lavoro, non dico soddisfacente, ma semplicemente che gli permetta di vivere decentemente. Il governo dice che per uscire da questa situazione occorre abbassare le tasse sul lavoro, in modo da rendere più competitive le imprese e quindi aumentare l’occupazione. La cosa che non dice il governo è che la bilancia dei pagamenti è in attivo e cioè che l’Italia esporta più merci di quante ne importi. Questo significa che l’industria italiana riesce a stare decentemente sul mercato mondiale e che il problema non viene principalmente da lì.
«Le origini di questa crisi sono legate a quello che è successo nel 2008 (mutui subprime, derivati e processo di finanziarizzazione dell’economia a livelli sempre più insostenibili), ma le cause vanno ricercate anche più indietro, nella costruzione dell’economia basata essenzialmente sul debito. Se poi si va a parlare con quei pochi industriali rimasti in Italia che ancora riescono a gestire delle piccole, medie o anche grandi aziende, ci rispondono tutti la stessa cosa: il problema è l’euro».
Nostra intervista a Loretta Napoleoni, esperta di terrorismo ed economia, consulente del think tank «Fundación Ideas» e socia di Oxfam Italia. Ha insegnato etica degli affari alla Judge Business School di Cambridge e conduce seminari in diverse università internazionali. Il suo ultimo libro si intitola «Democrazia vendesi» (Rizzoli, 2013).
Dopo la crisi dell’anno scorso che ci ha visto sull’orlo della chiusura, grazie all’affetto e alla generosità che ci avete dimostrato siamo…
Nel quadro in cui si trova l’Europa – spiega a Confronti il responsabile del settore Economia e lavoro del Partito democratico –…