Perché la scrittura in carcere? Il Collettivo Informacarcere, nato all’interno del Centro Sociale Evangelico di Firenze, da sempre rivolto alla comunità carceraria, ha provato a rispondere a questo interrogativo durante il convegno Scrittrici e scrittori dal carcere che si è tenuto lo scorso 8 ottobre presso la BiblioteCaNova di Firenze.
detenuti
Nel suo ultimo libro Pestaggio di Stato, edito da Laterza, il giornalista Nello Trocchia ripercorre i fatti del 6 aprile del 2020 nel carcere Francesco Uccella di Santa Maria Capua Vetere.
di Michele Lipori. Redazione Confronti. “I can’t breathe” (non riesco a respirare), queste le ultime parole pronunciate da George Floyd – un afro-americano di…
intervista a Mauro Palma (garante dei diritti dei detenuti, fondatore dell’associazione Antigone)
a cura di Stefania Sarallo
di Valter Vecellio
L’Europa riconosce all’Italia dei «significativi risultati» in materia di carceri, ma non è chiaro a cosa si riferisca, dato che la condizione dei nostri detenuti continua ad essere drammatica. Inoltre, il 17% delle quasi 60mila persone in carcere è ancora in attesa di giudizio: una diminuzione troppo lieve rispetto al dato di due anni fa.
Il comitato dei ministri del Consiglio d’Europa ha riconosciuto «i significativi risultati» ottenuti dall’Italia per quel che riguarda la situazione delle carceri. In cosa consistano questi «significativi risultati» lo si ignora, perché la situazione non è mutata rispetto a un anno fa. Attualmente un detenuto su cinque è in carcere senza aver subìto un processo, una condizione che riguarda ben 10.389 reclusi, il 17% dell’intera popolazione carceraria (59.683, secondo i dati aggiornati al 30 aprile scorso). Un fenomeno ci ricorda l’Associazione italiana dei giovani avvocati (Aiga), che ha elevati costi umani ed anche economici per il paese, visto che ogni giorno per la carcerazione preventiva l’Italia spende circa 1,3 milioni di euro.