di Anna Maria Marlia – La discussione avvenuta in questi giorni alla Camera è stata utile, perché ha messo in piena luce un atteggiamento ostile, motivato dal timore di parte degli uomini di perdere i propri vantaggi, e da un persistente rifiuto di riconoscere una sostanziale parità di genere tra donne e uomini.
Non pensiamo che si possa costruire una coscienza di genere semplicemente sostenendo la pari presenza numerica nelle liste elettorali. Tuttavia la presenza di un alto numero di donne in Parlamento viene a indicare il riconoscimento di una crescita civile, di responsabilità, di esperienza da parte delle donne; di una loro specifica capacità di proporre cambiamenti e innovazioni relative alla vita della donne, al miglioramento delle condizioni di vita in ambito lavorativo e sociale in genere.
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«Una, nessuna, centomila. La società civile, le chiese e le nuove famiglie»
by redazione
di redazione
A Roma, dal 7 al 9 marzo 2014 nel Salone della Chiesa Metodista di via XX settembre convegno della REFO (Rete Evangelica Fede e Omosessualità) su “UNA, NESSUNA, CENTOMILA. La società civile, le chiese e le nuove famiglie.
«Affermare un’idea di rinnovamento che cancella i diritti è innovazione solo nelle apparenze – si afferma “io cambio” – ma nella sostanza è regressione profonda, sia culturale che civile».
Tutti ricordano la sua attività come presidente dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali, ma il giurista Stefano Rodotà in precedenza è stato anche parlamentare della Sinistra indipendente e poi del Pds.