di Rocco Luigi Mangiavillano
È trascorso poco più di un anno da quel finir di maggio quando il vuoto colmava la città di Genova e una moltitudine di cuori, ovunque. Da quando l’uomo, che ha camminato abbracciando i poveri fino all’ultimo istante della sua vita, scoprendo la brace che vive sotto le ceneri per riaccenderne le speranze, lasciandoci ci donava le due bussole che lo hanno guidato ogni giorno attraverso le periferie delle esistenze umane, «portatore di solidarietà liberatrice»: il Vangelo e la Costituzione repubblicana. Don Andrea Gallo.
Ama e fa ciò che vuoi è il libro «curato» da Luigi Faccini (e, io aggiungo, da Marina Piperno), in cui don Andrea Gallo, «prete angelicamente anarchico», come amava affettuosamente definirlo l’autore insieme a Marina, legati a lui da una profonda amicizia, si racconta e ci racconta la sua vicenda di prete e di uomo in un abbraccio sempre proteso all’incontro con le umanità degli «ultimi». Il suo pensiero, una vita di «predicazione militante», le lotte condotte fino alla radice delle povertà e delle oppressioni, e il richiamo alla responsabilità della Chiesa, dalla quale, il Ribelle, non è mai voluto uscire, che vede i poveri ma, offuscata dalle corruzioni del potere, perde di vista il suo vero «popolo», quello abbracciato da Cristo. Lui sì che ha abbracciato proprio tutti.
Tag: